Concetti
Civiltà principali
Leader
Città-stato
Distretti
Edifici
Meraviglie e Progetti
Unità
Promozioni Unità
Grandi Personaggi
Tecnologie
Progressi civici
Governi e politiche
Religioni
Terreni e caratteristiche
Risorse
Rotte e miglioramenti

Introduzione

America

Arabia

Australia

Aztechi

Babilonia

Bisanzio

Brasile

Cina

Congo

Egitto

Etiopia

Francia

Galli

Germania

Giappone

Grande Colombia

Grecia

India

Indonesia

Inghilterra

Khmer

Macedonia

Maya

Norvegia

Nubia

Persia

Polonia

Portogallo

Roma

Russia

Scizia

Spagna

Sumeria

Vietnam

Brasile
Abilità esclusiva

Amazzonia

Le caselle di foresta pluviale forniscono un bonus da vicinanza di +1 ai distretti Campus, Snodo commerciale, Luogo Santo e Piazza del Teatro. Inoltre forniscono +1 Appeal alle caselle adiacenti invece del normale -1.

Contesto storico
Paulo Coelho, il più grande romanziere brasiliano, ha scritto del suo popolo: "andavano alla ricerca del tesoro del loro futuro, senza volerlo effettivamente vivere". Anche se i brasiliani hanno un'economia che è la settima del mondo (e in costante crescita), un crogiuolo culturale dalle mille sfaccettature, il più alto standard di vita del continente e uno dei migliori ecosistemi del pianeta, molte persone li considerano ancora degli inveterati festaioli e nulla più. Questo preconcetto oggi può anche essere giustificato, in parte, ma il passato del Brasile è tutto tranne che un Carnevale. In effetti, per la maggior parte è stato piuttosto cupo.

Quando il Papa decise di spartire le terre del Nuovo Mondo con il Trattato di Tordesillas, nel 1494, la grossa protuberanza che si estendeva dal Sudamerica finì ai portoghesi. Il Portogallo non ottenne altro, ma gli andò comunque bene. I territori furono rivendicati da Pedro Cabral nell'aprile del 1500, quando la flotta che stava conducendo verso sud lungo la costa africana, per doppiare il Capo di Buona Speranza, fu spinta a ovest, così tanto da sbarcare in Sudamerica per sbaglio. Al suo arrivo, la costa e il bacino amazzonico erano abitati da circa 2000 tribù di nativi (chiamati "Indios"). Semi-nomadi, questi popoli vivevano di caccia, pesca, agricoltura migrante, guerra tribale e cannibalismo. Visto che era chiaro che i nativi non stavano sfruttando la ricca terra locale e che certamente non erano "buoni cristiani", nel 1532 i primi coloni portoghesi cominciarono a rivendicare i territori per sé.

La Corona cominciò a manifestare un certo interesse dopo la scoperta del pernambuco, un legno compatto di colore rosso-arancio, ottimo per realizzare tinture e costruire strumenti musicali e mobili di qualità. Nel 1534 il re Dom João III promosse missioni coloniali private. Nel 1549 il re nominò un governatore-generale e il Brasile diventò ufficialmente una colonia portoghese. Attraverso diverse guerre contro la Francia, i portoghesi estesero a poco a poco i loro possedimenti verso nord e verso sud, conquistando Rio de Janeiro nel 1567 e São Luís nel 1615. Nel 1680 il Portogallo rivendicò le terre intorno al Rio de la Plata, che diventò il più meridionale dei suoi territori. Nel frattempo le roccaforti inglesi e olandesi nell'interno dell'Amazzonia venivano catturate; le tribù dei nativi assimilate, ridotte in schiavitù o sterminate.

La colonizzazione del Brasile fu una faccenda pericolosa: decine di migliaia di Indios morirono per le malattie europee, così come migliaia di europei morirono per le febbri locali. L'interno del paese era caldo e umido, occupato più che altro da giungla e paludi interrotte da vasti fiumi, in cui il più piccolo graffio poteva portare a una morte orribile. Chi riusciva a non farsi sparare addosso dagli altri coloni, o mangiare dai nativi, rischiava comunque per la flora (spesso velenosa) e la fauna (sempre affamata), dalle zanzare ai caimani. Se tutto questo non fosse bastato, c'erano sempre le storie sui serpenti giganti che ti potevano stritolare o i pesci che ti spolpavano in pochi secondi. Nonostante tutto questo, i cocciuti portoghesi continuarono a spingersi verso l'interno, stabilendo avamposti e piantagioni lungo le rive dei fiumi.

Alla fine del XVII secolo il Brasile era la più grande e importante colonia del Portogallo. Oltre al pernambuco, i prodotti maggiormente esportati erano zucchero, tinture e spezie. Per far fronte alla domanda internazionale di queste merci, i portoghesi cominciarono a importare schiavi dall'Africa; con gli anni il Portogallo sarebbe diventato una delle nazioni più importanti nel commercio degli schiavi (e gli schiavi in Brasile avrebbero raggiunto le centinaia di migliaia). Perché morire in modo estremamente sgradevole cercando fortuna nella giungla, quando qualcun altro poteva farlo per un pugno di centavos? Intanto i cercatori avevano inseguito invano il miraggio dell'oro nelle giungle e sulle colline, finché furono scoperti ricchi giacimenti nello stato di Minas Gerais. La conseguente corsa all'oro procurò tante e tali ricchezze che nel 1763 la capitale coloniale fu trasferita a sud, da Salvador a Rio de Janeiro (il governo non voleva rischiare di perdere la sua fetta).

Le città portuali lungo la costa continuarono a espandersi: Rio, Recife, Maceio, Fortaleza e altre, tutte impegnate a esportare le ricchezze del paese. Queste città divennero i centri culturali della colonia, con chiese, scuole, sale da concerto, taverne, case di tolleranza, organizzazioni femminili e tutti gli altri accessori della civiltà. Un fiume di persone in cerca di fortuna si riversò nel paese dalla madrepatria. Poi, nel marzo 1808, la famiglia reale (guidata da Maria "la Pazza") e i ministri, giunsero a Rio de Janeiro per rifugiarsi in Brasile, visto che erano riusciti a farsi portare via il Portogallo da Napoleone. Il principe reggente João, che governava al posto della madre Maria I, dichiarata incapace per "infermità mentale", ristabilì la sua capitale a Rio e governò da lì il suo "impero".

Durante la sua residenza João mise in opera tutti i ministeri di una capitale sovrana e istituì una biblioteca reale, un'accademia militare, una zecca, una tipografia, una facoltà di medicina e una di legge. Nel 1815 dichiarò il Brasile un regno di pari rango del Portogallo, all'interno dell'impero. Dopo la sconfitta della Francia, preferì rimanere in Brasile, finché fu richiamato in Portogallo per occuparsi di alcune rivolte. Nell'aprile del 1821 nominò re suo figlio Pedro. I ministri di Pedro, molti dei quali erano nati in Brasile, lo spronarono a chiedere l'indipendenza; nel settembre del 1822, il giovane reggente emanò la dichiarazione di indipendenza del Brasile e nel giro di tre mesi, con fretta sconveniente, fu incoronato imperatore col nome di Pedro I. Nel 1825 il governo portoghese riconobbe ufficialmente la sovranità del Brasile (con una certa riluttanza, ma non è che potesse fare molto nella situazione in cui si trovava); nel corso dello stesso anno, la maggior parte delle nazioni europee fece egualmente.

Pedro I cercò di far sì che il Brasile non patisse i conflitti e le rivoluzioni che stavano affliggendo le nazioni vicine. A questo scopo Pedro I fu il primo artefice di una nuova costituzione piuttosto liberale e all'avanguardia... quantomeno per i tempi; ma era sempre più coinvolto nelle faccende del Portogallo, così nel 1831 abdicò in favore del figlio di cinque anni, per poter tornare in Europa e rivendicare la corona di famiglia. Per risolvere il vuoto causato dalla sua improvvisa partenza, il figlio di Pedro fu dichiarato ufficialmente maggiorenne già a 14 anni e incoronato imperatore con il nome di Pedro II l'anno successivo. I cinquant'anni di regno del nuovo imperatore furono illuminati e progressisti, e il Brasile godette di un'"età dell'oro" in ogni campo: politico, economico, industriale, sociale e culturale. Sotto Pedro II il Brasile vinse tre guerre, estese la sua reputazione internazionale, si modernizzò, riformò il sistema legale e monetario, aumentò la varietà delle coltivazioni e abolì la schiavitù. Ma quest'ultima riforma gli tolse il sostegno dei proprietari terrieri; inoltre con l'avanzare dell'età, Pedro II aveva perso sempre più il contatto con la nuova classe borghese cittadina e con i movimenti studenteschi liberali promossi dai suoi stessi ideali e dalla sua politica. Benché l'imperatore fosse ancora rispettato e amato dal popolo, nel novembre del 1889 un colpo di stato incruento lo depose e instaurò una repubblica (che non durò molto). Patriota fino all'ultimo, quando partì per l'esilio, Pedro II espresse il suo "ardente auspicio per la grandezza e la prosperità del Brasile".

Per tutto il secolo successivo il Brasile fu governato da una serie di dittatori e giunte militari, con un occasionale esperimento democratico, presto soffocato dall'ennesimo generale ambizioso. Nel 1894, in un periodo di pace, il generale Peixoto cedette con riluttanza la presidenza al primo civile in carica, Prudente de Morais. In precedenza de Morais era stato governatore dello stato di San Paolo, ricco di coltivazioni di caffè, e per questo viene ricordato come il primo dei "presidenti del caffè". Questi presidenti, per lo più ricchi politici e proprietari terrieri di San Paolo e Minas Gerais, riformarono l'economia, modernizzarono le infrastrutture del paese, mantennero la pace e governarono la nazione durante un periodo di turbolenze internazionali, ricorrendo a una politica di isolazionismo quasi totale. Ma di vera democrazia ce n'era ben poca, perché solo alla minoranza latifondista era permesso votare: le elezioni erano spesso "pilotate" e i politici locali godevano di un'impunità quasi totale, a condizione che appoggiassero il presidente in carica.

Due eventi portarono definitivamente alla fine del periodo dei "presidenti del caffè". Innanzitutto il prezzo del caffè stesso precipitò durante la depressione mondiale degli anni 30, e senza disporre di un sacco di soldi, era difficile farsi eleggere per farne altri; inoltre crebbe l'influenza di un nuovo movimento, composto da ufficiali giovani (i "Tenentes"). Sposando il populismo, i Tenentes non propugnavano la democrazia, ma le riforme e il progresso; credevano fermamente che solo le forze armate avrebbero potuto proiettare la nazione nell'epoca moderna. A tale scopo i giovani ufficiali volevano cacciare i politici borghesi, estendere la portata del governo federale, modernizzare l'esercito ed eliminare il regionalismo in favore di un forte governo centralizzato. La depressione e la generale tensione portarono Getulio Vargas, un candidato presidenziale sconfitto, a prendere il potere con il sostegno dei Tenentes.

Vargas avrebbe dovuto assumere il potere temporaneamente, per la durata della crisi economica; invece sciolse il Congresso, sospese la costituzione e al posto dei governatori statali mise i suoi sostenitori, per la maggioranza militari. In seguito a un fallito colpo di stato comunista nel 1935 e a uno fascista nel 1938, il regime di Vargas divenne una vera e propria dittatura, famosa per la sua brutalità e la censura nei confronti della stampa. Nel 1964 un altro colpo di stato rovesciò il governo. Benché i suoi metodi fossero duri, la nuova giunta fu meno brutale di quelle in altre parti del continente; tra le altre cose promosse il capitalismo, la modernizzazione del paese e la stipula di trattati internazionali. Di conseguenza fu popolare anche tra le classi medio-basse, nonostante gli arresti, le torture e le esecuzioni senza processo. Nel 1974 assunse la presidenza il generale Ernesto Geisel, che sorprendendo tutti lanciò una campagna "lenta, graduale e sicura", per riportare il paese sotto un governo democratico. Nel giro di qualche anno cessarono le torture dei prigionieri politici e la censura alla stampa, finché finalmente la stessa giunta abrogò se stessa. Il successore di Geisel continuò il processo di democratizzazione e nel 1985 José Sarney fu eletto presidente con le prime libere elezioni, dopo che dei problemi di salute (e la successiva morte) impedirono a Tancredo Neves di prendere servizio.
PortraitSquare
icon_civilization_brazil

Tratti caratteristici

Leader
icon_leader_pedro
Pedro II
Unità speciali
icon_unit_brazilian_minas_geraes
Minas Gerais
Infrastruttura speciale
icon_district_street_carnival
Carnevale

Geografia & Dati sociali

Posizione
Sudamerica
Dimensioni
Più o meno 8,5 milioni di kmq
Popolazione
Circa 193 milioni
Capitale
Varie (Salvador, Rio de Janeiro, attualmente Brasilia)
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Tratti caratteristici

Leader
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Pedro II
Unità speciali
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Minas Gerais
Infrastruttura speciale
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Carnevale

Geografia & Dati sociali

Posizione
Sudamerica
Dimensioni
Più o meno 8,5 milioni di kmq
Popolazione
Circa 193 milioni
Capitale
Varie (Salvador, Rio de Janeiro, attualmente Brasilia)
Abilità esclusiva

Amazzonia

Le caselle di foresta pluviale forniscono un bonus da vicinanza di +1 ai distretti Campus, Snodo commerciale, Luogo Santo e Piazza del Teatro. Inoltre forniscono +1 Appeal alle caselle adiacenti invece del normale -1.

Contesto storico
Paulo Coelho, il più grande romanziere brasiliano, ha scritto del suo popolo: "andavano alla ricerca del tesoro del loro futuro, senza volerlo effettivamente vivere". Anche se i brasiliani hanno un'economia che è la settima del mondo (e in costante crescita), un crogiuolo culturale dalle mille sfaccettature, il più alto standard di vita del continente e uno dei migliori ecosistemi del pianeta, molte persone li considerano ancora degli inveterati festaioli e nulla più. Questo preconcetto oggi può anche essere giustificato, in parte, ma il passato del Brasile è tutto tranne che un Carnevale. In effetti, per la maggior parte è stato piuttosto cupo.

Quando il Papa decise di spartire le terre del Nuovo Mondo con il Trattato di Tordesillas, nel 1494, la grossa protuberanza che si estendeva dal Sudamerica finì ai portoghesi. Il Portogallo non ottenne altro, ma gli andò comunque bene. I territori furono rivendicati da Pedro Cabral nell'aprile del 1500, quando la flotta che stava conducendo verso sud lungo la costa africana, per doppiare il Capo di Buona Speranza, fu spinta a ovest, così tanto da sbarcare in Sudamerica per sbaglio. Al suo arrivo, la costa e il bacino amazzonico erano abitati da circa 2000 tribù di nativi (chiamati "Indios"). Semi-nomadi, questi popoli vivevano di caccia, pesca, agricoltura migrante, guerra tribale e cannibalismo. Visto che era chiaro che i nativi non stavano sfruttando la ricca terra locale e che certamente non erano "buoni cristiani", nel 1532 i primi coloni portoghesi cominciarono a rivendicare i territori per sé.

La Corona cominciò a manifestare un certo interesse dopo la scoperta del pernambuco, un legno compatto di colore rosso-arancio, ottimo per realizzare tinture e costruire strumenti musicali e mobili di qualità. Nel 1534 il re Dom João III promosse missioni coloniali private. Nel 1549 il re nominò un governatore-generale e il Brasile diventò ufficialmente una colonia portoghese. Attraverso diverse guerre contro la Francia, i portoghesi estesero a poco a poco i loro possedimenti verso nord e verso sud, conquistando Rio de Janeiro nel 1567 e São Luís nel 1615. Nel 1680 il Portogallo rivendicò le terre intorno al Rio de la Plata, che diventò il più meridionale dei suoi territori. Nel frattempo le roccaforti inglesi e olandesi nell'interno dell'Amazzonia venivano catturate; le tribù dei nativi assimilate, ridotte in schiavitù o sterminate.

La colonizzazione del Brasile fu una faccenda pericolosa: decine di migliaia di Indios morirono per le malattie europee, così come migliaia di europei morirono per le febbri locali. L'interno del paese era caldo e umido, occupato più che altro da giungla e paludi interrotte da vasti fiumi, in cui il più piccolo graffio poteva portare a una morte orribile. Chi riusciva a non farsi sparare addosso dagli altri coloni, o mangiare dai nativi, rischiava comunque per la flora (spesso velenosa) e la fauna (sempre affamata), dalle zanzare ai caimani. Se tutto questo non fosse bastato, c'erano sempre le storie sui serpenti giganti che ti potevano stritolare o i pesci che ti spolpavano in pochi secondi. Nonostante tutto questo, i cocciuti portoghesi continuarono a spingersi verso l'interno, stabilendo avamposti e piantagioni lungo le rive dei fiumi.

Alla fine del XVII secolo il Brasile era la più grande e importante colonia del Portogallo. Oltre al pernambuco, i prodotti maggiormente esportati erano zucchero, tinture e spezie. Per far fronte alla domanda internazionale di queste merci, i portoghesi cominciarono a importare schiavi dall'Africa; con gli anni il Portogallo sarebbe diventato una delle nazioni più importanti nel commercio degli schiavi (e gli schiavi in Brasile avrebbero raggiunto le centinaia di migliaia). Perché morire in modo estremamente sgradevole cercando fortuna nella giungla, quando qualcun altro poteva farlo per un pugno di centavos? Intanto i cercatori avevano inseguito invano il miraggio dell'oro nelle giungle e sulle colline, finché furono scoperti ricchi giacimenti nello stato di Minas Gerais. La conseguente corsa all'oro procurò tante e tali ricchezze che nel 1763 la capitale coloniale fu trasferita a sud, da Salvador a Rio de Janeiro (il governo non voleva rischiare di perdere la sua fetta).

Le città portuali lungo la costa continuarono a espandersi: Rio, Recife, Maceio, Fortaleza e altre, tutte impegnate a esportare le ricchezze del paese. Queste città divennero i centri culturali della colonia, con chiese, scuole, sale da concerto, taverne, case di tolleranza, organizzazioni femminili e tutti gli altri accessori della civiltà. Un fiume di persone in cerca di fortuna si riversò nel paese dalla madrepatria. Poi, nel marzo 1808, la famiglia reale (guidata da Maria "la Pazza") e i ministri, giunsero a Rio de Janeiro per rifugiarsi in Brasile, visto che erano riusciti a farsi portare via il Portogallo da Napoleone. Il principe reggente João, che governava al posto della madre Maria I, dichiarata incapace per "infermità mentale", ristabilì la sua capitale a Rio e governò da lì il suo "impero".

Durante la sua residenza João mise in opera tutti i ministeri di una capitale sovrana e istituì una biblioteca reale, un'accademia militare, una zecca, una tipografia, una facoltà di medicina e una di legge. Nel 1815 dichiarò il Brasile un regno di pari rango del Portogallo, all'interno dell'impero. Dopo la sconfitta della Francia, preferì rimanere in Brasile, finché fu richiamato in Portogallo per occuparsi di alcune rivolte. Nell'aprile del 1821 nominò re suo figlio Pedro. I ministri di Pedro, molti dei quali erano nati in Brasile, lo spronarono a chiedere l'indipendenza; nel settembre del 1822, il giovane reggente emanò la dichiarazione di indipendenza del Brasile e nel giro di tre mesi, con fretta sconveniente, fu incoronato imperatore col nome di Pedro I. Nel 1825 il governo portoghese riconobbe ufficialmente la sovranità del Brasile (con una certa riluttanza, ma non è che potesse fare molto nella situazione in cui si trovava); nel corso dello stesso anno, la maggior parte delle nazioni europee fece egualmente.

Pedro I cercò di far sì che il Brasile non patisse i conflitti e le rivoluzioni che stavano affliggendo le nazioni vicine. A questo scopo Pedro I fu il primo artefice di una nuova costituzione piuttosto liberale e all'avanguardia... quantomeno per i tempi; ma era sempre più coinvolto nelle faccende del Portogallo, così nel 1831 abdicò in favore del figlio di cinque anni, per poter tornare in Europa e rivendicare la corona di famiglia. Per risolvere il vuoto causato dalla sua improvvisa partenza, il figlio di Pedro fu dichiarato ufficialmente maggiorenne già a 14 anni e incoronato imperatore con il nome di Pedro II l'anno successivo. I cinquant'anni di regno del nuovo imperatore furono illuminati e progressisti, e il Brasile godette di un'"età dell'oro" in ogni campo: politico, economico, industriale, sociale e culturale. Sotto Pedro II il Brasile vinse tre guerre, estese la sua reputazione internazionale, si modernizzò, riformò il sistema legale e monetario, aumentò la varietà delle coltivazioni e abolì la schiavitù. Ma quest'ultima riforma gli tolse il sostegno dei proprietari terrieri; inoltre con l'avanzare dell'età, Pedro II aveva perso sempre più il contatto con la nuova classe borghese cittadina e con i movimenti studenteschi liberali promossi dai suoi stessi ideali e dalla sua politica. Benché l'imperatore fosse ancora rispettato e amato dal popolo, nel novembre del 1889 un colpo di stato incruento lo depose e instaurò una repubblica (che non durò molto). Patriota fino all'ultimo, quando partì per l'esilio, Pedro II espresse il suo "ardente auspicio per la grandezza e la prosperità del Brasile".

Per tutto il secolo successivo il Brasile fu governato da una serie di dittatori e giunte militari, con un occasionale esperimento democratico, presto soffocato dall'ennesimo generale ambizioso. Nel 1894, in un periodo di pace, il generale Peixoto cedette con riluttanza la presidenza al primo civile in carica, Prudente de Morais. In precedenza de Morais era stato governatore dello stato di San Paolo, ricco di coltivazioni di caffè, e per questo viene ricordato come il primo dei "presidenti del caffè". Questi presidenti, per lo più ricchi politici e proprietari terrieri di San Paolo e Minas Gerais, riformarono l'economia, modernizzarono le infrastrutture del paese, mantennero la pace e governarono la nazione durante un periodo di turbolenze internazionali, ricorrendo a una politica di isolazionismo quasi totale. Ma di vera democrazia ce n'era ben poca, perché solo alla minoranza latifondista era permesso votare: le elezioni erano spesso "pilotate" e i politici locali godevano di un'impunità quasi totale, a condizione che appoggiassero il presidente in carica.

Due eventi portarono definitivamente alla fine del periodo dei "presidenti del caffè". Innanzitutto il prezzo del caffè stesso precipitò durante la depressione mondiale degli anni 30, e senza disporre di un sacco di soldi, era difficile farsi eleggere per farne altri; inoltre crebbe l'influenza di un nuovo movimento, composto da ufficiali giovani (i "Tenentes"). Sposando il populismo, i Tenentes non propugnavano la democrazia, ma le riforme e il progresso; credevano fermamente che solo le forze armate avrebbero potuto proiettare la nazione nell'epoca moderna. A tale scopo i giovani ufficiali volevano cacciare i politici borghesi, estendere la portata del governo federale, modernizzare l'esercito ed eliminare il regionalismo in favore di un forte governo centralizzato. La depressione e la generale tensione portarono Getulio Vargas, un candidato presidenziale sconfitto, a prendere il potere con il sostegno dei Tenentes.

Vargas avrebbe dovuto assumere il potere temporaneamente, per la durata della crisi economica; invece sciolse il Congresso, sospese la costituzione e al posto dei governatori statali mise i suoi sostenitori, per la maggioranza militari. In seguito a un fallito colpo di stato comunista nel 1935 e a uno fascista nel 1938, il regime di Vargas divenne una vera e propria dittatura, famosa per la sua brutalità e la censura nei confronti della stampa. Nel 1964 un altro colpo di stato rovesciò il governo. Benché i suoi metodi fossero duri, la nuova giunta fu meno brutale di quelle in altre parti del continente; tra le altre cose promosse il capitalismo, la modernizzazione del paese e la stipula di trattati internazionali. Di conseguenza fu popolare anche tra le classi medio-basse, nonostante gli arresti, le torture e le esecuzioni senza processo. Nel 1974 assunse la presidenza il generale Ernesto Geisel, che sorprendendo tutti lanciò una campagna "lenta, graduale e sicura", per riportare il paese sotto un governo democratico. Nel giro di qualche anno cessarono le torture dei prigionieri politici e la censura alla stampa, finché finalmente la stessa giunta abrogò se stessa. Il successore di Geisel continuò il processo di democratizzazione e nel 1985 José Sarney fu eletto presidente con le prime libere elezioni, dopo che dei problemi di salute (e la successiva morte) impedirono a Tancredo Neves di prendere servizio.
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