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Civiltà

Leader

Introduzione

Abraham Lincoln

Alessandro

Amanitore

Ambiorix

Basilio II

Bà Triệu

Caterina de' Medici (la Magnifica)

Caterina de' Medici (Regina nera)

Chandragupta

Ciro

Cleopatra (Egiziana)

Cleopatra (Tolemaica)

Edvige

Elisabetta I

Federico Barbarossa

Filippo II

Gandhi

Genghis Khan

Gilgamesh

Gitarja

Giulio Cesare

Gorgo

Guglielmina

Hammurabi

Harald Hardrada (Konge)

Harald Hardrada (Variago)

Hojo Tokimune

Jayavarman VII

João III

John Curtin

Kublai Khan (Cina)

Kublai Khan (Mongolia)

Lautaro

Ludovico II

Menelik II

Montezuma

Mvemba a Nzinga

Nadir Shah

Nzinga Mbande

Pedro II

Pericle

Pietro

Poundmaker

Qin (Mandato divino)

Qin (Unificatore)

Ramses II

Robert Bruce

Saladino (Sultano)

Saladino (Visir)

Sejong

Seondeok

Shaka

Simón Bolívar

Tamara

Teddy Roosevelt (l'Alce)

Teddy Roosevelt (Rough Rider)

Teodora

Tokugawa

Tomiri

Traiano

Vittoria (Età dell'impero)

Vittoria (Età del vapore)

Wac-Chanil-Ahau

Wu Zetian

Yongle

Menelik II
Abilità esclusiva

Consiglio dei ministri

Le città fondate in collina ricevono Scienza e Cultura pari al 15% della Fede generata. Le unità hanno +4 alla Forza di combattimento in collina.

Riepilogo
Menelik fonda le sue città sulle colline concentrandosi sulla Fede e affidandosi al Consiglio dei ministri per potenziare Scienza e Cultura con un occhio verso la vittoria religiosa o culturale.
Approccio dettagliato
Menelik ha uno stile di gioco difensivo, basato soprattutto su religione e cultura. L'Etiopia ottiene i maggiori vantaggi quando si insedia sulle colline: il suo Consiglio dei ministri fornisce un bonus a Scienza e Cultura pari al 15% della Fede accumulata nelle città in collina. Inoltre in quel tipo di terreno Menelik può costruire delle Chiese nella roccia, che aumentano ulteriormente la Fede ottenuta ogni turno. Per proteggere i suoi monasteri nelle alture Menelik dispone della Cavalleria Oromo, che entra in gioco a metà partita e può muoversi senza penalità in collina. In questa fase Menelik deve assicurarsi che le città etiopi restino libere... mentre continuano a sfornare enormi quantità di Fede. Nella parte finale della partita Menelik può usare la Fede per acquistare Archeologi e puntare a una vittoria religiosa o culturale.
Contesto storico
Un grand'uomo impara dagli amici, ma dev'essere ancora più grande per imparare dai nemici. Menelik II nacque come Sahle Miriam il 17 agosto 1844 a Shewa, in Etiopia. Menelik era ancora un bambino quando l'imperatore Tewodros II invase la regione di Shewa e uccise suo padre, il principe Haile-Melekot. Anziché porre fine alla sua discendenza e liberarsi di una potenziale minaccia, Tewodros decise di accogliere il ragazzino nella sua corte a Magdala. Miriam non era certo libero: la sua condizione era quella dell'ostaggio politico. Ma Tewodros non lo relegò in qualche torre lontana, anzi lo trattò bene e lo fece crescere insieme ai suoi figli. Durante questo periodo Miriam imparò tutto quello che poté, arrivando a comprendere e addirittura a condividere il sogno di Tewodros di unificare l'Etiopia. Ma nonostante tutto Miriam continuava a desiderare la libertà, tanto che nel 1865 fuggì dalla corte con l'aiuto di altri ostaggi di Shewa.

Quando Miriam arrivò nella sua regione natia il governatore locale fuggì e il principe riuscì a salire al trono con poca resistenza, assumendo il titolo di re di Shewa. Ma non si sarebbe accontentato di questo: il nuovo monarca cominciò a osservare Tewodros e ad attendere con pazienza. Anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1868, Miriam continuò ad aspettare, sapendo che aveva bisogno di raccogliere alleati se voleva diventare il nuovo imperatore e avverare il sogno di unificare e modernizzare l'Etiopia. Tenendo in mente quest'obiettivo, Miriam strinse una rete di rapporti tra Shewa e i regni vicini. In questo periodo l'imperatore Yohannes era stretto in una morsa tra l'Egitto a nord, occupato da europei espansionisti, e un movimento religioso fondamentalista a ovest, nel Sudan. Quando Yohannes cadde in battaglia, Miriam capì che il suo momento era arrivato.

Il 3 novembre 1889 Miriam divenne imperatore col nome di Menelik II. L'ispirazione per questo nuovo nome derivava da Menelik I, figlio di Salomone e della regina di Saba: sotto questo fausto auspicio il nuovo monarca avrebbe dovuto regnare a lungo e portare prosperità al popolo etiope.

Uno dei primi problemi del nuovo imperatore Menelik fu l'invasione degli italiani a cui l'Inghilterra, con una mossa non propriamente lecita, aveva "assegnato" la costa del Mar Rosso (lo scopo degli inglesi era di creare un cuscinetto tra l'Egitto appena acquisito e la Somalia controllata dai francesi). Menelik negoziò con gli italiani fino a stipulare il trattato di Uccialli: questo intendeva assegnare all'Italia solo la nuova colonia di Eritrea, ma fu interpretato in modo tale da darle il diritto di acquisire l'intera Etiopia. Menelik cercò di risolvere la disputa in modo pacifico, ma alla fine fu obbligato a rifiutare il trattato e mobilitare le sue forze in difesa dei territori etiopi. Dopo molte schermaglie, Menelik riportò una vittoria decisiva nella battaglia di Adua. Questo gli permise di negoziare il trattato di Addis Abeba, che stabiliva una volta per tutte l'indipendenza dell'Etiopia.

La battaglia di Adua ha rappresentato una svolta nella storia del mondo. In precedenza le nazioni europee si erano considerate superiori a quasi tutti gli altri paesi del mondo. Ora, invece, una nazione africana si era difesa con successo dall'attacco di una europea. Questo successo non poteva sfuggire all'attenzione delle popolazioni colonizzate in Africa, in Asia e nelle Americhe. Il declino del colonialismo era iniziato.

Dopo aver stipulato il nuovo trattato, Menelik si dedicò a modernizzare l'Etiopia con l'obiettivo di farne una nazione potente con un'identità propria. Alla fondazione della capitale Addis Abeba (in un'area espropriata ai clan Oromo che ci vivevano) fece seguito la creazione di una moneta nazionale. Menelik sviluppò ulteriormente le infrastrutture nazionali, costruendo scuole e rendendo gli spostamenti più facili e veloci attraverso la creazione di ferrovie. Inoltre diede al popolo la possibilità di rimanere in contatto attraverso la posta e il telegrafo. Menelik voleva che il suo paese crescesse e prosperasse in senso sia metaforico sia letterale: grazie alle alleanze stipulate, sotto il suo governo i confini dell'Etiopia si estesero fino quasi a raggiungere quelli odierni.

Tuttavia Menelik sapeva che una voce non aveva ancora l'eco che meritava ed era determinato a far sì che fosse udita da tutti. L'imperatore lavorò assiduamente per ridurre la tratta degli schiavi in Etiopia, con l'obiettivo di eliminarla completamente. I governi precedenti avevano già messo fuorilegge il cosiddetto "settore", ma Menelik cominciò a punire gli schiavisti con l'amputazione degli arti e distrusse alcuni insediamenti che vivevano di tale commercio. Pur sapendo che era impossibile cambiare la mentalità di tutti i cittadini nel paese, si assicurò di seminare le idee per le generazioni future. Questa mentalità così moderna, tuttavia, non si estese fino ad abbracciare le varie minoranze etniche presenti in Etiopia. In effetti, il governo di Menelik è stato criticato da vari gruppi etnici che sostengono che gli Amhara, il popolo a cui apparteneva Menelik, abbia dominato la vita politica del paese mantenendo un saldo controllo sulle posizioni di potere.

Menelik si sposò tre volte, sia prima sia dopo essere salito al trono. Dovette abbandonare la prima moglie durante la fuga dalla corte di Tewodros. Non sappiamo se l'uno o l'altra avessero il cuore spezzato, ma pare di no, visto che entrambi si risposarono poco dopo. Nello stesso anno del "divorzio" dalla prima moglie, Menelik sposò Woizero Befana Wolde Michael. Menelik la amava teneramente, ma fu obbligato a divorziare quando lei ricevette molteplici accuse di tradimento. Nonostante tali voci, Menelik continuò a dichiararsi innamorato di lei fino al suo terzo e ultimo matrimonio con Taitù Betul, con cui rimase fino alla morte. Taitù era una donna influente anche prima del matrimonio e in seguito si dimostrò un'accorta reggente.

Nel 1909 Menelik ebbe un ictus che lo ridusse all'ombra di se stesso. L'imperatrice prese le redini del regno per un breve periodo finché il ras Bitwaddad Tesemma non salì al potere. Il suo governo comunque durò poco: ben presto passò nelle mani di un consiglio appositamente formato (a cui l'imperatrice, con suo grande disappunto, non fu invitata a partecipare). Questa soluzione perdurò fino alla morte di Menelik, avvenuta nel 1913. La sua sepoltura fu improvvisa e privata, senza proclami né cerimonie: uno dei più grandi regnanti dell'Etiopia scomparì in silenzio, ma si lasciò dietro un paese stabile, con una forte identità che rimase solida anche dopo la modernizzazione, sebbene in anni recenti gli altri gruppi etnici dell'Etiopia abbiano criticato i suoi favoritismi verso il popolo Amhara cui apparteneva.
icon_leader_default
Se le grandi potenze vogliono arrivare da lontano per spartirsi l'Africa, io non intendo restare a guardare.

Tratti caratteristici

Civiltà
icon_civilization_unknown
Etiopia

Preferenze

Agende
Altopiani dell'Etiopia
Preferisce colonizzare le regioni vicino alle colline e apprezza le civiltà che gliele lasciano a disposizione. Non ama le civiltà che cercano di colonizzare sulle colline o nelle immediate vicinanze.
Religione
icon_religion_orthodoxy
Ortodossia d'oriente
icon_leader_default
Se le grandi potenze vogliono arrivare da lontano per spartirsi l'Africa, io non intendo restare a guardare.

Tratti caratteristici

Civiltà
icon_civilization_unknown
Etiopia

Preferenze

Agende
Altopiani dell'Etiopia
Preferisce colonizzare le regioni vicino alle colline e apprezza le civiltà che gliele lasciano a disposizione. Non ama le civiltà che cercano di colonizzare sulle colline o nelle immediate vicinanze.
Religione
icon_religion_orthodoxy
Ortodossia d'oriente
Abilità esclusiva

Consiglio dei ministri

Le città fondate in collina ricevono Scienza e Cultura pari al 15% della Fede generata. Le unità hanno +4 alla Forza di combattimento in collina.

Riepilogo
Menelik fonda le sue città sulle colline concentrandosi sulla Fede e affidandosi al Consiglio dei ministri per potenziare Scienza e Cultura con un occhio verso la vittoria religiosa o culturale.
Approccio dettagliato
Menelik ha uno stile di gioco difensivo, basato soprattutto su religione e cultura. L'Etiopia ottiene i maggiori vantaggi quando si insedia sulle colline: il suo Consiglio dei ministri fornisce un bonus a Scienza e Cultura pari al 15% della Fede accumulata nelle città in collina. Inoltre in quel tipo di terreno Menelik può costruire delle Chiese nella roccia, che aumentano ulteriormente la Fede ottenuta ogni turno. Per proteggere i suoi monasteri nelle alture Menelik dispone della Cavalleria Oromo, che entra in gioco a metà partita e può muoversi senza penalità in collina. In questa fase Menelik deve assicurarsi che le città etiopi restino libere... mentre continuano a sfornare enormi quantità di Fede. Nella parte finale della partita Menelik può usare la Fede per acquistare Archeologi e puntare a una vittoria religiosa o culturale.
Contesto storico
Un grand'uomo impara dagli amici, ma dev'essere ancora più grande per imparare dai nemici. Menelik II nacque come Sahle Miriam il 17 agosto 1844 a Shewa, in Etiopia. Menelik era ancora un bambino quando l'imperatore Tewodros II invase la regione di Shewa e uccise suo padre, il principe Haile-Melekot. Anziché porre fine alla sua discendenza e liberarsi di una potenziale minaccia, Tewodros decise di accogliere il ragazzino nella sua corte a Magdala. Miriam non era certo libero: la sua condizione era quella dell'ostaggio politico. Ma Tewodros non lo relegò in qualche torre lontana, anzi lo trattò bene e lo fece crescere insieme ai suoi figli. Durante questo periodo Miriam imparò tutto quello che poté, arrivando a comprendere e addirittura a condividere il sogno di Tewodros di unificare l'Etiopia. Ma nonostante tutto Miriam continuava a desiderare la libertà, tanto che nel 1865 fuggì dalla corte con l'aiuto di altri ostaggi di Shewa.

Quando Miriam arrivò nella sua regione natia il governatore locale fuggì e il principe riuscì a salire al trono con poca resistenza, assumendo il titolo di re di Shewa. Ma non si sarebbe accontentato di questo: il nuovo monarca cominciò a osservare Tewodros e ad attendere con pazienza. Anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1868, Miriam continuò ad aspettare, sapendo che aveva bisogno di raccogliere alleati se voleva diventare il nuovo imperatore e avverare il sogno di unificare e modernizzare l'Etiopia. Tenendo in mente quest'obiettivo, Miriam strinse una rete di rapporti tra Shewa e i regni vicini. In questo periodo l'imperatore Yohannes era stretto in una morsa tra l'Egitto a nord, occupato da europei espansionisti, e un movimento religioso fondamentalista a ovest, nel Sudan. Quando Yohannes cadde in battaglia, Miriam capì che il suo momento era arrivato.

Il 3 novembre 1889 Miriam divenne imperatore col nome di Menelik II. L'ispirazione per questo nuovo nome derivava da Menelik I, figlio di Salomone e della regina di Saba: sotto questo fausto auspicio il nuovo monarca avrebbe dovuto regnare a lungo e portare prosperità al popolo etiope.

Uno dei primi problemi del nuovo imperatore Menelik fu l'invasione degli italiani a cui l'Inghilterra, con una mossa non propriamente lecita, aveva "assegnato" la costa del Mar Rosso (lo scopo degli inglesi era di creare un cuscinetto tra l'Egitto appena acquisito e la Somalia controllata dai francesi). Menelik negoziò con gli italiani fino a stipulare il trattato di Uccialli: questo intendeva assegnare all'Italia solo la nuova colonia di Eritrea, ma fu interpretato in modo tale da darle il diritto di acquisire l'intera Etiopia. Menelik cercò di risolvere la disputa in modo pacifico, ma alla fine fu obbligato a rifiutare il trattato e mobilitare le sue forze in difesa dei territori etiopi. Dopo molte schermaglie, Menelik riportò una vittoria decisiva nella battaglia di Adua. Questo gli permise di negoziare il trattato di Addis Abeba, che stabiliva una volta per tutte l'indipendenza dell'Etiopia.

La battaglia di Adua ha rappresentato una svolta nella storia del mondo. In precedenza le nazioni europee si erano considerate superiori a quasi tutti gli altri paesi del mondo. Ora, invece, una nazione africana si era difesa con successo dall'attacco di una europea. Questo successo non poteva sfuggire all'attenzione delle popolazioni colonizzate in Africa, in Asia e nelle Americhe. Il declino del colonialismo era iniziato.

Dopo aver stipulato il nuovo trattato, Menelik si dedicò a modernizzare l'Etiopia con l'obiettivo di farne una nazione potente con un'identità propria. Alla fondazione della capitale Addis Abeba (in un'area espropriata ai clan Oromo che ci vivevano) fece seguito la creazione di una moneta nazionale. Menelik sviluppò ulteriormente le infrastrutture nazionali, costruendo scuole e rendendo gli spostamenti più facili e veloci attraverso la creazione di ferrovie. Inoltre diede al popolo la possibilità di rimanere in contatto attraverso la posta e il telegrafo. Menelik voleva che il suo paese crescesse e prosperasse in senso sia metaforico sia letterale: grazie alle alleanze stipulate, sotto il suo governo i confini dell'Etiopia si estesero fino quasi a raggiungere quelli odierni.

Tuttavia Menelik sapeva che una voce non aveva ancora l'eco che meritava ed era determinato a far sì che fosse udita da tutti. L'imperatore lavorò assiduamente per ridurre la tratta degli schiavi in Etiopia, con l'obiettivo di eliminarla completamente. I governi precedenti avevano già messo fuorilegge il cosiddetto "settore", ma Menelik cominciò a punire gli schiavisti con l'amputazione degli arti e distrusse alcuni insediamenti che vivevano di tale commercio. Pur sapendo che era impossibile cambiare la mentalità di tutti i cittadini nel paese, si assicurò di seminare le idee per le generazioni future. Questa mentalità così moderna, tuttavia, non si estese fino ad abbracciare le varie minoranze etniche presenti in Etiopia. In effetti, il governo di Menelik è stato criticato da vari gruppi etnici che sostengono che gli Amhara, il popolo a cui apparteneva Menelik, abbia dominato la vita politica del paese mantenendo un saldo controllo sulle posizioni di potere.

Menelik si sposò tre volte, sia prima sia dopo essere salito al trono. Dovette abbandonare la prima moglie durante la fuga dalla corte di Tewodros. Non sappiamo se l'uno o l'altra avessero il cuore spezzato, ma pare di no, visto che entrambi si risposarono poco dopo. Nello stesso anno del "divorzio" dalla prima moglie, Menelik sposò Woizero Befana Wolde Michael. Menelik la amava teneramente, ma fu obbligato a divorziare quando lei ricevette molteplici accuse di tradimento. Nonostante tali voci, Menelik continuò a dichiararsi innamorato di lei fino al suo terzo e ultimo matrimonio con Taitù Betul, con cui rimase fino alla morte. Taitù era una donna influente anche prima del matrimonio e in seguito si dimostrò un'accorta reggente.

Nel 1909 Menelik ebbe un ictus che lo ridusse all'ombra di se stesso. L'imperatrice prese le redini del regno per un breve periodo finché il ras Bitwaddad Tesemma non salì al potere. Il suo governo comunque durò poco: ben presto passò nelle mani di un consiglio appositamente formato (a cui l'imperatrice, con suo grande disappunto, non fu invitata a partecipare). Questa soluzione perdurò fino alla morte di Menelik, avvenuta nel 1913. La sua sepoltura fu improvvisa e privata, senza proclami né cerimonie: uno dei più grandi regnanti dell'Etiopia scomparì in silenzio, ma si lasciò dietro un paese stabile, con una forte identità che rimase solida anche dopo la modernizzazione, sebbene in anni recenti gli altri gruppi etnici dell'Etiopia abbiano criticato i suoi favoritismi verso il popolo Amhara cui apparteneva.
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