Concetti
Civiltà principali
Leader
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Distretti
Edifici
Meraviglie e Progetti
Unità
Promozioni Unità
Grandi Personaggi
Tecnologie
Progressi civici
Governi e politiche
Religioni
Terreni e caratteristiche
Risorse
Rotte e miglioramenti

Introduzione

Abraham Lincoln

Alessandro

Amanitore

Ambiorix

Basilio II

Bà Triệu

Caterina de' Medici (la Magnifica)

Caterina de' Medici (Regina nera)

Ciro

Cleopatra (Egiziana)

Cleopatra (Tolemaica)

Edvige

Elisabetta I

Federico Barbarossa

Filippo II

Gandhi

Gilgamesh

Gitarja

Giulio Cesare

Gorgo

Hammurabi

Harald Hardrada (Konge)

Harald Hardrada (Variago)

Hojo Tokimune

Jayavarman VII

João III

John Curtin

Kublai Khan (Cina)

Ludovico II

Menelik II

Montezuma

Mvemba a Nzinga

Nadir Shah

Nzinga Mbande

Pedro II

Pericle

Pietro

Qin (Mandato divino)

Qin (Unificatore)

Ramses II

Saladino (Sultano)

Saladino (Visir)

Simón Bolívar

Teddy Roosevelt (l'Alce)

Teddy Roosevelt (Rough Rider)

Teodora

Tokugawa

Tomiri

Traiano

Vittoria (Età dell'impero)

Vittoria (Età del vapore)

Wac-Chanil-Ahau

Wu Zetian

Yongle

Saladino
Abilità esclusiva

La Rettitudine della Fede

L'edificio di culto della religione può essere acquistato da qualsiasi giocatore per un decimo del normale costo in Fede. Quest'edificio di culto è potenziato per aggiungere 10% a Scienza, Fede e Cultura nelle città arabe.

Riepilogo
Spesso Scienza e Fede non vanno a braccetto, ma per l'Arabia non è certamente così.
Approccio dettagliato
L'Arabia è una civiltà religiosa che non si deve preoccupare di vincere la corsa con le altre civiltà per accaparrarsi i Grandi Profeti; può semplicemente limitarsi ad aspettare che sia una religione ad andare da lei. Una volta stabilita la propria religione, può avanzare rapidamente su diversi fronti. Gli arabi cercheranno di diffondere la loro religione in quante più città possibile per ottenere bonus alla Scienza e costruiranno un Luogo Santo in quasi tutte le città per poter aggiungere in seguito il loro edificio di culto (che aumenta l'acquisizione globale di Scienza, Fede e Cultura). La costruzione dell'edificio di culto arabo è molto economica anche per le altre civiltà: una mossa intelligente da parte dei vicini, se vogliono tenere a bada l'ira di Saladino.
Contesto storico
Salah ad-Din Yusuf ibn Ayyub, noto ai suoi (numerosi) nemici come Saladino, era un nobile curdo che arrivò a comandare le armate arabe dei Fedeli come primo sultano d'Egitto e di Siria. Nato a Tikrit intorno al 1138, ricevette il nome di Yusuf; Salah ad-Din, traducibile come "virtuoso della fede", era un laqab (soprannome onorifico). E Saladino fu effettivamente virtuoso, grazie all'educazione militare e religiosa voluta dal padre Najm ad-Din Ayyub, ex guardiano della fortezza di Tikrit. La famiglia Ayyub restò coinvolta in una faida e bandita da Tikrit, lasciando la città la notte stessa della nascita di Saladino e finendo a Mosul nel 1139.

Il giovane Saladino si dimostrò piuttosto sveglio e continuò la sua educazione a Damasco (a cui era particolarmente legato), dove il padre venne nominato comandante della fortezza di Baalbek da Imad ad-Din Zengi, atabeg ("governatore") di Mosul, Damasco, Aleppo e Hama. Saladino era particolarmente portato per l'aritmetica e la matematica, e si immergeva spesso nella lettura delle opere di Euclide e nell'Almagesto. Sapeva citare le genealogie e la storia della nobiltà araba, nonché il pedigree dei cavalli arabi più famosi (nozione probabilmente meno utile); sapeva recitare l'Hamasah, una raccolta in dieci volumi di poesie arabe. Inevitabilmente, venne risucchiato nella carriera militare voluta dalla famiglia, che includeva il nonno materno Nur ad-Din, che successe a Imad come emiro di Siria al servizio dell'impero selgiuchide.

Il servizio militare di Saladino iniziò all'età di 26 anni sotto il patronato dello zio Asad ad-Din Shirkuh, influente generale al servizio di Nur al-Din. In una campagna contro i crociati e l'usurpatore egiziano Dirgham per ordine del califfo fatimide al-Adid, Saladino si distinse nel saccheggio di Bilbais e in una battaglia nei pressi del Nilo, a ovest di Giza, dove guidò il fianco destro. Avanzando verso Alessandria, Saladino entrò incontrastato in città, che lo accolse a braccia aperte... e con denaro, armi e rifornimenti. Di fronte all'avanzata delle superiori forze crociato-egiziane, Asad ritirò saggiamente il grosso delle truppe, lasciando Saladino e una piccola truppa a difendere la città, cosa che fece in modo brillante.

La situazione divenne presto complicata. Asad si ritrovò invischiato in una lotta per il potere con Shawar, visir del califfato fatimide in disgregazione, che si rivolse al re crociato Amalrico in cerca d'aiuto. Nel 1169, Shawar fu assassinato (si dice per ordine di Saladino) e nello stesso anno Asad al-Din Shirkuh subì la stessa sorte. Nonostante Nur ad-Din avesse scelto un sostituto diverso da Saladino, il califfo fatimida decise per ragioni sconosciute di nominare quest'ultimo nuovo visir d'Egitto. Nei mesi successivi, Saladino sopravvisse a un tentativo d'assassinio da parte dei vendicativi generali egiziani e represse nel sangue una ribellione dell'esercito fatimida: tanto violenta fu la sua repressione che sotto la sua guida in Egitto non si verificarono più rivolte di alcun tipo.

Secondo gli annali arabi, nel giugno 1171 Saladino ricevette "l'ordine" da Nur ad-Din di ristabilire il califfato abbaside in Egitto. Con la morte di al-Adid e dopo aver fatto giustiziare o assassinare alcuni ufficiali, l'Egitto passò definitivamente sotto il suo controllo. Nell'attesa che la fortuna gli arridesse di nuovo, Saladino riuscì a sconfiggere i Templari e saccheggiare Gaza, conquistando il castello dei crociati presso Eilat che impediva i traffici navali nel Golfo di Aqaba e ricacciando un'invasione nubiana distruggendo la città di Ibrim. Durante il trasporto del bottino verso Damasco per farne dono a Nur al-Din (un dono che comprendeva un "asino della razza più pura", a dimostrazione del buon senso del conquistatore), Saladino ne approfittò per mettere a ferro e fuoco i territori dei crociati e occupare lo Yemen, ricacciando gli infedeli che lo abitavano.

Alla morte di Nur ad-Din, nel maggio del 1174, Saladino proclamò immediatamente la nascita della dinastia ayyubide in Egitto, nominando se stesso sultano. Nonostante il figlio undicenne di Nur al-Din fosse l'erede naturale al trono di califfo, almeno secondo un gruppo di influenti emiri, Saladino temeva che la Siria ricadesse nell'anarchia a vantaggio degli infedeli. Si trovò quindi davanti a una scelta insostenibile: prendere il controllo della Siria dalle mani del giovane as-Salih Ismail (un atto proibito dal Corano), oppure attendere un invito a invadere che non sarebbe mai arrivato. In sha’Allah, quando as-Salih fu portato ad Aleppo da uno zio ambizioso che puntava a eliminare tutti i suoi rivali, l'emiro di Damasco si trovò costretto a chiedere aiuto a Saladino.

Era la svolta che si attendeva: Saladino si affrettò a superare il deserto alla testa di 700 guerrieri e, seguito e aiutato da emiri e beduini, entrò a Damasco acclamato dalla folla. Dopo aver lasciato uno dei suoi fratelli a capo della città, Saladino continuò nella conquista delle città ancora leali al precedente califfo. L'anno successivo fu ricco di avvenimenti: Saladino riuscì a evitare numerosi attentati alla sua persona, alcuni dei quali da parte della setta ismailita nota come gli "Assassini". Gli emiri siriani rimanenti presero infine la decisione di accettare Saladino come sultano in Siria oltre che in Egitto: grazie alla pace stabilita con gli Assassini e con altre fazioni contrarie al suo impero (ma tutte d'accordo nel voler ricacciare gli Europei dalla Terra Santa), Saladino poté avviare la preparazione dell'esercito dell'Islam.

La guerra tra Saladino e i cristiani infuriò fino alla sua morte, nel 1193 d.C. In seguito alle numerose vittorie ayyubide e alla conquista della maggior parte del regno crociato di Gerusalemme, compresa la città sacra nel 1187, Saladino divenne un nemico comune in tutta Europa. Questo portò alla nascita della Terza crociata, indetta da Riccardo Cuor di Leone re d'Inghilterra, Filippo II di Francia, Federico Barbarossa e altri: una serie di massacri, più che singole battaglie. Entro il settembre 1191 l'esercito crociato era ridotto a circa 2.000 fanti e 50 cavalieri: Riccardo e Saladino si trovarono costretti a firmare un accordo, la Pace di Ramla del 1192, secondo la quale Gerusalemme sarebbe rimasta sotto il controllo musulmano, ma aperta ai pellegrinaggi cristiani. Si tratta dell'eredità più duratura lasciataci da Saladino.
icon_leader_saladin
Le battaglie sono vinte grazie a preparazione e truppe e decise dalla volontà di Dio.

Tratti caratteristici

Civiltà
icon_civilization_arabia
Arabia

Preferenze

Agende
Dinastia Ayyubide
Vuole che il suo Edificio di culto sia costruito in molte città e apprezza una civiltà che lo possiede. Non ama le civiltà che seguono altre religioni o quelle che fanno la guerra ai seguaci della sua religione.
Religione
icon_religion_islam
Islam
icon_leader_saladin
Le battaglie sono vinte grazie a preparazione e truppe e decise dalla volontà di Dio.

Tratti caratteristici

Civiltà
icon_civilization_arabia
Arabia

Preferenze

Agende
Dinastia Ayyubide
Vuole che il suo Edificio di culto sia costruito in molte città e apprezza una civiltà che lo possiede. Non ama le civiltà che seguono altre religioni o quelle che fanno la guerra ai seguaci della sua religione.
Religione
icon_religion_islam
Islam
Abilità esclusiva

La Rettitudine della Fede

L'edificio di culto della religione può essere acquistato da qualsiasi giocatore per un decimo del normale costo in Fede. Quest'edificio di culto è potenziato per aggiungere 10% a Scienza, Fede e Cultura nelle città arabe.

Riepilogo
Spesso Scienza e Fede non vanno a braccetto, ma per l'Arabia non è certamente così.
Approccio dettagliato
L'Arabia è una civiltà religiosa che non si deve preoccupare di vincere la corsa con le altre civiltà per accaparrarsi i Grandi Profeti; può semplicemente limitarsi ad aspettare che sia una religione ad andare da lei. Una volta stabilita la propria religione, può avanzare rapidamente su diversi fronti. Gli arabi cercheranno di diffondere la loro religione in quante più città possibile per ottenere bonus alla Scienza e costruiranno un Luogo Santo in quasi tutte le città per poter aggiungere in seguito il loro edificio di culto (che aumenta l'acquisizione globale di Scienza, Fede e Cultura). La costruzione dell'edificio di culto arabo è molto economica anche per le altre civiltà: una mossa intelligente da parte dei vicini, se vogliono tenere a bada l'ira di Saladino.
Contesto storico
Salah ad-Din Yusuf ibn Ayyub, noto ai suoi (numerosi) nemici come Saladino, era un nobile curdo che arrivò a comandare le armate arabe dei Fedeli come primo sultano d'Egitto e di Siria. Nato a Tikrit intorno al 1138, ricevette il nome di Yusuf; Salah ad-Din, traducibile come "virtuoso della fede", era un laqab (soprannome onorifico). E Saladino fu effettivamente virtuoso, grazie all'educazione militare e religiosa voluta dal padre Najm ad-Din Ayyub, ex guardiano della fortezza di Tikrit. La famiglia Ayyub restò coinvolta in una faida e bandita da Tikrit, lasciando la città la notte stessa della nascita di Saladino e finendo a Mosul nel 1139.

Il giovane Saladino si dimostrò piuttosto sveglio e continuò la sua educazione a Damasco (a cui era particolarmente legato), dove il padre venne nominato comandante della fortezza di Baalbek da Imad ad-Din Zengi, atabeg ("governatore") di Mosul, Damasco, Aleppo e Hama. Saladino era particolarmente portato per l'aritmetica e la matematica, e si immergeva spesso nella lettura delle opere di Euclide e nell'Almagesto. Sapeva citare le genealogie e la storia della nobiltà araba, nonché il pedigree dei cavalli arabi più famosi (nozione probabilmente meno utile); sapeva recitare l'Hamasah, una raccolta in dieci volumi di poesie arabe. Inevitabilmente, venne risucchiato nella carriera militare voluta dalla famiglia, che includeva il nonno materno Nur ad-Din, che successe a Imad come emiro di Siria al servizio dell'impero selgiuchide.

Il servizio militare di Saladino iniziò all'età di 26 anni sotto il patronato dello zio Asad ad-Din Shirkuh, influente generale al servizio di Nur al-Din. In una campagna contro i crociati e l'usurpatore egiziano Dirgham per ordine del califfo fatimide al-Adid, Saladino si distinse nel saccheggio di Bilbais e in una battaglia nei pressi del Nilo, a ovest di Giza, dove guidò il fianco destro. Avanzando verso Alessandria, Saladino entrò incontrastato in città, che lo accolse a braccia aperte... e con denaro, armi e rifornimenti. Di fronte all'avanzata delle superiori forze crociato-egiziane, Asad ritirò saggiamente il grosso delle truppe, lasciando Saladino e una piccola truppa a difendere la città, cosa che fece in modo brillante.

La situazione divenne presto complicata. Asad si ritrovò invischiato in una lotta per il potere con Shawar, visir del califfato fatimide in disgregazione, che si rivolse al re crociato Amalrico in cerca d'aiuto. Nel 1169, Shawar fu assassinato (si dice per ordine di Saladino) e nello stesso anno Asad al-Din Shirkuh subì la stessa sorte. Nonostante Nur ad-Din avesse scelto un sostituto diverso da Saladino, il califfo fatimida decise per ragioni sconosciute di nominare quest'ultimo nuovo visir d'Egitto. Nei mesi successivi, Saladino sopravvisse a un tentativo d'assassinio da parte dei vendicativi generali egiziani e represse nel sangue una ribellione dell'esercito fatimida: tanto violenta fu la sua repressione che sotto la sua guida in Egitto non si verificarono più rivolte di alcun tipo.

Secondo gli annali arabi, nel giugno 1171 Saladino ricevette "l'ordine" da Nur ad-Din di ristabilire il califfato abbaside in Egitto. Con la morte di al-Adid e dopo aver fatto giustiziare o assassinare alcuni ufficiali, l'Egitto passò definitivamente sotto il suo controllo. Nell'attesa che la fortuna gli arridesse di nuovo, Saladino riuscì a sconfiggere i Templari e saccheggiare Gaza, conquistando il castello dei crociati presso Eilat che impediva i traffici navali nel Golfo di Aqaba e ricacciando un'invasione nubiana distruggendo la città di Ibrim. Durante il trasporto del bottino verso Damasco per farne dono a Nur al-Din (un dono che comprendeva un "asino della razza più pura", a dimostrazione del buon senso del conquistatore), Saladino ne approfittò per mettere a ferro e fuoco i territori dei crociati e occupare lo Yemen, ricacciando gli infedeli che lo abitavano.

Alla morte di Nur ad-Din, nel maggio del 1174, Saladino proclamò immediatamente la nascita della dinastia ayyubide in Egitto, nominando se stesso sultano. Nonostante il figlio undicenne di Nur al-Din fosse l'erede naturale al trono di califfo, almeno secondo un gruppo di influenti emiri, Saladino temeva che la Siria ricadesse nell'anarchia a vantaggio degli infedeli. Si trovò quindi davanti a una scelta insostenibile: prendere il controllo della Siria dalle mani del giovane as-Salih Ismail (un atto proibito dal Corano), oppure attendere un invito a invadere che non sarebbe mai arrivato. In sha’Allah, quando as-Salih fu portato ad Aleppo da uno zio ambizioso che puntava a eliminare tutti i suoi rivali, l'emiro di Damasco si trovò costretto a chiedere aiuto a Saladino.

Era la svolta che si attendeva: Saladino si affrettò a superare il deserto alla testa di 700 guerrieri e, seguito e aiutato da emiri e beduini, entrò a Damasco acclamato dalla folla. Dopo aver lasciato uno dei suoi fratelli a capo della città, Saladino continuò nella conquista delle città ancora leali al precedente califfo. L'anno successivo fu ricco di avvenimenti: Saladino riuscì a evitare numerosi attentati alla sua persona, alcuni dei quali da parte della setta ismailita nota come gli "Assassini". Gli emiri siriani rimanenti presero infine la decisione di accettare Saladino come sultano in Siria oltre che in Egitto: grazie alla pace stabilita con gli Assassini e con altre fazioni contrarie al suo impero (ma tutte d'accordo nel voler ricacciare gli Europei dalla Terra Santa), Saladino poté avviare la preparazione dell'esercito dell'Islam.

La guerra tra Saladino e i cristiani infuriò fino alla sua morte, nel 1193 d.C. In seguito alle numerose vittorie ayyubide e alla conquista della maggior parte del regno crociato di Gerusalemme, compresa la città sacra nel 1187, Saladino divenne un nemico comune in tutta Europa. Questo portò alla nascita della Terza crociata, indetta da Riccardo Cuor di Leone re d'Inghilterra, Filippo II di Francia, Federico Barbarossa e altri: una serie di massacri, più che singole battaglie. Entro il settembre 1191 l'esercito crociato era ridotto a circa 2.000 fanti e 50 cavalieri: Riccardo e Saladino si trovarono costretti a firmare un accordo, la Pace di Ramla del 1192, secondo la quale Gerusalemme sarebbe rimasta sotto il controllo musulmano, ma aperta ai pellegrinaggi cristiani. Si tratta dell'eredità più duratura lasciataci da Saladino.
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