Concetti
Civiltà principali
Leader
Città-stato
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Edifici
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Rotte e miglioramenti

Introduzione

America

Arabia

Australia

Aztechi

Babilonia

Bisanzio

Brasile

Cina

Congo

Egitto

Etiopia

Francia

Galli

Germania

Giappone

Grande Colombia

Grecia

India

Indonesia

Inghilterra

Khmer

Macedonia

Maya

Norvegia

Nubia

Persia

Polonia

Portogallo

Roma

Russia

Scizia

Spagna

Sumeria

Vietnam

Bisanzio
Abilità esclusiva

Taxis

Le unità ricevono +3 alla Forza di combattimento o alla Forza religiosa per ogni Città Santa convertita alla religione di Bisanzio (compresa la stessa Città Santa bizantina). Inoltre la religione di Bisanzio viene diffusa nelle città vicine ogni volta che un'unità di una civiltà o città-stato nemica viene sconfitta. +1 punto Grande Profeta da ogni città che ha un distretto Luogo Santo.

Contesto storico
Il nome di Bisanzio, o impero bizantino, fa riferimento alla parte orientale dell'impero romano dopo la sua divisione. In effetti i suoi abitanti non avrebbero neppure riconosciuto il termine, che è stato adottato solo successivamente dagli storici. Bisanzio era il villaggio presente nell'area in cui l'imperatore Costantino fondò Costantinopoli (che, tanto per creare ancora più confusione, oggi si chiama Istanbul). La divisione tra oriente e occidente, basata su profonde differenze culturali, linguistiche e politiche nel Mediterraneo, in seguito portò al famoso scisma tra le chiese cristiane ortodossa (orientale) e cattolica (occidentale). Bisanzio continuò a portare avanti la tradizione di Roma, influenzando profondamente l'Europa dell'est fino alla sua caduta per mano degli Ottomani nel 1453.

Roma conquistò la Grecia intorno al 150 a.C., ma la sua relazione con il paese occupato, debole da un punto di vista militare ma forte culturalmente, restò complicata. Roma si era appropriata della religione, della filosofia e delle conoscenze dei greci, ma molti romani continuavano a considerarsi fondamentalmente diversi da loro. Laddove Roma era militarista ed espansionista, i greci preferivano la poesia e la filosofia. Rimase anche la divisione linguistica: latino su una sponda dell'Adriatico, greco sull'altra.

L'Oriente era profondamente diverso, ma il suo collegamento alle rotte commerciali lo rendeva vitale per l'impero, tanto che nel 330 d.C. Costantinopoli fu proclamata capitale. Costantino fu anche il primo imperatore romano ad abbracciare il cristianesimo: unita allo spostamento geografico, questa conversione segnò l'inizio di una nuova epoca nella storia romana, che alla fine avrebbe portato alla formazione dell'impero bizantino. Nei cent'anni successivi alla morte di Costantino l'impero d'occidente subì l'invasione di varie ondate di barbari europei, ma la parte orientale restò relativamente stabile e prosperò grazie ai collegamenti commerciali che si estendevano fino alla Persia, all'India e alla Cina. Nel 476 d.C. l'ultimo imperatore d'occidente fu deposto senza successori: per molti storici questo segnò la fine di Roma.

Ma l'impero non cadde realmente: piuttosto, Costantinopoli divenne sinonimo di "impero romano", tanto che quelle persone che oggi chiamiamo bizantini continuarono a chiamare se stessi "romani". Tuttavia, la cultura orientale era profondamente diversa da quella dell'ovest. A est si parlava perlopiù greco (sebbene i sudditi di Bisanzio parlassero anche molti altri linguaggi, tra cui copto in Egitto e siriano in Medio Oriente). Il cristianesimo, già importante nell'impero occidentale, a Bisanzio assunse un'importanza centrale. Agli occhi dei sudditi l'imperatore era il rappresentante di Dio sulla Terra e il difensore della fede cristiana ortodossa.

Se Costantino fu lo spirito fondante di Bisanzio, si può dire che Giustiniano (che regnò dal 527 al 565) fu il leader che lo portò alla grandezza. L'impero fu quasi distrutto sul nascere quando una sommossa scoppiata all'ippodromo tra tifosi delle varie squadre di corse di carri (che avevano assunto forti connotazioni politiche) portarono alla morte di decine di migliaia di persone, ridussero la città in cenere e quasi provocarono la morte dell'imperatore. Peggio ancora dei tifosi dei carri erano le guerre ereditate da Giustiniano: ai confini di Bisanzio premeva la dinastia persiana sassanide, mentre l'impero romano d'occidente era stato sostituito da una serie di regni barbari, tra cui quello dei goti a Roma e dei vandali in Nordafrica. Infine, l'impero di Giustiniano aveva ereditato una serie infinita di leggi e costumi spesso in contraddizione tra loro.

Tutti questi erano problemi temibili, ma Giustiniano li affrontò al meglio. A Costantinopoli creò un consiglio per rivedere le leggi e compilare un nuovo "Codice di Giustiniano". La pace coi persiani fu comprata. In Italia, dopo una lunga guerra contro i regni dei goti, Giustiniano riuscì a riprendere Roma e una parte della penisola italiana. In Nordafrica devastò i regni vandali con una guerra che secondo la stima di alcuni storici provocò la morte di quasi cinque milioni di persone. A questo potrebbe aver contribuito la comparsa della peste bubbonica, la prima nella storia europea e africana. L'azione di Giustiniano non solo salvò l'impero, ma lo rese prospero, senza contare che riportò Roma nelle mani dei romani (o quantomeno dei bizantini). Sotto Giustiniano l'impero d'oriente raggiunse la sua massima estensione nella storia.

Ma proprio quando sembrava che Bisanzio fosse destinata a ereditare il titolo di Roma come potenza dominante nel Mediterraneo, un nuovo rivale scese in campo. Circa cinquant'anni dopo la morte di Giustiniano nacque un profeta arabo, Maometto. I paesi arabi, riuniti nella nuova religione islamica, si espansero rapidamente. Anche se il califfato unito andò in pezzi poco dopo la morte di Maometto, i suoi successori, i califfati omayyade e rashidun, si impadronirono rapidamente dei territori che Bisanzio aveva strappato ai persiani e, cosa ancor più significativa, le importantissime province di Siria ed Egitto. Nello stesso periodo nuovi invasori dall'Europa settentrionale, gli slavi, minacciavano i possedimenti bizantini nei Balcani.

Le forze arabe cinsero d'assedio Costantinopoli per la prima volta nel 674 (non sarebbe stata l'ultima). Dopo aver stabilito delle basi navali nelle vicinanze, le usarono per compiere escursioni contro la grande città per anni. Ma l'allora imperatore Costantino IV e le colossali mura di Teodosio della città non avrebbero ceduto tanto facilmente. Costantino IV scatenò contro i nemici una nuova, devastante arma: un miscuglio di olio e calce viva che poteva bruciare anche mentre galleggiava sull'acqua. Questo nuovo "fuoco greco" riuscì a respingere gli assedianti, almeno per il momento.

In questo periodo l'impero bizantino non se la passava molto bene. I costanti saccheggi, la perdita di gran parte dei territori occidentali per mano dei barbari e quella dei possedimenti in Africa e in Medio Oriente aveva portato a una generale stagnazione. E le importanti rotte commerciali verso l'oriente? Tutto quell'oro adesso fluiva nelle casse degli stati arabi. Le città bizantine si svuotarono e la stessa Costantinopoli cominciò a decadere. Lo spostamento delle truppe dai Balcani per contrastare persiani e arabi diede spazio per espandersi agli slavi, che a loro volta si stavano ritirando davanti agli invasori provenienti dalle steppe dell'Asia centrale. Questi nuovi insediamenti slavi si riunirono nella Bulgaria, che sarebbe stata talvolta alleata, più spesso nemica di Bisanzio.

Mentre Bisanzio se la vedeva con tutti questi problemi, il califfato omayyade, forte delle sue recenti conquiste in Spagna, intravide la possibilità di catturare la città e lanciò un secondo assedio di Costantinopoli. Questa volta gli arabi volevano essere sicuri di vincere, così si assicurarono (o almeno, così credevano) la fedeltà di un ambizioso generale, Leone, che aveva già stretto un patto militare con i bulgari. Leone si dichiarò imperatore, ma invece di diventare vassallo degli omayyadi chiuse loro le porte e riuscì a prevalere grazie ad alcune strategie semplici ma ingegnose, per esempio bloccando una via d'acqua strategica con una catena per immobilizzare le navi arabe e renderle facili bersagli del fuoco greco. Leone diede il via a una nuova dinastia romana e i leader arabi dovettero ritirarsi. È probabile che il fallimento di quest'assedio abbia segnato profondamente la storia politica e religiosa dell'Europa orientale e della Russia.

Fin qui, la storia di Bisanzio sembra quella di un lungo declino. Gli anni successivi, però, diedero il via a un'epoca di restaurazione. Sotto Basilio I e Basilio II l'impero riformò l'esercito, adottando un sistema basato su soldati di professione organizzati in "tagmata" e nuove innovazioni nella cavalleria. Le forze bizantine respinsero le invasioni arabe (che ora erano portate avanti dal califfato abbaside) lungo le coste dell'Egeo, mentre nel 1018 Basilio II condusse una brutale campagna per soggiogare i bulgari e incorporare i loro territori nell'impero (i bulgari avrebbero recuperato l'indipendenza più di un secolo dopo). Persino gli eventi nella lontana Scandinavia influenzavano Bisanzio: mentre i Rus' lanciavano le loro scorrerie lungo il Volga, infatti, i Normanni minacciavano il Mediterraneo. Alcuni di questi gruppi, d'altro canto, arrivarono addirittura a servire nell'esercito imperiale.

Nel XII secolo Bisanzio ebbe la sua ultima età dell'oro. L'arte e la letteratura fiorivano, mentre sia in città sia nelle campagne vennero introdotti profondi miglioramenti alle infrastrutture. La religione era un aspetto centrale nella vita bizantina e fu durante questo periodo che si verificò lo scisma tra la chiesa cattolica, presente a Roma e nelle nazioni occidentali, e quella ortodossa a Bisanzio, in Grecia e in Oriente. Influenzati dalle idee musulmane e prendendo come ispirazione la proibizione biblica di venerare "immagini scolpite", nell'VIII secolo i cristiani ortodossi cominciarono a opporsi alla creazione di icone e immagini di figure religiose. Il papa di Roma non era d'accordo: questo portò a profonde tensioni che nel 756 ebbero come risultato la perdita definitiva di Roma da parte di Bisanzio. In seguito quest'ondata di "iconoclastia" si placò, ma restò una frattura profonda, dal momento che i papi di Roma non sarebbero mai più stati nominati da Costantinopoli. Lo scisma divenne definitivo nel 1054, quando la chiesa occidentale (cattolica) si divise da quella orientale (ortodossa). Questa volta la questione non era legata alle icone, ma alla disputa se il papa di Roma avesse il primato sui patriarchi delle altre città, oltre a una lunga serie di questioni rituali e teologiche. Lo scisma fu allo stesso tempo un sintomo e una concausa della separazione tra le due metà dell'Europa in termini di scrittura (cirillica e latina), di linguaggio (greco e latino) e di costumi.

Il solco ormai incolmabile tra le due chiese si manifestò in tutta evidenza con la disastrosa Quarta Crociata del 1204. Nel 1182 un usurpatore di nome Andronico Comneno entrò a Costantinopoli per rovesciare il governo della principessa Maria d'Antiochia, una reggente che parlava latino e aveva costumi occidentali; per questo era invisa al popolo, che l'accusava di favorire i cattolici rispetto agli ortodossi. Mentre Maria veniva deposta, la corona ortodossa diede il via a un massacro dei cittadini cattolici e di lingua latina. Questo alimentò un forte sentimento anti-bizantino in occidente, e alcuni decenni dopo i crociati, che in teoria erano diretti a Gerusalemme, arrivarono a Costantinopoli e la saccheggiarono, fondando uno stato cattolico nella prima Roma. Dopo il misfatto i crociati se ne andarono, ma lo scisma tra oriente e occidente era ormai compiuto.

Una nuova potenza entrò in scena: i turchi ottomani, un popolo dell'Asia centrale. Già impiegati come mercenari da bizantini e arabi, i turchi cominciarono a combattere per il proprio regno. Lentamente Bisanzio perse sempre più territori finché, nel 1453, le leggendarie mura di Costantinopoli caddero sotto i colpi delle bombarde ottomane.

Oggi Costantinopoli si chiama Istanbul, ma i segni della sua influenza si possono ritrovare nella chiesa ortodossa, in Russia, Grecia ed Egitto, così come in tutta l'Europa orientale. Ed è ancora possibile ammirare le famose mura di Teodosio.
PortraitSquare
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Tratti caratteristici

Leader
icon_leader_default
Basilio II
icon_leader_default
Teodora
Unità speciali
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Dromone
Infrastruttura speciale
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Ippodromo

Geografia & Dati sociali

Posizione
Posizione: Mediterraneo orientale, tra l'odierna Turchia e la Grecia
Dimensioni
Circa 4 milioni di kmq
Popolazione
26 milioni (al suo picco, intorno al 540 d.C.)
Capitale
Costantinopoli
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Tratti caratteristici

Leader
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Basilio II
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Teodora
Unità speciali
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Dromone
Infrastruttura speciale
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Ippodromo

Geografia & Dati sociali

Posizione
Posizione: Mediterraneo orientale, tra l'odierna Turchia e la Grecia
Dimensioni
Circa 4 milioni di kmq
Popolazione
26 milioni (al suo picco, intorno al 540 d.C.)
Capitale
Costantinopoli
Abilità esclusiva

Taxis

Le unità ricevono +3 alla Forza di combattimento o alla Forza religiosa per ogni Città Santa convertita alla religione di Bisanzio (compresa la stessa Città Santa bizantina). Inoltre la religione di Bisanzio viene diffusa nelle città vicine ogni volta che un'unità di una civiltà o città-stato nemica viene sconfitta. +1 punto Grande Profeta da ogni città che ha un distretto Luogo Santo.

Contesto storico
Il nome di Bisanzio, o impero bizantino, fa riferimento alla parte orientale dell'impero romano dopo la sua divisione. In effetti i suoi abitanti non avrebbero neppure riconosciuto il termine, che è stato adottato solo successivamente dagli storici. Bisanzio era il villaggio presente nell'area in cui l'imperatore Costantino fondò Costantinopoli (che, tanto per creare ancora più confusione, oggi si chiama Istanbul). La divisione tra oriente e occidente, basata su profonde differenze culturali, linguistiche e politiche nel Mediterraneo, in seguito portò al famoso scisma tra le chiese cristiane ortodossa (orientale) e cattolica (occidentale). Bisanzio continuò a portare avanti la tradizione di Roma, influenzando profondamente l'Europa dell'est fino alla sua caduta per mano degli Ottomani nel 1453.

Roma conquistò la Grecia intorno al 150 a.C., ma la sua relazione con il paese occupato, debole da un punto di vista militare ma forte culturalmente, restò complicata. Roma si era appropriata della religione, della filosofia e delle conoscenze dei greci, ma molti romani continuavano a considerarsi fondamentalmente diversi da loro. Laddove Roma era militarista ed espansionista, i greci preferivano la poesia e la filosofia. Rimase anche la divisione linguistica: latino su una sponda dell'Adriatico, greco sull'altra.

L'Oriente era profondamente diverso, ma il suo collegamento alle rotte commerciali lo rendeva vitale per l'impero, tanto che nel 330 d.C. Costantinopoli fu proclamata capitale. Costantino fu anche il primo imperatore romano ad abbracciare il cristianesimo: unita allo spostamento geografico, questa conversione segnò l'inizio di una nuova epoca nella storia romana, che alla fine avrebbe portato alla formazione dell'impero bizantino. Nei cent'anni successivi alla morte di Costantino l'impero d'occidente subì l'invasione di varie ondate di barbari europei, ma la parte orientale restò relativamente stabile e prosperò grazie ai collegamenti commerciali che si estendevano fino alla Persia, all'India e alla Cina. Nel 476 d.C. l'ultimo imperatore d'occidente fu deposto senza successori: per molti storici questo segnò la fine di Roma.

Ma l'impero non cadde realmente: piuttosto, Costantinopoli divenne sinonimo di "impero romano", tanto che quelle persone che oggi chiamiamo bizantini continuarono a chiamare se stessi "romani". Tuttavia, la cultura orientale era profondamente diversa da quella dell'ovest. A est si parlava perlopiù greco (sebbene i sudditi di Bisanzio parlassero anche molti altri linguaggi, tra cui copto in Egitto e siriano in Medio Oriente). Il cristianesimo, già importante nell'impero occidentale, a Bisanzio assunse un'importanza centrale. Agli occhi dei sudditi l'imperatore era il rappresentante di Dio sulla Terra e il difensore della fede cristiana ortodossa.

Se Costantino fu lo spirito fondante di Bisanzio, si può dire che Giustiniano (che regnò dal 527 al 565) fu il leader che lo portò alla grandezza. L'impero fu quasi distrutto sul nascere quando una sommossa scoppiata all'ippodromo tra tifosi delle varie squadre di corse di carri (che avevano assunto forti connotazioni politiche) portarono alla morte di decine di migliaia di persone, ridussero la città in cenere e quasi provocarono la morte dell'imperatore. Peggio ancora dei tifosi dei carri erano le guerre ereditate da Giustiniano: ai confini di Bisanzio premeva la dinastia persiana sassanide, mentre l'impero romano d'occidente era stato sostituito da una serie di regni barbari, tra cui quello dei goti a Roma e dei vandali in Nordafrica. Infine, l'impero di Giustiniano aveva ereditato una serie infinita di leggi e costumi spesso in contraddizione tra loro.

Tutti questi erano problemi temibili, ma Giustiniano li affrontò al meglio. A Costantinopoli creò un consiglio per rivedere le leggi e compilare un nuovo "Codice di Giustiniano". La pace coi persiani fu comprata. In Italia, dopo una lunga guerra contro i regni dei goti, Giustiniano riuscì a riprendere Roma e una parte della penisola italiana. In Nordafrica devastò i regni vandali con una guerra che secondo la stima di alcuni storici provocò la morte di quasi cinque milioni di persone. A questo potrebbe aver contribuito la comparsa della peste bubbonica, la prima nella storia europea e africana. L'azione di Giustiniano non solo salvò l'impero, ma lo rese prospero, senza contare che riportò Roma nelle mani dei romani (o quantomeno dei bizantini). Sotto Giustiniano l'impero d'oriente raggiunse la sua massima estensione nella storia.

Ma proprio quando sembrava che Bisanzio fosse destinata a ereditare il titolo di Roma come potenza dominante nel Mediterraneo, un nuovo rivale scese in campo. Circa cinquant'anni dopo la morte di Giustiniano nacque un profeta arabo, Maometto. I paesi arabi, riuniti nella nuova religione islamica, si espansero rapidamente. Anche se il califfato unito andò in pezzi poco dopo la morte di Maometto, i suoi successori, i califfati omayyade e rashidun, si impadronirono rapidamente dei territori che Bisanzio aveva strappato ai persiani e, cosa ancor più significativa, le importantissime province di Siria ed Egitto. Nello stesso periodo nuovi invasori dall'Europa settentrionale, gli slavi, minacciavano i possedimenti bizantini nei Balcani.

Le forze arabe cinsero d'assedio Costantinopoli per la prima volta nel 674 (non sarebbe stata l'ultima). Dopo aver stabilito delle basi navali nelle vicinanze, le usarono per compiere escursioni contro la grande città per anni. Ma l'allora imperatore Costantino IV e le colossali mura di Teodosio della città non avrebbero ceduto tanto facilmente. Costantino IV scatenò contro i nemici una nuova, devastante arma: un miscuglio di olio e calce viva che poteva bruciare anche mentre galleggiava sull'acqua. Questo nuovo "fuoco greco" riuscì a respingere gli assedianti, almeno per il momento.

In questo periodo l'impero bizantino non se la passava molto bene. I costanti saccheggi, la perdita di gran parte dei territori occidentali per mano dei barbari e quella dei possedimenti in Africa e in Medio Oriente aveva portato a una generale stagnazione. E le importanti rotte commerciali verso l'oriente? Tutto quell'oro adesso fluiva nelle casse degli stati arabi. Le città bizantine si svuotarono e la stessa Costantinopoli cominciò a decadere. Lo spostamento delle truppe dai Balcani per contrastare persiani e arabi diede spazio per espandersi agli slavi, che a loro volta si stavano ritirando davanti agli invasori provenienti dalle steppe dell'Asia centrale. Questi nuovi insediamenti slavi si riunirono nella Bulgaria, che sarebbe stata talvolta alleata, più spesso nemica di Bisanzio.

Mentre Bisanzio se la vedeva con tutti questi problemi, il califfato omayyade, forte delle sue recenti conquiste in Spagna, intravide la possibilità di catturare la città e lanciò un secondo assedio di Costantinopoli. Questa volta gli arabi volevano essere sicuri di vincere, così si assicurarono (o almeno, così credevano) la fedeltà di un ambizioso generale, Leone, che aveva già stretto un patto militare con i bulgari. Leone si dichiarò imperatore, ma invece di diventare vassallo degli omayyadi chiuse loro le porte e riuscì a prevalere grazie ad alcune strategie semplici ma ingegnose, per esempio bloccando una via d'acqua strategica con una catena per immobilizzare le navi arabe e renderle facili bersagli del fuoco greco. Leone diede il via a una nuova dinastia romana e i leader arabi dovettero ritirarsi. È probabile che il fallimento di quest'assedio abbia segnato profondamente la storia politica e religiosa dell'Europa orientale e della Russia.

Fin qui, la storia di Bisanzio sembra quella di un lungo declino. Gli anni successivi, però, diedero il via a un'epoca di restaurazione. Sotto Basilio I e Basilio II l'impero riformò l'esercito, adottando un sistema basato su soldati di professione organizzati in "tagmata" e nuove innovazioni nella cavalleria. Le forze bizantine respinsero le invasioni arabe (che ora erano portate avanti dal califfato abbaside) lungo le coste dell'Egeo, mentre nel 1018 Basilio II condusse una brutale campagna per soggiogare i bulgari e incorporare i loro territori nell'impero (i bulgari avrebbero recuperato l'indipendenza più di un secolo dopo). Persino gli eventi nella lontana Scandinavia influenzavano Bisanzio: mentre i Rus' lanciavano le loro scorrerie lungo il Volga, infatti, i Normanni minacciavano il Mediterraneo. Alcuni di questi gruppi, d'altro canto, arrivarono addirittura a servire nell'esercito imperiale.

Nel XII secolo Bisanzio ebbe la sua ultima età dell'oro. L'arte e la letteratura fiorivano, mentre sia in città sia nelle campagne vennero introdotti profondi miglioramenti alle infrastrutture. La religione era un aspetto centrale nella vita bizantina e fu durante questo periodo che si verificò lo scisma tra la chiesa cattolica, presente a Roma e nelle nazioni occidentali, e quella ortodossa a Bisanzio, in Grecia e in Oriente. Influenzati dalle idee musulmane e prendendo come ispirazione la proibizione biblica di venerare "immagini scolpite", nell'VIII secolo i cristiani ortodossi cominciarono a opporsi alla creazione di icone e immagini di figure religiose. Il papa di Roma non era d'accordo: questo portò a profonde tensioni che nel 756 ebbero come risultato la perdita definitiva di Roma da parte di Bisanzio. In seguito quest'ondata di "iconoclastia" si placò, ma restò una frattura profonda, dal momento che i papi di Roma non sarebbero mai più stati nominati da Costantinopoli. Lo scisma divenne definitivo nel 1054, quando la chiesa occidentale (cattolica) si divise da quella orientale (ortodossa). Questa volta la questione non era legata alle icone, ma alla disputa se il papa di Roma avesse il primato sui patriarchi delle altre città, oltre a una lunga serie di questioni rituali e teologiche. Lo scisma fu allo stesso tempo un sintomo e una concausa della separazione tra le due metà dell'Europa in termini di scrittura (cirillica e latina), di linguaggio (greco e latino) e di costumi.

Il solco ormai incolmabile tra le due chiese si manifestò in tutta evidenza con la disastrosa Quarta Crociata del 1204. Nel 1182 un usurpatore di nome Andronico Comneno entrò a Costantinopoli per rovesciare il governo della principessa Maria d'Antiochia, una reggente che parlava latino e aveva costumi occidentali; per questo era invisa al popolo, che l'accusava di favorire i cattolici rispetto agli ortodossi. Mentre Maria veniva deposta, la corona ortodossa diede il via a un massacro dei cittadini cattolici e di lingua latina. Questo alimentò un forte sentimento anti-bizantino in occidente, e alcuni decenni dopo i crociati, che in teoria erano diretti a Gerusalemme, arrivarono a Costantinopoli e la saccheggiarono, fondando uno stato cattolico nella prima Roma. Dopo il misfatto i crociati se ne andarono, ma lo scisma tra oriente e occidente era ormai compiuto.

Una nuova potenza entrò in scena: i turchi ottomani, un popolo dell'Asia centrale. Già impiegati come mercenari da bizantini e arabi, i turchi cominciarono a combattere per il proprio regno. Lentamente Bisanzio perse sempre più territori finché, nel 1453, le leggendarie mura di Costantinopoli caddero sotto i colpi delle bombarde ottomane.

Oggi Costantinopoli si chiama Istanbul, ma i segni della sua influenza si possono ritrovare nella chiesa ortodossa, in Russia, Grecia ed Egitto, così come in tutta l'Europa orientale. Ed è ancora possibile ammirare le famose mura di Teodosio.
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