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Introduzione

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Francia

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Grecia

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Macedonia

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Nubia

Persia

Polonia

Portogallo

Roma

Russia

Scizia

Spagna

Sumeria

Vietnam

Francia
Abilità esclusiva

Grand Tour

+20% alla Produzione per la costruzione di Meraviglie di epoca medievale, rinascimentale e industriale. +100% al Turismo dalle Meraviglie di qualsiasi epoca.

Contesto storico
I francesi hanno regalato alla civiltà l'alta cucina, l'alta moda, i contralti maschi e un sacco di altre cose "alte". Ma i francesi non sono solo cultura; anzi, hanno anche contribuito alla storia con la guerra dei Cent'anni, il regno del Terrore, la conquista dell'Europa da parte di Napoleone...

Con l'impero in grave difficoltà, a un certo punto i romani dovettero rinunciare definitivamente a mantenere il controllo della Gallia. All'inizio dell'Alto Medioevo sorsero così diversi regni franchi, la maggior parte dei quali durò solo un paio di generazioni. Alla fine, nella parte occidentale dell'impero di Carlo Magno nacque un regno medievale più o meno corrispondente all'odierna Francia. Alla morte dell'ultimo re carolingio, per evitare sanguinose lotte dinastiche l'Arcivescovo di Reims radunò i nobili francesi affinché scegliessero un nuovo monarca. Alla fine il prescelto fu il duca Ugo Capeto, incoronato Rex Francorum dal prelato di Reims nel luglio del 987. Quest'elezione diede origine alla Francia moderna e allo stesso tempo mise sul trono la sua dinastia regnante più longeva (i capetingi, tranne qualche sfortunata interruzione, governarono infatti sino al 1848).

La solidità della dinastia dei capetingi si fondava su diversi fattori. Ovviamente erano re cattolici, sebbene il loro fervore religioso variasse ampiamente dall'uno all'altro, e quindi alleati alla Chiesa, che vedeva di buon occhio un forte governo centrale in Francia. Col tempo la casata venne riconosciuta dagli altri reali (tranne i cocciuti inglesi) come antica e illustre, quindi intrinsecamente superiore a tutte le alternative. Inoltre i capetingi tendevano ad andare piuttosto d'accordo tra di loro, un vantaggio eccezionale quando veniva il momento di discutere una successione. Tradizionalmente i fratelli minori del re ricevevano un appannaggio (ducati, contee, cittadine e così via) per mitigare eventuali amarezze suscitate dalla regola della primogenitura (questo ovviamente non valeva per le sorelle, che in genere venivano "sistemate" il più velocemente possibile con un matrimonio). Se escludiamo la disputa religiosa tra cattolici e ugonotti, la Francia riuscì a evitare le guerre civili che squassarono la maggior parte dei suoi vicini. Il commercio, le arti e i mestieri fiorirono, così come la religione (se consideriamo solo quella cattolica) e l'istruzione (la Sorbona, l'università di Parigi, fu fondata nel 1150). Grazie a tutto questo i reali godevano del supporto di tutta la popolazione.

Per due secoli il potere e l'influenza dei capetingi continuarono a crescere, nonostante qualche passo falso come la partecipazione a una mezza dozzina di crociate per liberare la Terrasanta, il coinvolgimento nelle dispute delle città-stato italiane, la soppressione dei movimenti ereticali in Francia (tra fiumi di sangue), il massacro dei cavalieri Templari nel 1312 per impadronirsi delle loro ricchezze e, naturalmente, la guerra dei Cent'anni (che in realtà ne durò 116, ma non facciamo i pedanti).

All'inizio del XIV secolo la Francia era la nazione più potente sul continente. Nel 1328 il regno passò a Filippo VI. I Plantageneti, re d'Inghilterra, possedevano l'Aquitania e potevano avanzare un'esigua pretesa al trono francese, che però non avevano rivendicato al momento della successione. Ma quando nel 1337 Filippo VI confiscò l'Aquitania, Edoardo III d'Inghilterra, decisamente irritato, rimise sul piatto la questione e scatenò la guerra tra le due dinastie. Nel giugno del 1346 Edoardo invase la Francia, riportò una vittoria decisiva a Crécy (dove gli incauti cavalieri francesi si fecero massacrare) e catturò il porto di Calais. Poi arrivò la Peste Nera, che sterminò un sacco di gente e rallentò significativamente lo svolgimento di ulteriori campagne (una cosa che scocciò parecchio i giovani nobili).

Nel 1356 la pestilenza era passata, così lo spargimento di sangue poté riprendere con buona lena. Nel settembre di quell'anno, a Poitiers, il re francese riuscì a farsi catturare (e la maggior parte dei suoi nobili a farsi uccidere) da Edoardo, il Principe Nero. Ma i francesi si rifiutarono di pagarne il riscatto, così Giovanni II morì prigioniero. La guerra si trascinò fino a un altro glorioso massacro, la battaglia di Azincourt, dopodiché nel 1420 il Trattato di Troyes stipulò l'unificazione delle due corone nella piccola persona di Enrico VI, re d'Inghilterra e ora anche di Francia. Ma non tutti furono d'accordo. Il delfino Carlo VII fu dichiarato illegittimo ed escluso dalla successione, sebbene molti francesi lo preferissero a qualsivoglia monarca inglese. Tra questi c'era una strana (a dir poco, visto che sentiva le voci e aveva le visioni) giovane contadina di nome Giovanna. Nel giro di pochi anni Giovanna d'Arco ispirò i francesi e li condusse alla vittoria, respingendo gli inglesi su tutti i fronti. Carlo fu proclamato re nel 1429; due anni dopo la "santa" Giovanna ardeva sul rogo.

Alla fine di tutto questo sul trono di Francia sedeva la casata dei Valois, un ramo cadetto dei capetingi. Questi monarchi ebbero molto più potere e influenza dei loro predecessori: laddove Filippo I (1060-1108) riusciva a malapena a controllare i riottosi baroni a Parigi, il Borbone (un altro ramo cadetto) Enrico IV (1589-1610) fu in grado di sfidare contemporaneamente il Papa e il Sacro Romano Imperatore asburgico. Benché i loro regni siano generalmente durati meno, questi monarchi lasciarono un segno molto profondo sul corso della storia.

La Francia divenne una potenza seconda a nessuno, nonché il centro della cultura e della raffinatezza europea, durante i gloriosi regni dei Luigi: Luigi XIII il Giusto, Luigi XIV il Re Sole, Luigi XV il Beneamato e lo sfortunato Luigi XVI (il ghigliottinato). Sotto il regno di Luigi XVIII di Borbone la Francia si unì alla corsa per la colonizzazione; i suoi esploratori e coloni raggiunsero ogni angolo del globo, dal Nordafrica alle Americhe e all'Asia. Le ultime vestigia del feudalesimo erano scomparse già durante il lungo regno del Re Sole (anche se non tutti i servi se n'erano accorti) e il grandioso palazzo di Versailles era stato (quasi) completato. Si susseguirono grandi generali come Turenne e Vauban, grandi scrittori come Molière e Racine e tanti altri artisti in tutti i campi. Sotto l'occhio benevolo di Luigi XV, Madame de Pompadour, una delle più celebri favorite reali di tutti i tempi, ebbe un'enorme influenza sulle arti, specialmente l'architettura e la decorazione di interni (ah, quei meravigliosi mobili "Louis Quinze"). Nel giro di due generazioni la Francia passò dal serioso gotico al dorato rococò. Ma l'Ancien Régime crollò rovinosamente nel 1789.

Non potendo più sopportare l'iniqua distribuzione della ricchezza nel paese, nel luglio di quell'anno i cittadini di Parigi assaltarono la Bastiglia e si liberarono del giogo della monarchia. Rivoluzione e repubblicanesimo si diffusero ovunque. Infiammati dai concetti di liberté, égalité, fraternité e da quei bravi giovani di Robespierre, Danton e Marat, i rivoluzionari istituirono il Regno del Terrore, usando la nuova, "misericordiosa" invenzione della ghigliottina per mettere a morte migliaia di privilegiati e chiunque non andasse a genio al Comitato di sicurezza generale. La Costituzione del giugno 1793 istituì la Prima Repubblica francese; in seguito gran parte dei suoi artefici fu imprigionata o ghigliottinata. Le teste coronate d'Europa non potevano lasciare che queste idee liberali andassero impunite, così la Prima Coalizione (che includeva tra le altre nazioni Austria, Prussia, Gran Bretagna e Spagna) attaccò la Francia.

Nel 1795 il governo era in mano a un Direttorio formato da cinque membri eletti, ma le cose non andavano troppo bene. Nel novembre del 1799, sfruttando la popolarità ottenuta con le vittorie che aveva riportato combattendo per la Repubblica, con un colpo di stato il corso Napoleone Bonaparte abolì il Direttorio e instaurò il Primo Impero Francese. Nei quindici anni successivi i francesi si batterono contro una serie di coalizioni (sei in tutto), in genere sconfiggendole sonoramente. Ma la pura e semplice quantità di forze ammassate contro Napoleone cominciò a logorarlo. Nella penisola iberica e in Russia la Francia perse molte migliaia di uomini, e gli inglesi controllavano i mari. Per far tornare i conti, Napoleone dovette addirittura vendere la Louisiana ai neonati Stati Uniti. Finalmente la Sesta Coalizione, dopo la storica ritirata dalla Russia, sconfisse la Grande Armée a Lipsia, entrò a Parigi nel marzo del 1814, esiliò Napoleone sull'isola d'Elba e instaurò nuovamente la monarchia dei Borboni.

L'esilio non durò a lungo: Bonaparte tornò in Francia e mobilitò un altro esercito. Luigi XVIII, sofferente di gotta ma dalla reazione pronta, scappò da Parigi e andò a nascondersi in Olanda. I monarchi europei dovettero raccogliere una nuova coalizione che, dopo cento giorni emozionanti, sgominò i francesi alla Battaglia di Waterloo. Napoleone fu mandato ancora in esilio, stavolta a Sant'Elena (dove sarebbe morto nel 1821 a 51 anni). La Francia era nuovamente un regno... fino al 1848. In quell'anno un'altra rivoluzione, non meglio organizzata della prima, rovesciò i capetingi una volta per tutte e istituì la Seconda Repubblica. Questa durò solo tre anni prima che Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, seguendo le orme dello zio, rovesciasse il governo e fondasse il Secondo Impero francese.

A sua volta quest'imperò durò solo fino al 1870, quando Napoleone III venne catturato dai prussiani alla battaglia di Sedan, durante la guerra franco-prussiana. L'Assemblea nazionale fu occupata da una torma di parigini che esigevano un cambiamento. I deputati, che non erano degli sciocchi, dichiararono prontamente la nascita della Terza Repubblica. L'imperatrice fuggì in Inghilterra e il repubblicanesimo si impadronì ancora una volta della Francia (sembra proprio che non ce la facessero a fare le cose per bene). I prussiani, nel frattempo, si erano guadagnati l'Alsazia-Lorena e avevano riunificato la Germania... ma questa è un'altra storia.

Tutto sommato la Terza Repubblica se la cavò discretamente, stringendo subito legami con Inghilterra, Russia e Stati Uniti. Il paese riuscì a consolidare la presa sui pochi brandelli di territori coloniali che gli restavano. La decadente Parigi divenne centro di piaceri per tutto il mondo: come falene verso la fiamma, i turisti si riversavano a vedere il Moulin Rouge, la Rive gauche, il Crazy Horse e il Bal Bullier. Le radici dell'avanguardia cominciarono ad attecchire; la belle époque era in piena fioritura. I francesi insegnarono a tutto il mondo come mangiare, vestirsi e imporre una moda. La Francia riuscì addirittura a superare la Prima guerra mondiale senza cambiare metodo di governo, anche se quella vittoria di Pirro la lasciò devastata e impoverita.

La Terza Repubblica riuscì a sopravvivere fino al 1940, quando fu rimpiazzata dal governo di Vichy, che si occupò della parte della Francia che il Terzo Reich non si era neanche preso la briga di occupare. Dopo quattro lunghi anni, tra l'estate e l'autunno del 1944 la Francia metropolitana fu liberata da inglesi e americani (nonostante i proclami di De Gaulle sulle prodezze delle forze di liberazione francesi). Nel 1945 la Germania nazista era ormai sconfitta, la Seconda guerra mondiale finita. Era il momento di adottare un altro governo: stavolta era il turno della Quarta Repubblica, la cui costituzione fu promulgata nell'ottobre del 1946.

L'evento che scatenò il collasso (sì, un altro ancora) della Quarta Repubblica fu la crisi algerina del 1958. Dopo le devastazioni della guerra mondiale, i leader francesi avevano versato ancora altro sangue cercando di tenersi strette le ultima vestigia dell'impero coloniale, in particolare Indocina e Algeria. La crisi di Suez del 1956 fu un altro disastro. Nel maggio del 1958, l'Assemblea nazionale riportò de Gaulle al potere; ben presto quest'ultimo sciolse la Quarta Repubblica e ne creò una Quinta, basata sulla sua "politica della grandeur". Secondo il generale, infatti, la grandezza era connaturata nella natura stessa della Francia... ed è stato così da allora.
PortraitSquare
icon_civilization_france

Tratti caratteristici

Leader
icon_leader_catherine_de_medici
Caterina de' Medici (Regina nera)
icon_leader_default
Caterina de' Medici (la Magnifica)
Unità speciali
icon_unit_french_garde_imperiale
Garde Impériale
Infrastruttura speciale
icon_improvement_chateau
Château

Geografia & Dati sociali

Posizione
Europa
Dimensioni
Circa 640.600 kmq
Popolazione
Circa 66,6 milioni
Capitale
Varie (Orléans, Tours, Versailles, Vichy, soprattutto Parigi)
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Tratti caratteristici

Leader
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Caterina de' Medici (Regina nera)
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Caterina de' Medici (la Magnifica)
Unità speciali
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Garde Impériale
Infrastruttura speciale
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Château

Geografia & Dati sociali

Posizione
Europa
Dimensioni
Circa 640.600 kmq
Popolazione
Circa 66,6 milioni
Capitale
Varie (Orléans, Tours, Versailles, Vichy, soprattutto Parigi)
Abilità esclusiva

Grand Tour

+20% alla Produzione per la costruzione di Meraviglie di epoca medievale, rinascimentale e industriale. +100% al Turismo dalle Meraviglie di qualsiasi epoca.

Contesto storico
I francesi hanno regalato alla civiltà l'alta cucina, l'alta moda, i contralti maschi e un sacco di altre cose "alte". Ma i francesi non sono solo cultura; anzi, hanno anche contribuito alla storia con la guerra dei Cent'anni, il regno del Terrore, la conquista dell'Europa da parte di Napoleone...

Con l'impero in grave difficoltà, a un certo punto i romani dovettero rinunciare definitivamente a mantenere il controllo della Gallia. All'inizio dell'Alto Medioevo sorsero così diversi regni franchi, la maggior parte dei quali durò solo un paio di generazioni. Alla fine, nella parte occidentale dell'impero di Carlo Magno nacque un regno medievale più o meno corrispondente all'odierna Francia. Alla morte dell'ultimo re carolingio, per evitare sanguinose lotte dinastiche l'Arcivescovo di Reims radunò i nobili francesi affinché scegliessero un nuovo monarca. Alla fine il prescelto fu il duca Ugo Capeto, incoronato Rex Francorum dal prelato di Reims nel luglio del 987. Quest'elezione diede origine alla Francia moderna e allo stesso tempo mise sul trono la sua dinastia regnante più longeva (i capetingi, tranne qualche sfortunata interruzione, governarono infatti sino al 1848).

La solidità della dinastia dei capetingi si fondava su diversi fattori. Ovviamente erano re cattolici, sebbene il loro fervore religioso variasse ampiamente dall'uno all'altro, e quindi alleati alla Chiesa, che vedeva di buon occhio un forte governo centrale in Francia. Col tempo la casata venne riconosciuta dagli altri reali (tranne i cocciuti inglesi) come antica e illustre, quindi intrinsecamente superiore a tutte le alternative. Inoltre i capetingi tendevano ad andare piuttosto d'accordo tra di loro, un vantaggio eccezionale quando veniva il momento di discutere una successione. Tradizionalmente i fratelli minori del re ricevevano un appannaggio (ducati, contee, cittadine e così via) per mitigare eventuali amarezze suscitate dalla regola della primogenitura (questo ovviamente non valeva per le sorelle, che in genere venivano "sistemate" il più velocemente possibile con un matrimonio). Se escludiamo la disputa religiosa tra cattolici e ugonotti, la Francia riuscì a evitare le guerre civili che squassarono la maggior parte dei suoi vicini. Il commercio, le arti e i mestieri fiorirono, così come la religione (se consideriamo solo quella cattolica) e l'istruzione (la Sorbona, l'università di Parigi, fu fondata nel 1150). Grazie a tutto questo i reali godevano del supporto di tutta la popolazione.

Per due secoli il potere e l'influenza dei capetingi continuarono a crescere, nonostante qualche passo falso come la partecipazione a una mezza dozzina di crociate per liberare la Terrasanta, il coinvolgimento nelle dispute delle città-stato italiane, la soppressione dei movimenti ereticali in Francia (tra fiumi di sangue), il massacro dei cavalieri Templari nel 1312 per impadronirsi delle loro ricchezze e, naturalmente, la guerra dei Cent'anni (che in realtà ne durò 116, ma non facciamo i pedanti).

All'inizio del XIV secolo la Francia era la nazione più potente sul continente. Nel 1328 il regno passò a Filippo VI. I Plantageneti, re d'Inghilterra, possedevano l'Aquitania e potevano avanzare un'esigua pretesa al trono francese, che però non avevano rivendicato al momento della successione. Ma quando nel 1337 Filippo VI confiscò l'Aquitania, Edoardo III d'Inghilterra, decisamente irritato, rimise sul piatto la questione e scatenò la guerra tra le due dinastie. Nel giugno del 1346 Edoardo invase la Francia, riportò una vittoria decisiva a Crécy (dove gli incauti cavalieri francesi si fecero massacrare) e catturò il porto di Calais. Poi arrivò la Peste Nera, che sterminò un sacco di gente e rallentò significativamente lo svolgimento di ulteriori campagne (una cosa che scocciò parecchio i giovani nobili).

Nel 1356 la pestilenza era passata, così lo spargimento di sangue poté riprendere con buona lena. Nel settembre di quell'anno, a Poitiers, il re francese riuscì a farsi catturare (e la maggior parte dei suoi nobili a farsi uccidere) da Edoardo, il Principe Nero. Ma i francesi si rifiutarono di pagarne il riscatto, così Giovanni II morì prigioniero. La guerra si trascinò fino a un altro glorioso massacro, la battaglia di Azincourt, dopodiché nel 1420 il Trattato di Troyes stipulò l'unificazione delle due corone nella piccola persona di Enrico VI, re d'Inghilterra e ora anche di Francia. Ma non tutti furono d'accordo. Il delfino Carlo VII fu dichiarato illegittimo ed escluso dalla successione, sebbene molti francesi lo preferissero a qualsivoglia monarca inglese. Tra questi c'era una strana (a dir poco, visto che sentiva le voci e aveva le visioni) giovane contadina di nome Giovanna. Nel giro di pochi anni Giovanna d'Arco ispirò i francesi e li condusse alla vittoria, respingendo gli inglesi su tutti i fronti. Carlo fu proclamato re nel 1429; due anni dopo la "santa" Giovanna ardeva sul rogo.

Alla fine di tutto questo sul trono di Francia sedeva la casata dei Valois, un ramo cadetto dei capetingi. Questi monarchi ebbero molto più potere e influenza dei loro predecessori: laddove Filippo I (1060-1108) riusciva a malapena a controllare i riottosi baroni a Parigi, il Borbone (un altro ramo cadetto) Enrico IV (1589-1610) fu in grado di sfidare contemporaneamente il Papa e il Sacro Romano Imperatore asburgico. Benché i loro regni siano generalmente durati meno, questi monarchi lasciarono un segno molto profondo sul corso della storia.

La Francia divenne una potenza seconda a nessuno, nonché il centro della cultura e della raffinatezza europea, durante i gloriosi regni dei Luigi: Luigi XIII il Giusto, Luigi XIV il Re Sole, Luigi XV il Beneamato e lo sfortunato Luigi XVI (il ghigliottinato). Sotto il regno di Luigi XVIII di Borbone la Francia si unì alla corsa per la colonizzazione; i suoi esploratori e coloni raggiunsero ogni angolo del globo, dal Nordafrica alle Americhe e all'Asia. Le ultime vestigia del feudalesimo erano scomparse già durante il lungo regno del Re Sole (anche se non tutti i servi se n'erano accorti) e il grandioso palazzo di Versailles era stato (quasi) completato. Si susseguirono grandi generali come Turenne e Vauban, grandi scrittori come Molière e Racine e tanti altri artisti in tutti i campi. Sotto l'occhio benevolo di Luigi XV, Madame de Pompadour, una delle più celebri favorite reali di tutti i tempi, ebbe un'enorme influenza sulle arti, specialmente l'architettura e la decorazione di interni (ah, quei meravigliosi mobili "Louis Quinze"). Nel giro di due generazioni la Francia passò dal serioso gotico al dorato rococò. Ma l'Ancien Régime crollò rovinosamente nel 1789.

Non potendo più sopportare l'iniqua distribuzione della ricchezza nel paese, nel luglio di quell'anno i cittadini di Parigi assaltarono la Bastiglia e si liberarono del giogo della monarchia. Rivoluzione e repubblicanesimo si diffusero ovunque. Infiammati dai concetti di liberté, égalité, fraternité e da quei bravi giovani di Robespierre, Danton e Marat, i rivoluzionari istituirono il Regno del Terrore, usando la nuova, "misericordiosa" invenzione della ghigliottina per mettere a morte migliaia di privilegiati e chiunque non andasse a genio al Comitato di sicurezza generale. La Costituzione del giugno 1793 istituì la Prima Repubblica francese; in seguito gran parte dei suoi artefici fu imprigionata o ghigliottinata. Le teste coronate d'Europa non potevano lasciare che queste idee liberali andassero impunite, così la Prima Coalizione (che includeva tra le altre nazioni Austria, Prussia, Gran Bretagna e Spagna) attaccò la Francia.

Nel 1795 il governo era in mano a un Direttorio formato da cinque membri eletti, ma le cose non andavano troppo bene. Nel novembre del 1799, sfruttando la popolarità ottenuta con le vittorie che aveva riportato combattendo per la Repubblica, con un colpo di stato il corso Napoleone Bonaparte abolì il Direttorio e instaurò il Primo Impero Francese. Nei quindici anni successivi i francesi si batterono contro una serie di coalizioni (sei in tutto), in genere sconfiggendole sonoramente. Ma la pura e semplice quantità di forze ammassate contro Napoleone cominciò a logorarlo. Nella penisola iberica e in Russia la Francia perse molte migliaia di uomini, e gli inglesi controllavano i mari. Per far tornare i conti, Napoleone dovette addirittura vendere la Louisiana ai neonati Stati Uniti. Finalmente la Sesta Coalizione, dopo la storica ritirata dalla Russia, sconfisse la Grande Armée a Lipsia, entrò a Parigi nel marzo del 1814, esiliò Napoleone sull'isola d'Elba e instaurò nuovamente la monarchia dei Borboni.

L'esilio non durò a lungo: Bonaparte tornò in Francia e mobilitò un altro esercito. Luigi XVIII, sofferente di gotta ma dalla reazione pronta, scappò da Parigi e andò a nascondersi in Olanda. I monarchi europei dovettero raccogliere una nuova coalizione che, dopo cento giorni emozionanti, sgominò i francesi alla Battaglia di Waterloo. Napoleone fu mandato ancora in esilio, stavolta a Sant'Elena (dove sarebbe morto nel 1821 a 51 anni). La Francia era nuovamente un regno... fino al 1848. In quell'anno un'altra rivoluzione, non meglio organizzata della prima, rovesciò i capetingi una volta per tutte e istituì la Seconda Repubblica. Questa durò solo tre anni prima che Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, seguendo le orme dello zio, rovesciasse il governo e fondasse il Secondo Impero francese.

A sua volta quest'imperò durò solo fino al 1870, quando Napoleone III venne catturato dai prussiani alla battaglia di Sedan, durante la guerra franco-prussiana. L'Assemblea nazionale fu occupata da una torma di parigini che esigevano un cambiamento. I deputati, che non erano degli sciocchi, dichiararono prontamente la nascita della Terza Repubblica. L'imperatrice fuggì in Inghilterra e il repubblicanesimo si impadronì ancora una volta della Francia (sembra proprio che non ce la facessero a fare le cose per bene). I prussiani, nel frattempo, si erano guadagnati l'Alsazia-Lorena e avevano riunificato la Germania... ma questa è un'altra storia.

Tutto sommato la Terza Repubblica se la cavò discretamente, stringendo subito legami con Inghilterra, Russia e Stati Uniti. Il paese riuscì a consolidare la presa sui pochi brandelli di territori coloniali che gli restavano. La decadente Parigi divenne centro di piaceri per tutto il mondo: come falene verso la fiamma, i turisti si riversavano a vedere il Moulin Rouge, la Rive gauche, il Crazy Horse e il Bal Bullier. Le radici dell'avanguardia cominciarono ad attecchire; la belle époque era in piena fioritura. I francesi insegnarono a tutto il mondo come mangiare, vestirsi e imporre una moda. La Francia riuscì addirittura a superare la Prima guerra mondiale senza cambiare metodo di governo, anche se quella vittoria di Pirro la lasciò devastata e impoverita.

La Terza Repubblica riuscì a sopravvivere fino al 1940, quando fu rimpiazzata dal governo di Vichy, che si occupò della parte della Francia che il Terzo Reich non si era neanche preso la briga di occupare. Dopo quattro lunghi anni, tra l'estate e l'autunno del 1944 la Francia metropolitana fu liberata da inglesi e americani (nonostante i proclami di De Gaulle sulle prodezze delle forze di liberazione francesi). Nel 1945 la Germania nazista era ormai sconfitta, la Seconda guerra mondiale finita. Era il momento di adottare un altro governo: stavolta era il turno della Quarta Repubblica, la cui costituzione fu promulgata nell'ottobre del 1946.

L'evento che scatenò il collasso (sì, un altro ancora) della Quarta Repubblica fu la crisi algerina del 1958. Dopo le devastazioni della guerra mondiale, i leader francesi avevano versato ancora altro sangue cercando di tenersi strette le ultima vestigia dell'impero coloniale, in particolare Indocina e Algeria. La crisi di Suez del 1956 fu un altro disastro. Nel maggio del 1958, l'Assemblea nazionale riportò de Gaulle al potere; ben presto quest'ultimo sciolse la Quarta Repubblica e ne creò una Quinta, basata sulla sua "politica della grandeur". Secondo il generale, infatti, la grandezza era connaturata nella natura stessa della Francia... ed è stato così da allora.
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