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Leader

Germania
Abilità esclusiva

Città libere imperiali

Ogni città può costruire un distretto in più del normale (superando il limite imposto dalla popolazione).

Contesto storico
La Germania non è esistita fino al 1870, quando Bismarck ha convinto i vari stati che la compongono che il bene comune superava quello dei singoli. Il primo a usare la parola Germania è stato Giulio Cesare, per riferirsi alle terre barbariche dall'altra parte del Reno rispetto alla "pacifica" Gallia. Geograficamente la Germania si estendeva dal Reno alla Vistola, dal Baltico al Danubio. Come notò lo stesso Cesare, i Galli erano bellicosi, ma potevano essere civilizzati; i Teutoni, d'altra parte, erano troppo selvaggi e grossolani per qualsiasi approccio che non fosse la conquista. Forse aveva ragione: con il crollo dell'impero, tutte quelle tribù divennero "popoli e regni separati e indipendenti". Questi regni non avevano nulla in comune salvo il linguaggio (sebbene molti dialetti fossero mutuamente incomprensibili), alcune tradizioni e una lunga consuetudine di uccisioni reciproche.

Toccò a Carlo Magno, che era stato incoronato imperatore da papa Leone III nel dicembre dell'800, di riunificarli (per poco). Ma la situazione fu stabilizzata veramente solo nel 936 con l'incoronazione del duca Ottone I a Rex Teutonicorum: più tardi, per il principio della "translatio imperii", fu proclamato Sacro Romano Imperatore da papa Giovanni XII. Tutto questo non prima che i due, dopo molte discussioni e contrattazioni, firmassero il Diploma Ottonianum, che riconosceva il papa come capo spirituale della chiesa cattolica (così i prelati non avrebbero potuto interpretare le Scritture a loro piacimento) e il re-imperatore tedesco suo protettore secolare. Ottone passò il resto della sua vita cercando di placare i "ducati di stirpe" (i cinque ducati costituenti della Germania, potenti e autonomi: Franconia, Baviera, Lotaringia, Sassonia e Svevia), combattendo francesi, magiari, italiani e slavi, soffocando varie ribellioni, e in generale godendosi molto poco la vita.

La successione di Ottone fu un vero pasticcio, un guazzabuglio di complessi fattori in costante mutamento. I re di Germania erano scelti da sette "principi elettori" (tre arcivescovi e quattro principi secolari), come stabilito dalla Bolla d'Oro del 1356. In effetti, solo per arrivare a concordare su questo ci vollero 400 anni: prima, le elezioni del Rex Teutonicorum avevano l'aspetto di una beneducata anarchia. Dopo la guerra dei Trent'anni fu aggiunto un altro elettore, per mantenere il bilancio tra protestanti e cattolici; nel 1692 ne fu aggiunto un altro ancora per evitare fastidiose situazioni di pareggio. La struttura costituente fu rivista un'ultima volta nel 1803, proprio quando Napoleone stava preparandosi a porre fine all'intera faccenda. Una volta eletto il Rex, l'incoronazione del Sacro Romano Imperatore era una pura formalità, condotta da chiunque sedesse sul soglio di Pietro in quel particolare momento.

A Ottone fece seguito una lunga lista di re-imperatori: Sassoni, Sali, Svevi, Guelfi, Lussemburgo, Wittelsbach e molti Asburgo, che non ne volevano sapere di scendere dal trono. Alcuni furono grandi e si coprirono di gloria, come Enrico IV e Federico Barbarossa; altri corrotti e vanagloriosi, come Ottone IV e Luigi IV. Ma quali fossero le loro abilità e idee politiche, tutti dovettero vedersela con centinaia di piccoli staterelli, ognuno geloso del proprio "potere" e dei propri privilegi.

E la situazione era tutt'altro che stabile. Intorno al 1040 la Franconia si divise in entità più piccole: tra le altre, la città-stato di Francoforte, le residenze dei vescovi-principi Magonza, Spira e Worms e il langraviato di Hesse. Nel XIII secolo i Cavalieri Teutonici aggiunsero a est la Prussia; gli ambiziosi nobili tedeschi si accaparrarono Boemia, Slesia e Pomerania dagli slavi. E così via.

Nonostante tutto la Germania viveva in relativa pace e, soprattutto, prosperava. Questo era dovuto in parte all'ascesa della Lega Anseatica, un'alleanza commerciale di porti, gilde e banche che arrivò a dominare gli scambi nel Baltico e lungo la costa del Mare del Nord. Legname, pellicce, cereali, minerali e pesce arrivavano da est, mentre i prodotti finiti facevano il percorso inverso. Con base nella "libera città imperiale" (per decreto del 1226 dell'Imperatore Federico II) di Lubecca, la Lega vantava una solida presenza in città come Colonia, Brema e Amburgo e aveva magazzini e uffici in porti lontani come Londra e Novgorod. La sua massima fioritura si ebbe fra il XIII e il XVI secolo: durante questo periodo, gli abitanti della Germania godettero dello standard di vita più alto d'Europa. Ed erano sempre di più: nonostante le guerre e le pestilenze, nel 1500 i tedeschi erano cinque o sei milioni, molti dei quali artigiani o mercanti. Questi avevano cominciato a organizzarsi in gilde (alcune di queste permettevano l'accesso alle donne).

Intanto, la crescita delle città e la disponibilità di denaro aveva portato al fiorire delle arti. Nel XII secolo la badessa Ildegarda di Bingen scrisse influenti opere di argomento teologico e medico, oltre a poemi liturgici, canzoni e la più antica opera morale musicata europea. Un secolo dopo, von der Vogelweide segnò il punto più alto della poesia lirica europea dell'epoca. Poi un inventore, un certo Johannes Gutenberg di Magonza, sviluppò i caratteri mobili di metallo, dando così inizio alla stampa. Una volta che la gente comune poté leggere e ponderare le parole dei migliori autori, tutto cambiò (certo, ci vollero ancora un paio di secoli per arrivare all'alfabetizzazione universale in Germania, ma portò a sviluppi come la Riforma, il Rinascimento del Nord e la rivoluzione scientifica).

Tutto procedeva bene in Germania finché Martin Lutero tradusse la Bibbia in lingua moderna (e adesso, chiunque poteva comprarne una copia grazie alla moderna stampa). Nell'ottobre del 1517 Lutero inchiodò le sue "95 tesi sul potere delle indulgenze" alla porta della Chiesa di Tutti i Santi a Wittenberg. Ben presto la sua teologia "protestante" scatenò la guerra dei contadini (la più grande sollevazione popolare europea fino alla rivoluzione francese). Nel 1555 la Pace di Augusta riconobbe la religione luterana come legittima, stipulando che ogni regione avrebbe potuto decidere quale fede seguire, ma non riuscì a impedire, decenni dopo, lo scoppio dell'ancor più sanguinosa guerra dei Trent'anni. Dal 1618 al 1648 gli eserciti e i mercenari della Lega cattolica e dell'Unione protestante massacrarono i "miscredenti" con totale abbandono. Si stima che la popolazione della Germania sia diminuita tra il 20% e il 38% prima che il fervore religioso finalmente si placasse.

La monumentale figura di Martin Lutero, ironicamente, è annoverata negli annali del Rinascimento tedesco insieme ad artisti come Albrecht Dürer, studiosi come Johannes Reuchlin e musicisti come Pachelbel; per non parlare di famosi architetti come Elias Holl e Hans Krumpper. Ma un segno ancor più importante sulla civiltà lo lasciarono gli scienziati tedeschi vissuti nel Sei e Settecento, gettando le basi per la scoperta, la comprensione e l'abuso del sapere nei secoli successivi (non è un caso che uno dei più famosi scienziati della letteratura, il Dr. Frankenstein, abbia studiato all'Università di Ingolstadt). Giovanni Keplero di Stoccarda rivoluzionò la cosmologia; l'erudito von Leibniz sviluppò il calcolo infinitesimale e fondò l'Accademia prussiana delle scienze nel 1700; il filosofo Immanuel Kant cercò di porre basi scientifiche per l'etica. L'astronoma Maria Winkelmann di Sassonia e la naturalista Maria Merian di Francoforte aprirono la strada per altre donne tedesche che si sarebbero fatte un nome come scienziate. La diffusione della stampa, poi, diede a tutti l'opportunità di confondere le menti più impressionabili.

Mentre gli artisti e gli scienziati tedeschi illuminavano la civiltà, il Sacro Romano Impero vacillava. In questo periodo storico il feudalesimo stava scomparendo, mentre la nuova borghesia in ascesa cercava la sua voce. Nuove dinastie più energiche emergevano nei vari regni tedeschi: Hohenzollern in Brandenburgo-Prussia, Wittelsbach in Baviera, il casato Svevo in Sassonia, Hesse-Kassel a Hesse (appunto) e così via. Tutte queste casate cominciarono a recalcitrare sotto il governo degli Asburgo, che dal 1500 circa erano stati re di Germania e quindi imperatori, nonostante il fatto che fossero austriaci. Quando la linea di successione principale si estinse, Carlo VII di Baviera fu brevemente imperatore (tra il 1742 e il 1745), ma poco dopo la dinastia degli Asburgo-Lorena rimise saldamente le mani sul trono. Nell'aria si sentiva un palpabile profumo di riforma, e l'imperatore reagì appropriatamente, anche se tardi.

Quando Federico III chiese il supporto dei duchi tedeschi per finanziare le sue guerre e far eleggere re di Germania il figlio, Massimiliano I, si trovò davanti un fronte compatto che esigeva di partecipare al processo decisionale. I nobili chiesero la costituzione di un'assemblea degli elettori e degli altri duchi, una dieta imperiale (il Reichstag) che avrebbe consigliato e controllato il re. Federico si rifiutò di radunare il primo Reichstag, ma il figlio (più conciliante, o forse solo meno furbo) riunì finalmente la Dieta di Worms. Il re e i duchi si accordarono sui primi quattro provvedimenti, collettivamente noti come Riforma imperiale (Reichsreform), un insieme di atti che davano all'impero in fase di disintegrazione la struttura di cui aveva disperatamente bisogno: tra questi c'era la "Pace della terra" (che bandiva le faide tra i nobili) e il "Pfennig comune" (una tassa imperiale per finanziare le nuove infrastrutture). Diete successive aggiunsero nuove leggi, nuove riforme... e altre tasse.

Ma a metà del Settecento la situazione era tale da rendere vano ogni tentativo di tenere insieme il regno di Germania e il Sacro Romano Impero. I governanti locali possedevano eserciti e corpi diplomatici indipendenti, che ormai usavano senza alcun riguardo per i desideri o gli ordini del "re". Nelle guerre di Slesia e nella guerra dei Sette anni la Prussia si guadagnò il rispetto di tutta Europa come "grande potenza" governata da un "assolutismo illuminato". In Baviera e Württemberg i nobili sperperavano tutti i loro fondi in palazzi, amanti e opere d'arte. I langravi di Hesse-Kassel e Hannover facevano soldi prestando le loro truppe scelte come mercenari. A un certo punto, poi, i duchi di Hannover diventarono re d'Inghilterra e persero ogni interesse per la patria d'origine (Giorgio III, nato a Londra e re d'Inghilterra durante la rivoluzione americana, non visitò Hannover neppure una volta).

La fine di ogni apparenza di unità per il regno giunse con la rivoluzione francese e le successive guerre napoleoniche. La mediatizzazione e la secolarizzazione della Germania furono accelerate dallo spettro della sanguinosa rivoluzione francese. La mediatizzazione consisteva nel trasferimento della sovranità di piccoli stati ai loro vicini più grandi, lasciando alcuni diritti agli stati annessi. La secolarizzazione prevedeva l'assorbimento delle terre della Chiesa da parte delle nobiltà locali. Dal 1792 in poi la Francia rivoluzionaria fu in guerra con la maggior parte degli stati tedeschi, ma mai con tutti insieme. Il regno di Germania e il Sacro Romano Impero furono sciolti formalmente da Napoleone quando Francesco II d'Austria abdicò, all'inizio del 1806, in seguito alla vittoria francese ad Austerlitz. Napoleone riorganizzò gran parte dell'ex regno di Germania nella Confederazione del Reno, a cui seguì nel 1815 la Confederazione germanica.
PortraitSquare
icon_civilization_germany

Tratti caratteristici

Leader
icon_leader_barbarossa
Federico Barbarossa
icon_leader_default
Ludovico II
Unità speciali
icon_unit_german_uboat
U-Boot
Infrastruttura speciale
icon_district_hansa
Hansa

Geografia & Dati sociali

Posizione
Europa
Dimensioni
Circa un milione di kmq nel 1050 d.C.
Popolazione
Circa 26,3 milioni nel 1780 d.C.
Capitale
Attualmente Berlino
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Tratti caratteristici

Leader
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Federico Barbarossa
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Ludovico II
Unità speciali
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U-Boot
Infrastruttura speciale
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Hansa

Geografia & Dati sociali

Posizione
Europa
Dimensioni
Circa un milione di kmq nel 1050 d.C.
Popolazione
Circa 26,3 milioni nel 1780 d.C.
Capitale
Attualmente Berlino
Abilità esclusiva

Città libere imperiali

Ogni città può costruire un distretto in più del normale (superando il limite imposto dalla popolazione).

Contesto storico
La Germania non è esistita fino al 1870, quando Bismarck ha convinto i vari stati che la compongono che il bene comune superava quello dei singoli. Il primo a usare la parola Germania è stato Giulio Cesare, per riferirsi alle terre barbariche dall'altra parte del Reno rispetto alla "pacifica" Gallia. Geograficamente la Germania si estendeva dal Reno alla Vistola, dal Baltico al Danubio. Come notò lo stesso Cesare, i Galli erano bellicosi, ma potevano essere civilizzati; i Teutoni, d'altra parte, erano troppo selvaggi e grossolani per qualsiasi approccio che non fosse la conquista. Forse aveva ragione: con il crollo dell'impero, tutte quelle tribù divennero "popoli e regni separati e indipendenti". Questi regni non avevano nulla in comune salvo il linguaggio (sebbene molti dialetti fossero mutuamente incomprensibili), alcune tradizioni e una lunga consuetudine di uccisioni reciproche.

Toccò a Carlo Magno, che era stato incoronato imperatore da papa Leone III nel dicembre dell'800, di riunificarli (per poco). Ma la situazione fu stabilizzata veramente solo nel 936 con l'incoronazione del duca Ottone I a Rex Teutonicorum: più tardi, per il principio della "translatio imperii", fu proclamato Sacro Romano Imperatore da papa Giovanni XII. Tutto questo non prima che i due, dopo molte discussioni e contrattazioni, firmassero il Diploma Ottonianum, che riconosceva il papa come capo spirituale della chiesa cattolica (così i prelati non avrebbero potuto interpretare le Scritture a loro piacimento) e il re-imperatore tedesco suo protettore secolare. Ottone passò il resto della sua vita cercando di placare i "ducati di stirpe" (i cinque ducati costituenti della Germania, potenti e autonomi: Franconia, Baviera, Lotaringia, Sassonia e Svevia), combattendo francesi, magiari, italiani e slavi, soffocando varie ribellioni, e in generale godendosi molto poco la vita.

La successione di Ottone fu un vero pasticcio, un guazzabuglio di complessi fattori in costante mutamento. I re di Germania erano scelti da sette "principi elettori" (tre arcivescovi e quattro principi secolari), come stabilito dalla Bolla d'Oro del 1356. In effetti, solo per arrivare a concordare su questo ci vollero 400 anni: prima, le elezioni del Rex Teutonicorum avevano l'aspetto di una beneducata anarchia. Dopo la guerra dei Trent'anni fu aggiunto un altro elettore, per mantenere il bilancio tra protestanti e cattolici; nel 1692 ne fu aggiunto un altro ancora per evitare fastidiose situazioni di pareggio. La struttura costituente fu rivista un'ultima volta nel 1803, proprio quando Napoleone stava preparandosi a porre fine all'intera faccenda. Una volta eletto il Rex, l'incoronazione del Sacro Romano Imperatore era una pura formalità, condotta da chiunque sedesse sul soglio di Pietro in quel particolare momento.

A Ottone fece seguito una lunga lista di re-imperatori: Sassoni, Sali, Svevi, Guelfi, Lussemburgo, Wittelsbach e molti Asburgo, che non ne volevano sapere di scendere dal trono. Alcuni furono grandi e si coprirono di gloria, come Enrico IV e Federico Barbarossa; altri corrotti e vanagloriosi, come Ottone IV e Luigi IV. Ma quali fossero le loro abilità e idee politiche, tutti dovettero vedersela con centinaia di piccoli staterelli, ognuno geloso del proprio "potere" e dei propri privilegi.

E la situazione era tutt'altro che stabile. Intorno al 1040 la Franconia si divise in entità più piccole: tra le altre, la città-stato di Francoforte, le residenze dei vescovi-principi Magonza, Spira e Worms e il langraviato di Hesse. Nel XIII secolo i Cavalieri Teutonici aggiunsero a est la Prussia; gli ambiziosi nobili tedeschi si accaparrarono Boemia, Slesia e Pomerania dagli slavi. E così via.

Nonostante tutto la Germania viveva in relativa pace e, soprattutto, prosperava. Questo era dovuto in parte all'ascesa della Lega Anseatica, un'alleanza commerciale di porti, gilde e banche che arrivò a dominare gli scambi nel Baltico e lungo la costa del Mare del Nord. Legname, pellicce, cereali, minerali e pesce arrivavano da est, mentre i prodotti finiti facevano il percorso inverso. Con base nella "libera città imperiale" (per decreto del 1226 dell'Imperatore Federico II) di Lubecca, la Lega vantava una solida presenza in città come Colonia, Brema e Amburgo e aveva magazzini e uffici in porti lontani come Londra e Novgorod. La sua massima fioritura si ebbe fra il XIII e il XVI secolo: durante questo periodo, gli abitanti della Germania godettero dello standard di vita più alto d'Europa. Ed erano sempre di più: nonostante le guerre e le pestilenze, nel 1500 i tedeschi erano cinque o sei milioni, molti dei quali artigiani o mercanti. Questi avevano cominciato a organizzarsi in gilde (alcune di queste permettevano l'accesso alle donne).

Intanto, la crescita delle città e la disponibilità di denaro aveva portato al fiorire delle arti. Nel XII secolo la badessa Ildegarda di Bingen scrisse influenti opere di argomento teologico e medico, oltre a poemi liturgici, canzoni e la più antica opera morale musicata europea. Un secolo dopo, von der Vogelweide segnò il punto più alto della poesia lirica europea dell'epoca. Poi un inventore, un certo Johannes Gutenberg di Magonza, sviluppò i caratteri mobili di metallo, dando così inizio alla stampa. Una volta che la gente comune poté leggere e ponderare le parole dei migliori autori, tutto cambiò (certo, ci vollero ancora un paio di secoli per arrivare all'alfabetizzazione universale in Germania, ma portò a sviluppi come la Riforma, il Rinascimento del Nord e la rivoluzione scientifica).

Tutto procedeva bene in Germania finché Martin Lutero tradusse la Bibbia in lingua moderna (e adesso, chiunque poteva comprarne una copia grazie alla moderna stampa). Nell'ottobre del 1517 Lutero inchiodò le sue "95 tesi sul potere delle indulgenze" alla porta della Chiesa di Tutti i Santi a Wittenberg. Ben presto la sua teologia "protestante" scatenò la guerra dei contadini (la più grande sollevazione popolare europea fino alla rivoluzione francese). Nel 1555 la Pace di Augusta riconobbe la religione luterana come legittima, stipulando che ogni regione avrebbe potuto decidere quale fede seguire, ma non riuscì a impedire, decenni dopo, lo scoppio dell'ancor più sanguinosa guerra dei Trent'anni. Dal 1618 al 1648 gli eserciti e i mercenari della Lega cattolica e dell'Unione protestante massacrarono i "miscredenti" con totale abbandono. Si stima che la popolazione della Germania sia diminuita tra il 20% e il 38% prima che il fervore religioso finalmente si placasse.

La monumentale figura di Martin Lutero, ironicamente, è annoverata negli annali del Rinascimento tedesco insieme ad artisti come Albrecht Dürer, studiosi come Johannes Reuchlin e musicisti come Pachelbel; per non parlare di famosi architetti come Elias Holl e Hans Krumpper. Ma un segno ancor più importante sulla civiltà lo lasciarono gli scienziati tedeschi vissuti nel Sei e Settecento, gettando le basi per la scoperta, la comprensione e l'abuso del sapere nei secoli successivi (non è un caso che uno dei più famosi scienziati della letteratura, il Dr. Frankenstein, abbia studiato all'Università di Ingolstadt). Giovanni Keplero di Stoccarda rivoluzionò la cosmologia; l'erudito von Leibniz sviluppò il calcolo infinitesimale e fondò l'Accademia prussiana delle scienze nel 1700; il filosofo Immanuel Kant cercò di porre basi scientifiche per l'etica. L'astronoma Maria Winkelmann di Sassonia e la naturalista Maria Merian di Francoforte aprirono la strada per altre donne tedesche che si sarebbero fatte un nome come scienziate. La diffusione della stampa, poi, diede a tutti l'opportunità di confondere le menti più impressionabili.

Mentre gli artisti e gli scienziati tedeschi illuminavano la civiltà, il Sacro Romano Impero vacillava. In questo periodo storico il feudalesimo stava scomparendo, mentre la nuova borghesia in ascesa cercava la sua voce. Nuove dinastie più energiche emergevano nei vari regni tedeschi: Hohenzollern in Brandenburgo-Prussia, Wittelsbach in Baviera, il casato Svevo in Sassonia, Hesse-Kassel a Hesse (appunto) e così via. Tutte queste casate cominciarono a recalcitrare sotto il governo degli Asburgo, che dal 1500 circa erano stati re di Germania e quindi imperatori, nonostante il fatto che fossero austriaci. Quando la linea di successione principale si estinse, Carlo VII di Baviera fu brevemente imperatore (tra il 1742 e il 1745), ma poco dopo la dinastia degli Asburgo-Lorena rimise saldamente le mani sul trono. Nell'aria si sentiva un palpabile profumo di riforma, e l'imperatore reagì appropriatamente, anche se tardi.

Quando Federico III chiese il supporto dei duchi tedeschi per finanziare le sue guerre e far eleggere re di Germania il figlio, Massimiliano I, si trovò davanti un fronte compatto che esigeva di partecipare al processo decisionale. I nobili chiesero la costituzione di un'assemblea degli elettori e degli altri duchi, una dieta imperiale (il Reichstag) che avrebbe consigliato e controllato il re. Federico si rifiutò di radunare il primo Reichstag, ma il figlio (più conciliante, o forse solo meno furbo) riunì finalmente la Dieta di Worms. Il re e i duchi si accordarono sui primi quattro provvedimenti, collettivamente noti come Riforma imperiale (Reichsreform), un insieme di atti che davano all'impero in fase di disintegrazione la struttura di cui aveva disperatamente bisogno: tra questi c'era la "Pace della terra" (che bandiva le faide tra i nobili) e il "Pfennig comune" (una tassa imperiale per finanziare le nuove infrastrutture). Diete successive aggiunsero nuove leggi, nuove riforme... e altre tasse.

Ma a metà del Settecento la situazione era tale da rendere vano ogni tentativo di tenere insieme il regno di Germania e il Sacro Romano Impero. I governanti locali possedevano eserciti e corpi diplomatici indipendenti, che ormai usavano senza alcun riguardo per i desideri o gli ordini del "re". Nelle guerre di Slesia e nella guerra dei Sette anni la Prussia si guadagnò il rispetto di tutta Europa come "grande potenza" governata da un "assolutismo illuminato". In Baviera e Württemberg i nobili sperperavano tutti i loro fondi in palazzi, amanti e opere d'arte. I langravi di Hesse-Kassel e Hannover facevano soldi prestando le loro truppe scelte come mercenari. A un certo punto, poi, i duchi di Hannover diventarono re d'Inghilterra e persero ogni interesse per la patria d'origine (Giorgio III, nato a Londra e re d'Inghilterra durante la rivoluzione americana, non visitò Hannover neppure una volta).

La fine di ogni apparenza di unità per il regno giunse con la rivoluzione francese e le successive guerre napoleoniche. La mediatizzazione e la secolarizzazione della Germania furono accelerate dallo spettro della sanguinosa rivoluzione francese. La mediatizzazione consisteva nel trasferimento della sovranità di piccoli stati ai loro vicini più grandi, lasciando alcuni diritti agli stati annessi. La secolarizzazione prevedeva l'assorbimento delle terre della Chiesa da parte delle nobiltà locali. Dal 1792 in poi la Francia rivoluzionaria fu in guerra con la maggior parte degli stati tedeschi, ma mai con tutti insieme. Il regno di Germania e il Sacro Romano Impero furono sciolti formalmente da Napoleone quando Francesco II d'Austria abdicò, all'inizio del 1806, in seguito alla vittoria francese ad Austerlitz. Napoleone riorganizzò gran parte dell'ex regno di Germania nella Confederazione del Reno, a cui seguì nel 1815 la Confederazione germanica.
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