Adam Smith non fu mai ricco e neppure benestante, ma lasciò un segno profondo sulla storia dell'economica mondiale scrivendo la "bibbia del capitalismo", il primo lavoro accademico ad analizzare sistematicamente la creazione e la distribuzione della ricchezza.

Anche se la sua data di nascita non è nota, Adam Smith fu battezzato nel giugno del 1723 a Kirkcaldy, in Scozia. Suo padre era un pubblico ministero e un controllore doganale a Kirkcaldy (perciò forse si può dire che il denaro scorresse nel sangue di Adam, anche se non nelle sue tasche), ma morì due mesi dopo la sua nascita. Adam frequentò la scuola locale, dove studiò latino, matematica, storia e letteratura. All'età di 14 anni entrò nell'Università di Glasgow per studiare filosofia morale, passando a Oxford nel 1740.

Con il patrocinio della Philosophical Society di Edimburgo Smith cominciò a offrire una serie di letture pubbliche su economia e morale, oltre a lezioni più prosaiche su argomenti come la retorica. Ormai dottore in legge, nel 1766 Smith tornò a Kirkcaldy e passò il decennio successivo a lavorare sulla sua opera più importante in relativa oscurità... fino alla sua pubblicazione, avvenuta nel 1776. Fu un successo istantaneo: la prima edizione di Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni andò esaurita in soli sei mesi. Nel libro Smith concludeva che un'economia di libero mercato era il sistema più efficiente e quello che forniva il massimo beneficio; questa filosofia basata sull'interesse personale ebbe un grande successo presso gli imprenditori di tutto il mondo.

Negli anni successivi Adam Smith ricoprì molte posizioni, finché nel 1787 fu nominato rettore dell'Università di Glasgow. Morì tre anni dopo, all'età di 67 anni.