Concetti
Civiltà principali
Leader
Città-stato
Distretti
Edifici
Meraviglie e Progetti
Unità
Promozioni Unità
Grandi Personaggi
Tecnologie
Progressi civici
Governi e politiche
Religioni
Terreni e caratteristiche
Risorse
Rotte e miglioramenti

Introduzione

America

Arabia

Australia

Aztechi

Babilonia

Bisanzio

Brasile

Cina

Congo

Egitto

Etiopia

Francia

Galli

Germania

Giappone

Grande Colombia

Grecia

India

Indonesia

Inghilterra

Khmer

Macedonia

Maya

Norvegia

Nubia

Persia

Polonia

Portogallo

Roma

Russia

Scizia

Spagna

Sumeria

Vietnam

Roma
Abilità esclusiva

Tutte le strade portano a Roma

Tutte le città che fondi o conquisti partono con una Base commerciale. Se sono all'interno del raggio di una Rotta commerciale con la tua capitale, partono anche con una strada che le collega a essa. Le tue Rotte commerciali fruttano +1 Oro quando attraversano le Basi commerciali nelle tue città.

Contesto storico
Non importa se si crede che Roma sia stata fondata intorno al 750 a.C. da Romolo e Remo, da un gruppo di esuli troiani o da un eterogeneo gruppo di reietti che trovò accoglienti le sue colline con la loro disponibilità di acqua: per qualche secolo tutte le strade, come recita il famoso detto, condussero a lei. Col tempo i patrizi scoprirono che i plebei potevano essere distratti dalle faccende importanti con pane e giochi (una verità che dura ancora), così la repubblica divenne una dittatura, e ancor più tardi un impero. Roma gettò le fondamenta delle civiltà occidentali e le sue tradizioni, buone e cattive, vivono ancora oggi.

Secondo la leggenda, la città fu fondata dai due gemelli Romolo e Remo, figli del dio Marte e di una principessa umana. I bambini furono abbandonati poco dopo la nascita, ma una lupa li avrebbe salvati allattandoli. Una volta cresciuti i due ragazzi fondarono una nuova città, poi litigarono su chi avrebbe dovuto comandare (o, secondo un'altra versione, sull'altezza di un muro). Romolo vinse, uccidendo il fratello e diventando primo re di Roma. Questa storia di abbandono, lupe e omicidio prefigura piuttosto chiaramente quella che sarebbe stata la storia successiva di Roma.

La posizione strategica di Roma la rese molto appetibile ai suoi vicini; per due secoli i latini dovettero respingere gli attacchi di etruschi e sabini, finché non li soggiogarono entrambi impadronendosi della loro cultura, religione, tecnologia, ricchezza e naturalmente di altre terre per Roma, stabilendo così un comodo schema da seguire per la successiva costruzione del loro impero.

La storia romana tradizionale dipinge l'ultimo re di Roma come un brutale tiranno. Questo malvagio monarca, Tarquinio il Superbo, sarebbe stato rovesciato dai cittadini dopo che il figlio aveva violentato una virtuosa nobildonna. Gli storici moderni ritengono che la realtà sia più prosaica: secondo gli accademici Roma fu catturata dagli etruschi, che espulsero il re, ma un evento esterno li obbligò a lasciare la città prima che potessero installare un monarca eletto da loro. I romani scoprirono che preferivano restare senza re e non richiamarono Tarquinio, preferendo istituire una repubblica basata a grandi linee (molto grandi) sul modello democratico greco (e i greci non è che fossero tanto democratici, nel senso moderno del termine).

La struttura politica era piuttosto complessa, ma più o meno funzionava così: Roma era governata da due consoli, che agivano da amministratori della città e comandanti militari. I consoli erano eletti ogni anno dai "comizi centuriati", che raccoglievano tutti i cittadini romani, patrizi o plebei che fossero. Per assicurare un comando univoco in tempi di grande pericolo, i consoli potevano nominare un "dittatore" dai poteri assoluti. Il secondo organo di governo era il Senato, composto da circa 300 uomini "virtuosi" scelti tra le famiglie più in vista. In teoria il Senato avrebbe avuto compiti unicamente consultivi, ma di fatto aveva una fortissima influenza (perché i suoi membri erano tutti ricchissimi), e i suoi "consigli" venivano seguiti quasi sempre. La Repubblica di Roma divenne il modello, nel bene e nel male, di quasi tutte le repubbliche successive.

Per gran parte della sua storia la Repubblica romana fu in guerra con uno o più dei suoi vicini, dal momento che i suoi territori si espandevano costantemente a spese di altri regni meno efficienti. Questi progressi furono spazzati via quando, nel 390 a.C., una tribù di Galli sconfisse le legioni e saccheggiò la città... e non sarebbe stata l'ultima volta che una torma di selvaggi barbari invadeva le strade della Città Eterna. Ci volle quasi mezzo secolo perché Roma si riprendesse da quella disfatta. A metà del III secolo a.C., comunque, era di nuovo padrona dell'Italia centrale, con molte colonie più a nord e a sud. I lavori procedevano speditamente per la costruzione di un'incomparabile rete di strade che avrebbe collegato facilmente ogni angolo della repubblica, mentre Roma costruiva anche la sua prima flotta... giusto in tempo per vedersene spedire la maggior parte sul fondo del Mediterraneo.

Man mano che la sua estensione e reputazione cresceva, Roma si trovò inevitabilmente in conflitto con altri regni regionali desiderosi di imporsi come grandi potenze. Uno di questi era Cartagine, una ex colonia fenicia situata sulla costa della Tunisia, in Nordafrica. In quel periodo Cartagine era a capo di un potente impero marittimo che comprendeva la maggior parte del Nordafrica a ovest dell'Egitto, le coste di Spagna e Francia e gran parte di Sicilia, Sardegna e Corsica. Per decidere chi avrebbe controllato il Mediterraneo occidentale, Roma e Cartagine combatterono tre guerre puniche dal 264 al 146 a.C. Alla fine, nonostante il genio militare di Annibale, il coraggio dei marinai cartaginesi e l'acume dei suoi politici, Cartagine sparì con tutti i suoi possedimenti nella fauci di quello che da lì a poco sarebbe stato l'Impero romano.

Roma continuò a combattere in tutto il Mediterraneo, e nel I secolo a.C. decine di migliaia di soldati tornarono come civili da terre lontane. Ma per i veterani non c'era lavoro, soprattutto dal momento che Roma era piena di schiavi catturati nei territori oltremare. Per essere eletti consoli i politici avrebbero dovuto conquistarsi le simpatie di questi ex-soldati: così la politica romana divenne sempre più populista, caratterizzata da scontri sempre più aspri. Era chiaro che il controllo di Roma sarebbe andato a chi fosse riuscito a comprare la lealtà di un esercito in preda al malcontento. Nel 62 a.C. tre uomini concordarono di spartirsi il potere; questo "primo triumvirato" era composto dal grande Gneo Pompeo, dal senatore Marco Crasso e da uno sconosciuto generale di ricca famiglia, Giulio Cesare.

Come si può immaginare, questi uomini avevano la stessa attitudine a cooperare e desiderio di condividere il potere di uno squalo killer: dopo la morte di Crasso in battaglia, Cesare e Pompeo si scagliarono l'uno alla gola dell'altro. Quando Cesare marciò su Roma con le sue fedeli legioni, Pompeo e il Senato fuggirono dalla città; nel 49 a.C. Cesare entrò a Roma senza incontrare opposizione. Pur mantenendo la facciata di una repubblica, Cesare divenne di fatto il dittatore di Roma, arrogandosi il diritto di nominare i senatori e alterando la costituzione in modo che le assemblee potessero votare solo le leggi e i candidati da lui proposti. Nel 44 a.C. Cesare fu assassinato da alcuni membri del Senato che non erano più disposti ad accettare i suoi metodi (non lo aiutò il fatto che l'opinione pubblica fosse scandalizzata dalla sua relazione adulterina con quella strega straniera, Cleopatra).

In seguito alla morte di Cesare, il suo luogotenente Marco Antonio si alleò con Marco Lepido e con il figlio adottivo di Cesare, Gaio Ottaviano, per sconfiggere i suoi assassini repubblicani. Ma neppure Marco Antonio poté resistere al fascino di Cleopatra, che aveva avuto un figlio da Cesare e si mise all'opera per far risuscitare l'impero egizio con il suo aiuto. Da lì a poco i membri del "secondo triumvirato" cominciarono anche loro a litigare. Finì con Cleopatra, Antonio, il figlio di Cesare e tante altre persone morte, e Ottaviano (che ora si faceva chiamare "Augusto") nella posizione di dittatore permanente indiscusso, anche se i pericoli per Roma erano finiti da tempo. La repubblica era morta, ma era appena nato un impero; il mondo intero avrebbe "tremato di fronte al suo potere e alla sua gloria".

Per i quattro secoli successivi Roma sarebbe stata governata da dittatori, che presero il nome di "Cesare" per ricordare la provenienza del loro potere. La lunga lista di imperatori ne include qualcuno bravo (Tiberio, Vespasiano, Adriano), qualcuno brillante (Traiano, Marco Aurelio, Costantino), qualcuno né l'uno né l'altro (Otone, Pertinace, Balbino e tanti altri troppo numerosi da menzionare), e molti assolutamente scellerati (Caligola, Nerone, Commodo, e la lista continua). Alcuni regnarono a lungo (il record appartiene a Teodosio II con 48 anni) mentre altri durarono solo pochi mesi (o pochi giorni), finendo spesso passati a fil di spada dalla Guardia Pretoriana. L'intera situazione era resa più interessante da rivolte, ribellioni, tumulti, guerre e dallo sforzo costante di difendere i confini dalle orde barbariche.

Durante questo periodo i romani riuscirono a produrre alcune delle opere più grandi della storia. L'arte e la letteratura si erano finalmente liberate dalla necessità di copiare i greci in tutto e per tutto. La satira (un genere che i greci apprezzavano poco) è un'invenzione romana; la scultura, gli affreschi e la pittura di paesaggi (un'altra invenzione romana) sorpassarono tutto quanto si fosse visto in precedenza. I contributi di Roma all'architettura includono l'arco, la volta e la cupola; alcuni acquedotti, edifici e ponti romani sono ancora in piedi. Nel frattempo i romani più ricchi divennero i primi turisti della storia, girando l'Egitto, la Grecia e la Persia per ammirarne i monumenti. Quelli che restavano a casa si potevano divertire con i giochi sanguinari nel Colosseo e le corse dei carri al Circo Massimo; e per distrarli un po' quando la noia li assaliva c'erano sempre le crocifissioni lungo la via Appia.

All'apice del suo potere, sotto Traiano, l'impero si estendeva dalle pianure scozzesi fino alle montagne moresche, all'Eufrate e al Reno. Roma stessa era la più grande metropoli del mondo, con due milioni di abitanti fra cittadini e stranieri. Un fiume di prodotti importati arrivava dall'Africa, dalla Scandinavia e dalla lontana India: tutto era perfettamente misurato grazie a un sistema standard di pesi e misure e all'abaco, ideale controparte del sistema numerico romano. In effetti, la propensione romana per l'organizzazione era tale che, man mano che l'impero progrediva, venne standardizzato più o meno tutto.

Era un buon periodo per essere romani.

Nel III secolo d.C., però, le cose cominciarono ad andare in declino. L'amministrazione, vista la velocità delle comunicazioni dell'epoca, era diventata così pesante che non era possibile rispondere velocemente alle crisi. Nel 285 d.C. l'imperatore Diocleziano suddivise l'enorme impero in due metà, occidentale e orientale, con quella orientale amministrata da Bisanzio, sede di un secondo imperatore che avrebbe agito a nome del primo imperatore di Roma. Il cristianesimo attecchì a Roma, che era sempre stata tollerante verso tutte le fedi; l'imperatore Teodosio ne fece la religione di stato, e l'intolleranza che ne derivò allargò le crepe già presenti nella struttura sociale. I barbari, più avanzati tecnologicamente, cominciarono a premere ai confini dei possedimenti romani; e qualcuno ha avanzato l'ipotesi che i romani soffrissero tutti di avvelenamento da piombo a causa di quei fantastici acquedotti.

Indipendentemente dalle cause, gli ultimi anni dell'impero occidentale furono segnati da governanti inetti, usurpazioni e incursioni barbariche sin nel cuore delle terre di Roma. Nel 410 d.C. la città stessa fu saccheggiata dalle forze di Alarico, re dei Visigoti. I Vandali conquistarono l'Africa e diversi governatori provinciali si staccarono dall'impero per inseguire improbabili sogni dinastici. Finalmente il germano Odoacre, che era stato generale al servizio dei romani, occupò Roma, depose Romolo Augustolo e inviò le insegne imperiali a Bisanzio, autoproclamandosi re d'Italia. La "luce di Roma" si era spenta, anche se la sua ombra si staglia ancora sull'Europa e oltre.
PortraitSquare
icon_civilization_rome

Tratti caratteristici

Leader
icon_leader_trajan
Traiano
icon_leader_default
Giulio Cesare
Unità speciali
icon_unit_roman_legion
Legione
Infrastruttura speciale
icon_district_bath
Terme

Geografia & Dati sociali

Posizione
Europa (e Asia Minore, Africa, Medio Oriente e altre regioni)
Dimensioni
Più o meno 6,5 milioni di kmq sotto Traiano
Popolazione
Circa 88 milioni (all'apice)
Capitale
Roma
PortraitSquare
icon_civilization_rome

Tratti caratteristici

Leader
icon_leader_trajan
Traiano
icon_leader_default
Giulio Cesare
Unità speciali
icon_unit_roman_legion
Legione
Infrastruttura speciale
icon_district_bath
Terme

Geografia & Dati sociali

Posizione
Europa (e Asia Minore, Africa, Medio Oriente e altre regioni)
Dimensioni
Più o meno 6,5 milioni di kmq sotto Traiano
Popolazione
Circa 88 milioni (all'apice)
Capitale
Roma
Abilità esclusiva

Tutte le strade portano a Roma

Tutte le città che fondi o conquisti partono con una Base commerciale. Se sono all'interno del raggio di una Rotta commerciale con la tua capitale, partono anche con una strada che le collega a essa. Le tue Rotte commerciali fruttano +1 Oro quando attraversano le Basi commerciali nelle tue città.

Contesto storico
Non importa se si crede che Roma sia stata fondata intorno al 750 a.C. da Romolo e Remo, da un gruppo di esuli troiani o da un eterogeneo gruppo di reietti che trovò accoglienti le sue colline con la loro disponibilità di acqua: per qualche secolo tutte le strade, come recita il famoso detto, condussero a lei. Col tempo i patrizi scoprirono che i plebei potevano essere distratti dalle faccende importanti con pane e giochi (una verità che dura ancora), così la repubblica divenne una dittatura, e ancor più tardi un impero. Roma gettò le fondamenta delle civiltà occidentali e le sue tradizioni, buone e cattive, vivono ancora oggi.

Secondo la leggenda, la città fu fondata dai due gemelli Romolo e Remo, figli del dio Marte e di una principessa umana. I bambini furono abbandonati poco dopo la nascita, ma una lupa li avrebbe salvati allattandoli. Una volta cresciuti i due ragazzi fondarono una nuova città, poi litigarono su chi avrebbe dovuto comandare (o, secondo un'altra versione, sull'altezza di un muro). Romolo vinse, uccidendo il fratello e diventando primo re di Roma. Questa storia di abbandono, lupe e omicidio prefigura piuttosto chiaramente quella che sarebbe stata la storia successiva di Roma.

La posizione strategica di Roma la rese molto appetibile ai suoi vicini; per due secoli i latini dovettero respingere gli attacchi di etruschi e sabini, finché non li soggiogarono entrambi impadronendosi della loro cultura, religione, tecnologia, ricchezza e naturalmente di altre terre per Roma, stabilendo così un comodo schema da seguire per la successiva costruzione del loro impero.

La storia romana tradizionale dipinge l'ultimo re di Roma come un brutale tiranno. Questo malvagio monarca, Tarquinio il Superbo, sarebbe stato rovesciato dai cittadini dopo che il figlio aveva violentato una virtuosa nobildonna. Gli storici moderni ritengono che la realtà sia più prosaica: secondo gli accademici Roma fu catturata dagli etruschi, che espulsero il re, ma un evento esterno li obbligò a lasciare la città prima che potessero installare un monarca eletto da loro. I romani scoprirono che preferivano restare senza re e non richiamarono Tarquinio, preferendo istituire una repubblica basata a grandi linee (molto grandi) sul modello democratico greco (e i greci non è che fossero tanto democratici, nel senso moderno del termine).

La struttura politica era piuttosto complessa, ma più o meno funzionava così: Roma era governata da due consoli, che agivano da amministratori della città e comandanti militari. I consoli erano eletti ogni anno dai "comizi centuriati", che raccoglievano tutti i cittadini romani, patrizi o plebei che fossero. Per assicurare un comando univoco in tempi di grande pericolo, i consoli potevano nominare un "dittatore" dai poteri assoluti. Il secondo organo di governo era il Senato, composto da circa 300 uomini "virtuosi" scelti tra le famiglie più in vista. In teoria il Senato avrebbe avuto compiti unicamente consultivi, ma di fatto aveva una fortissima influenza (perché i suoi membri erano tutti ricchissimi), e i suoi "consigli" venivano seguiti quasi sempre. La Repubblica di Roma divenne il modello, nel bene e nel male, di quasi tutte le repubbliche successive.

Per gran parte della sua storia la Repubblica romana fu in guerra con uno o più dei suoi vicini, dal momento che i suoi territori si espandevano costantemente a spese di altri regni meno efficienti. Questi progressi furono spazzati via quando, nel 390 a.C., una tribù di Galli sconfisse le legioni e saccheggiò la città... e non sarebbe stata l'ultima volta che una torma di selvaggi barbari invadeva le strade della Città Eterna. Ci volle quasi mezzo secolo perché Roma si riprendesse da quella disfatta. A metà del III secolo a.C., comunque, era di nuovo padrona dell'Italia centrale, con molte colonie più a nord e a sud. I lavori procedevano speditamente per la costruzione di un'incomparabile rete di strade che avrebbe collegato facilmente ogni angolo della repubblica, mentre Roma costruiva anche la sua prima flotta... giusto in tempo per vedersene spedire la maggior parte sul fondo del Mediterraneo.

Man mano che la sua estensione e reputazione cresceva, Roma si trovò inevitabilmente in conflitto con altri regni regionali desiderosi di imporsi come grandi potenze. Uno di questi era Cartagine, una ex colonia fenicia situata sulla costa della Tunisia, in Nordafrica. In quel periodo Cartagine era a capo di un potente impero marittimo che comprendeva la maggior parte del Nordafrica a ovest dell'Egitto, le coste di Spagna e Francia e gran parte di Sicilia, Sardegna e Corsica. Per decidere chi avrebbe controllato il Mediterraneo occidentale, Roma e Cartagine combatterono tre guerre puniche dal 264 al 146 a.C. Alla fine, nonostante il genio militare di Annibale, il coraggio dei marinai cartaginesi e l'acume dei suoi politici, Cartagine sparì con tutti i suoi possedimenti nella fauci di quello che da lì a poco sarebbe stato l'Impero romano.

Roma continuò a combattere in tutto il Mediterraneo, e nel I secolo a.C. decine di migliaia di soldati tornarono come civili da terre lontane. Ma per i veterani non c'era lavoro, soprattutto dal momento che Roma era piena di schiavi catturati nei territori oltremare. Per essere eletti consoli i politici avrebbero dovuto conquistarsi le simpatie di questi ex-soldati: così la politica romana divenne sempre più populista, caratterizzata da scontri sempre più aspri. Era chiaro che il controllo di Roma sarebbe andato a chi fosse riuscito a comprare la lealtà di un esercito in preda al malcontento. Nel 62 a.C. tre uomini concordarono di spartirsi il potere; questo "primo triumvirato" era composto dal grande Gneo Pompeo, dal senatore Marco Crasso e da uno sconosciuto generale di ricca famiglia, Giulio Cesare.

Come si può immaginare, questi uomini avevano la stessa attitudine a cooperare e desiderio di condividere il potere di uno squalo killer: dopo la morte di Crasso in battaglia, Cesare e Pompeo si scagliarono l'uno alla gola dell'altro. Quando Cesare marciò su Roma con le sue fedeli legioni, Pompeo e il Senato fuggirono dalla città; nel 49 a.C. Cesare entrò a Roma senza incontrare opposizione. Pur mantenendo la facciata di una repubblica, Cesare divenne di fatto il dittatore di Roma, arrogandosi il diritto di nominare i senatori e alterando la costituzione in modo che le assemblee potessero votare solo le leggi e i candidati da lui proposti. Nel 44 a.C. Cesare fu assassinato da alcuni membri del Senato che non erano più disposti ad accettare i suoi metodi (non lo aiutò il fatto che l'opinione pubblica fosse scandalizzata dalla sua relazione adulterina con quella strega straniera, Cleopatra).

In seguito alla morte di Cesare, il suo luogotenente Marco Antonio si alleò con Marco Lepido e con il figlio adottivo di Cesare, Gaio Ottaviano, per sconfiggere i suoi assassini repubblicani. Ma neppure Marco Antonio poté resistere al fascino di Cleopatra, che aveva avuto un figlio da Cesare e si mise all'opera per far risuscitare l'impero egizio con il suo aiuto. Da lì a poco i membri del "secondo triumvirato" cominciarono anche loro a litigare. Finì con Cleopatra, Antonio, il figlio di Cesare e tante altre persone morte, e Ottaviano (che ora si faceva chiamare "Augusto") nella posizione di dittatore permanente indiscusso, anche se i pericoli per Roma erano finiti da tempo. La repubblica era morta, ma era appena nato un impero; il mondo intero avrebbe "tremato di fronte al suo potere e alla sua gloria".

Per i quattro secoli successivi Roma sarebbe stata governata da dittatori, che presero il nome di "Cesare" per ricordare la provenienza del loro potere. La lunga lista di imperatori ne include qualcuno bravo (Tiberio, Vespasiano, Adriano), qualcuno brillante (Traiano, Marco Aurelio, Costantino), qualcuno né l'uno né l'altro (Otone, Pertinace, Balbino e tanti altri troppo numerosi da menzionare), e molti assolutamente scellerati (Caligola, Nerone, Commodo, e la lista continua). Alcuni regnarono a lungo (il record appartiene a Teodosio II con 48 anni) mentre altri durarono solo pochi mesi (o pochi giorni), finendo spesso passati a fil di spada dalla Guardia Pretoriana. L'intera situazione era resa più interessante da rivolte, ribellioni, tumulti, guerre e dallo sforzo costante di difendere i confini dalle orde barbariche.

Durante questo periodo i romani riuscirono a produrre alcune delle opere più grandi della storia. L'arte e la letteratura si erano finalmente liberate dalla necessità di copiare i greci in tutto e per tutto. La satira (un genere che i greci apprezzavano poco) è un'invenzione romana; la scultura, gli affreschi e la pittura di paesaggi (un'altra invenzione romana) sorpassarono tutto quanto si fosse visto in precedenza. I contributi di Roma all'architettura includono l'arco, la volta e la cupola; alcuni acquedotti, edifici e ponti romani sono ancora in piedi. Nel frattempo i romani più ricchi divennero i primi turisti della storia, girando l'Egitto, la Grecia e la Persia per ammirarne i monumenti. Quelli che restavano a casa si potevano divertire con i giochi sanguinari nel Colosseo e le corse dei carri al Circo Massimo; e per distrarli un po' quando la noia li assaliva c'erano sempre le crocifissioni lungo la via Appia.

All'apice del suo potere, sotto Traiano, l'impero si estendeva dalle pianure scozzesi fino alle montagne moresche, all'Eufrate e al Reno. Roma stessa era la più grande metropoli del mondo, con due milioni di abitanti fra cittadini e stranieri. Un fiume di prodotti importati arrivava dall'Africa, dalla Scandinavia e dalla lontana India: tutto era perfettamente misurato grazie a un sistema standard di pesi e misure e all'abaco, ideale controparte del sistema numerico romano. In effetti, la propensione romana per l'organizzazione era tale che, man mano che l'impero progrediva, venne standardizzato più o meno tutto.

Era un buon periodo per essere romani.

Nel III secolo d.C., però, le cose cominciarono ad andare in declino. L'amministrazione, vista la velocità delle comunicazioni dell'epoca, era diventata così pesante che non era possibile rispondere velocemente alle crisi. Nel 285 d.C. l'imperatore Diocleziano suddivise l'enorme impero in due metà, occidentale e orientale, con quella orientale amministrata da Bisanzio, sede di un secondo imperatore che avrebbe agito a nome del primo imperatore di Roma. Il cristianesimo attecchì a Roma, che era sempre stata tollerante verso tutte le fedi; l'imperatore Teodosio ne fece la religione di stato, e l'intolleranza che ne derivò allargò le crepe già presenti nella struttura sociale. I barbari, più avanzati tecnologicamente, cominciarono a premere ai confini dei possedimenti romani; e qualcuno ha avanzato l'ipotesi che i romani soffrissero tutti di avvelenamento da piombo a causa di quei fantastici acquedotti.

Indipendentemente dalle cause, gli ultimi anni dell'impero occidentale furono segnati da governanti inetti, usurpazioni e incursioni barbariche sin nel cuore delle terre di Roma. Nel 410 d.C. la città stessa fu saccheggiata dalle forze di Alarico, re dei Visigoti. I Vandali conquistarono l'Africa e diversi governatori provinciali si staccarono dall'impero per inseguire improbabili sogni dinastici. Finalmente il germano Odoacre, che era stato generale al servizio dei romani, occupò Roma, depose Romolo Augustolo e inviò le insegne imperiali a Bisanzio, autoproclamandosi re d'Italia. La "luce di Roma" si era spenta, anche se la sua ombra si staglia ancora sull'Europa e oltre.
Lingua
Scegli l'insieme di regole
Get it on App StoreGet it on Google Play
Diritto d'autoreInformativa sulla Privacy