Unità esclusiva della Polonia, di epoca rinascimentale. Quando in battaglia attacca e infligge più danni di quelli subiti dall'unità nemica che si difende, quell'unità è spinta fuori della sua casella. Le unità nemiche che non possono ritirarsi subiscono danni aggiuntivi.

Alla fine degli anni 70 del Cinquecento le riforme militari polacche istituirono gli ussari alati, temibili unità di cavalleria pesante che si sarebbero distinte per i successivi due secoli. Anziché mettere in campo dei mercenari stranieri, il principe transilvano Stefan Báthory (Granduca di Lituania, re "jure uxoris" di Polonia e collezionista di una serie impressionante di titoli) rimpolpò i ranghi degli ussari con la nobiltà polacca e i relativi entourage. Le famose "ali" erano formate da strutture di legno a cui erano fissate delle penne, che i cavalieri indossavano sulle spalle per distinguersi facilmente. Si dice che il peculiare suono delle ali nel vento spaventasse i cavalli nemici e demoralizzasse i soldati con un "sibilo maligno", ma questa è opera dei romanzieri dei secoli successivi, che con ogni probabilità hanno costruito ricami romantici su un accessorio da cerimonia. Al contrario, non c'è alcun dibattito sulle lance, le sciabole e le pistole che gli ussari alati portavano sul campo di battaglia, senza dubbio molto efficaci nello spaventare i cavalli e demoralizzare i soldati nemici.