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Australia
Abilità esclusiva

Il paese agli antipodi

+3 Abitazioni nelle città sulla costa. I Pascoli fanno scattare una Bomba culturale. Le rese da Campus, Snodi commerciali, Luoghi Santi e Piazze del Teatro ricevono +1 nelle caselle con Appeal Delizioso, +3 nelle caselle con Appeal Mozzafiato.

Contesto storico
Colonizzato in sequenza da aborigeni, carcerati, poveracci, cercatori d'oro ed evasi che si erano dati alla macchia, il continente australiano è stato raggiunto dagli esseri umani circa 45.000 anni fa, quando alcune tribù riuscirono a migrare attraverso le isole dell'Indonesia e a raggiungere le sue rive settentrionali. Qui i cacciatori-raccoglitori prosperarono in isolamento, sviluppando una ricca cultura orale molto spirituale, finché nel 1770 James Cook sbarcò sulla costa e rivendicò tutti i territori per la corona britannica. Il capitano Cook non fu il primo a scoprire l'Australia (l'olandese Willem Janszoon e l'inglese William Dampier l'avevano già raggiunta molto prima) ma fu il primo a capire le potenzialità di questo paese lontano e pericoloso.

Quando la neonata nazione americana si rifiutò di accettare le barcate di prigionieri inglesi originariamente destinate a una colonia penale, le autorità inglesi dovettero riconsiderare i loro piani. All'epoca il pensiero dominante fu: "se vogliamo scaricare la feccia della nostra società, quale posto migliore dell'altra parte del mondo?" Così il commodoro Arthur Phillip lasciò l'Inghilterra con la Prima Flotta, un convoglio di 11 navi (due di scorta, sei per il trasporto dei prigionieri e tre navi da carico) diretto al Nuovo Galles del Sud. Giunto a Botany Bay nel gennaio del 1788, Phillip decise poco dopo che le paludi circostanti erano troppo malsane per una colonia e spostò l'insediamento a nord, nella bella baia naturale di Port Jackson... meglio nota oggi come porto di Sydney.

I primi anni furono duri per la piccola città di frontiera di Sydney. I criminali, professionisti o no, non sono certo agricoltori competenti, e le navi con i rifornimenti arrivavano di rado. Tra il 1788 e il 1792 sbarcarono altri 3.546 condannati maschi e 766 donne, la maggior parte troppo malati o comunque inadatti al lavoro duro. Quando nel 1790 arrivò la Seconda Flotta, più di un quarto dei suoi passeggeri era morto durante il viaggio, e le condizioni dei membri della Terza Flotta erano tali da far rabbrividire persino quelli che erano arrivati per primi. Ma Phillip dimostrò che il suo desiderio di fare di tutto per assicurare il successo della colonia e il benessere dei suoi abitanti era sincero... anche se erano per lo più carcerati. Inviò gruppi di esploratori a cercare terre più fertili, cercò di stimolare l'arrivo di navi mercantili, promosse iniziative per la salute pubblica, fondò molti piccoli insediamenti satellite per alleviare la sovrappopolazione e ignorò molti ordini irrilevanti o superati provenienti dall'Inghilterra. Quando il governatore Phillip tornò in patria, alla fine del 1792, la colonia era finalmente abbastanza stabile da accogliere nuovi coloni che arrivavano di loro spontanea volontà.

All'inizio i nuovi arrivati non prestarono molta attenzione agli aborigeni, che vivevano nella dimensione magica ed eterna del Tempo del Sogno. Alla fine del XVIII secolo il continente ospitava più o meno un milione di nativi, divisi in 300 clan che parlavano 250 linguaggi con circa 700 dialetti. Ogni clan aveva un legame spirituale con una specifica parte del territorio come un pezzo di deserto, di foresta tropicale o di montagna. Secondo gli aborigeni, gli antenati totemici spirituali avevano forgiato ogni aspetto dell'esistenza durante il Tempo del Sogno della creazione del mondo, intrecciando insieme passato, presente e futuro.

Sebbene gli olandesi avessero rivendicato la parte occidentale del continente, gli inglesi fondarono insediamenti lungo tutta la costa nel modo passivo-aggressivo messo in pratica dagli stati nazionali. La Terra di Van Diemen (oggi nota come Tasmania) fu colonizzata nel 1803, un certo capitano Bremer fondò l'effimera colonia di Fort Dundas nel 1824, nello stesso anno fu inaugurata una nuova colonia penale alla foce del fiume Brisbane, mentre nel 1826 il maggiore Lockyer stabilì un presidio nell'insenatura di Re Giorgio. In questo modo l'Inghilterra arrivò a rivendicare l'intero continente per sé.

Un flusso di nuovi arrivati, in cerca di una nuova vita o di facili prede, fece crescere la popolazione delle colonie. Un gruppo di ex-soldati e carcerati scacciò il clan Yuggera e si impadronì del suo territorio, nei pressi dell'odierna Brisbane. Perth fu fondata da cittadini inglesi di estrazione più raffinata nel 1829. A quanto pare, Melbourne fu fondata nel 1835 da un gruppo di abusivi che era sbarcato nella baia di Port Phillip. Nel frattempo la Compagnia dell'Australia meridionale, autorizzata dalla corona britannica, fondò Adelaide.

Secondo i calcoli dello storico Lloyd Robson, in ottant'anni (dal 1788 al 1868) ben 161.700 carcerati furono trasferiti nelle varie colonie australiane. Circa due terzi di questi erano ladri provenienti dalle città industriali sovrappopolate (soprattutto delle Midland e del nord). Oltre a costoro, sempre più frequentemente le navi cominciarono a sbarcare anche persone dotate di una formazione specifica (medici, religiosi, legali, ingegneri), assolutamente necessarie per la crescita di questa "Inghilterra degli antipodi".

A partire dagli anni 20 dell'Ottocento, un numero sempre maggiore di abusivi non autorizzati prese ad avventurarsi nei territori e occupare terre al di fuori dai confini degli insediamenti ufficiali. Lì diedero vita a grandi fattorie in cui allevavano pecore e coltivavano grano e avena. I bassi costi di gestione permettevano loro di raccogliere grandi profitti, così ben presto furono imitati da molti altri. La produzione di lana, per lo più destinata alle fabbriche inglesi, diventò la prima e più fruttuosa esportazione dell'Australia. Nel 1850 circa duecento abusivi avevano occupato più di 300.000 kmq di terreno, formando una classe potente e "rispettabile" nella società del continente.

Nel frattempo la Proclamazione del governatore Burke, dell'Ufficio coloniale britannico, aveva dichiarato l'intero continente australiano "terra nullius" ("terra di nessuno"). Affermando che nessuno stato o popolo, tranne la corona inglese, potesse vantare alcun diritto sul territorio australiano, l'Inghilterra soffocò sul nascere ogni possibilità di arrivare a un trattato con i clan aborigeni. Le malattie importate dagli europei ne fecero una questione di interesse relativo, dal momento che vaiolo, influenza, morbillo, pertosse e tubercolosi avevano fatto strage dei nativi. Per fare un esempio, poco dopo la fondazione della colonia di Sydney, un'epidemia di vaiolo uccise metà degli aborigeni nella regione. Questo non significa che i coloni non contribuissero attivamente alle uccisioni: le guerre di Hawkesbury (1795-1816), Pemulwuy (1795-1802), Tedbury (1808-1809) e Nepean (1814-1816) definirono chiaramente il tono delle relazioni tra europei e aborigeni.

Nel 1851, la scoperta dell'oro nel Nuovo Galles del Sud e nello stato di Victoria portò a un massiccio afflusso di persone, superiore anche all'esplosione demografica provocata dalla "corsa all'oro" californiana del 1848. Una lunga serie di navi scaricò il suo carico di giovani uomini (con qualche rara, avventurosa giovane donna) dalla Cina, dalle zone aurifere della California e ancora da Irlanda, Inghilterra e India. Insieme ai cercatori si riversò nel continente un coacervo caotico di artisti, truffatori, vagabondi, ciarlatani, giocatori professionisti e locandieri. La colonia di Victoria crebbe a un ritmo incredibile, passando dai suoi miseri 76.000 abitanti del 1850 a più di 530.000 nel 1859. Il governo cercò di fare ordine organizzando un sistema di licenze e dando ordine alle truppe di usare la mano pesante, ma questo portò solo a un'escalation di violenza, culminata alla fine del 1854 in uno scontro a Ballarat che lasciò almeno 30 "Scavatori" morti sul terreno, con molti altri feriti. Qualche mese dopo, una commissione reale introdusse importanti riforme nell'amministrazione delle zone aurifere in espansione, che includevano l'abolizione delle licenze, la riorganizzazione della polizia e la concessione del diritto di voto ai minatori.

Nonostante gli spargimenti di sangue nelle zone aurifere e nell'Outback, la ricchezza prodotta dall'oro e dalla lana portarono investimenti e civiltà in città come Melbourne, Victoria e Sydney. Negli anni Ottanta dell'Ottocento queste erano ormai città di frontiera moderne e acculturate, dove capitava di rado che la gente si sparasse addosso in strada. A questo punto la maggioranza dei cittadini australiani era nata sul continente, e cominciava a pensare di conseguenza: i movimenti letterari e artistici nazionali cominciarono ad assumere uno stile spiccatamente australiano. Con tutto questo progresso e questa cultura, era inevitabile che i coloni cominciassero a rivendicare una maggiore autonomia dalla distante Inghilterra.

Nel 1890 i rappresentanti di sei colonie (insieme, inizialmente, a qualche neozelandese) si incontrarono a Melbourne per discutere l'unificazione e l'elezione dei rappresentanti per un congresso costituzionale. L'anno successivo la "National Australian Convention" fu aperta formalmente a Sydney e, dopo molte discussioni, riuscì a definire una bozza di costituzione. Nonostante le molte esitazioni, nel marzo del 1900 i delegati australiani si diressero a Londra con la carta. Il Parlamento la approvò a luglio e la regina Vittoria la ratificò poco dopo. Un lord inglese fu inviato in Australia per creare un governo provvisorio, supervisionare la creazione di una confederazione indipendente e gestire le prime elezioni. Il 1° gennaio del 1901 nacque così il Commonwealth dell'Australia.

Nonostante le terribili siccità e la piaga dei conigli, che arrivarono a devastare permanentemente una buona parte dei terreni agricoli australiani, la nuova nazione condusse un'esistenza tranquilla e prosperò. Il parlamento promulgò diverse leggi (alcune di dubbia utilità, come l'Immigration Restriction Act del 1901), i resti delle forze coloniali furono organizzati in un esercito e una marina nazionali e l'Australia stessa sperimentò il colonialismo quando, nel 1906, il territorio di Papua (oggi parte della Nuova Guinea) passò sotto la sua amministrazione. Tutto sembrava relativamente tranquillo quando la nuova nazione venne trascinata in una guerra mondiale.

Quasi un decimo della popolazione di 4,9 milioni di australiani si arruolò volontario per prestare servizio durante la Prima Guerra Mondiale: di questi più di 60.000 morirono a Gallipoli, sul fronte occidentale e in Medio Oriente. In cambio di tutto il sangue versato dai cittadini, i rappresentanti dell'Australia sedettero alla conferenza di pace a Versailles e poterono firmare il conseguente trattato internazionale, il primo per il giovane paese. L'Australia entrò anche a far parte della Società delle Nazioni e ricevette alcune colonie tedesche: la Nuova Guinea tedesca, l'arcipelago di Bismarck e la piccola Nauru.

Gli anni Venti portarono agitazioni sindacali, una modernizzazione rampante, la Grande Depressione e varie crisi politiche. A queste si aggiunsero tensioni internazionali negli anni Trenta, dovute soprattutto all'espansionismo giapponese nel Pacifico meridionale: la situazione arrivò a un punto tale che nelle elezioni del 1937 sia il partito liberale sia quello laburista fecero dell'incremento delle spese per la difesa uno dei primi punti del loro programma. Nel settembre del 1939, la cooperazione del governo con la Gran Bretagna all'interno di una "politica di difesa imperiale" trascinò inevitabilmente l'Australia in un'altra guerra mondiale. Le unità australiane si distinsero combattendo nel Mediterraneo e negli altri mari, ma nel giro di due anni si trovarono a fronteggiare una minaccia più diretta quando il Giappone lanciò una grande offensiva nel Pacifico, nel Sudest asiatico, in Indonesia e nelle Filippine. Nel febbraio del 1942 il porto di Darwin subì una devastante incursione aerea, la prima di oltre 100 nel continente.

Ispirata dal primo ministro Curtin, l'Australia si trovò impegnata su più fronti, in particolare a nord, nelle giungle della Nuova Guinea, un passaggio obbligato per l'invasione giapponese. Sul fronte interno, il governo Curtin spinse la nazione ad adottare un'economia di guerra, istituendo un razionamento, accogliendo rifugiati, costruendo cantieri e fabbriche ed esortando tutti a "mantenere la rotta". Alla fine del conflitto l'Australia aveva perso 27.000 tra soldati, aviatori e marinai.

Dopo la guerra l'Australia poté godersi un periodo di boom economico, segnato da una grande crescita delle esportazioni, un colossale programma di immigrazione dall'Europa promulgato dal governo, l'esplosione dei centri urbani, un "nuovo nazionalismo" nelle arti e il riconoscimento dei diritti civili agli aborigeni. Inoltre il paese riuscì a evitare quasi completamente la spirale paranoica della guerra fredda. Il XXI secolo promette di andare sempre meglio per gli australiani.
PortraitSquare
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Tratti caratteristici

Leader
icon_leader_default
John Curtin
Unità speciali
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Digger
Infrastruttura speciale
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Allevamento nell'Outback

Geografia & Dati sociali

Posizione
Il continente australiano
Dimensioni
Circa 7,7 milioni di kmq
Popolazione
Circa 24 milioni (stima del 2017)
Capitale
Melbourne, ora Canberra
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John Curtin
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Allevamento nell'Outback

Geografia & Dati sociali

Posizione
Il continente australiano
Dimensioni
Circa 7,7 milioni di kmq
Popolazione
Circa 24 milioni (stima del 2017)
Capitale
Melbourne, ora Canberra
Abilità esclusiva

Il paese agli antipodi

+3 Abitazioni nelle città sulla costa. I Pascoli fanno scattare una Bomba culturale. Le rese da Campus, Snodi commerciali, Luoghi Santi e Piazze del Teatro ricevono +1 nelle caselle con Appeal Delizioso, +3 nelle caselle con Appeal Mozzafiato.

Contesto storico
Colonizzato in sequenza da aborigeni, carcerati, poveracci, cercatori d'oro ed evasi che si erano dati alla macchia, il continente australiano è stato raggiunto dagli esseri umani circa 45.000 anni fa, quando alcune tribù riuscirono a migrare attraverso le isole dell'Indonesia e a raggiungere le sue rive settentrionali. Qui i cacciatori-raccoglitori prosperarono in isolamento, sviluppando una ricca cultura orale molto spirituale, finché nel 1770 James Cook sbarcò sulla costa e rivendicò tutti i territori per la corona britannica. Il capitano Cook non fu il primo a scoprire l'Australia (l'olandese Willem Janszoon e l'inglese William Dampier l'avevano già raggiunta molto prima) ma fu il primo a capire le potenzialità di questo paese lontano e pericoloso.

Quando la neonata nazione americana si rifiutò di accettare le barcate di prigionieri inglesi originariamente destinate a una colonia penale, le autorità inglesi dovettero riconsiderare i loro piani. All'epoca il pensiero dominante fu: "se vogliamo scaricare la feccia della nostra società, quale posto migliore dell'altra parte del mondo?" Così il commodoro Arthur Phillip lasciò l'Inghilterra con la Prima Flotta, un convoglio di 11 navi (due di scorta, sei per il trasporto dei prigionieri e tre navi da carico) diretto al Nuovo Galles del Sud. Giunto a Botany Bay nel gennaio del 1788, Phillip decise poco dopo che le paludi circostanti erano troppo malsane per una colonia e spostò l'insediamento a nord, nella bella baia naturale di Port Jackson... meglio nota oggi come porto di Sydney.

I primi anni furono duri per la piccola città di frontiera di Sydney. I criminali, professionisti o no, non sono certo agricoltori competenti, e le navi con i rifornimenti arrivavano di rado. Tra il 1788 e il 1792 sbarcarono altri 3.546 condannati maschi e 766 donne, la maggior parte troppo malati o comunque inadatti al lavoro duro. Quando nel 1790 arrivò la Seconda Flotta, più di un quarto dei suoi passeggeri era morto durante il viaggio, e le condizioni dei membri della Terza Flotta erano tali da far rabbrividire persino quelli che erano arrivati per primi. Ma Phillip dimostrò che il suo desiderio di fare di tutto per assicurare il successo della colonia e il benessere dei suoi abitanti era sincero... anche se erano per lo più carcerati. Inviò gruppi di esploratori a cercare terre più fertili, cercò di stimolare l'arrivo di navi mercantili, promosse iniziative per la salute pubblica, fondò molti piccoli insediamenti satellite per alleviare la sovrappopolazione e ignorò molti ordini irrilevanti o superati provenienti dall'Inghilterra. Quando il governatore Phillip tornò in patria, alla fine del 1792, la colonia era finalmente abbastanza stabile da accogliere nuovi coloni che arrivavano di loro spontanea volontà.

All'inizio i nuovi arrivati non prestarono molta attenzione agli aborigeni, che vivevano nella dimensione magica ed eterna del Tempo del Sogno. Alla fine del XVIII secolo il continente ospitava più o meno un milione di nativi, divisi in 300 clan che parlavano 250 linguaggi con circa 700 dialetti. Ogni clan aveva un legame spirituale con una specifica parte del territorio come un pezzo di deserto, di foresta tropicale o di montagna. Secondo gli aborigeni, gli antenati totemici spirituali avevano forgiato ogni aspetto dell'esistenza durante il Tempo del Sogno della creazione del mondo, intrecciando insieme passato, presente e futuro.

Sebbene gli olandesi avessero rivendicato la parte occidentale del continente, gli inglesi fondarono insediamenti lungo tutta la costa nel modo passivo-aggressivo messo in pratica dagli stati nazionali. La Terra di Van Diemen (oggi nota come Tasmania) fu colonizzata nel 1803, un certo capitano Bremer fondò l'effimera colonia di Fort Dundas nel 1824, nello stesso anno fu inaugurata una nuova colonia penale alla foce del fiume Brisbane, mentre nel 1826 il maggiore Lockyer stabilì un presidio nell'insenatura di Re Giorgio. In questo modo l'Inghilterra arrivò a rivendicare l'intero continente per sé.

Un flusso di nuovi arrivati, in cerca di una nuova vita o di facili prede, fece crescere la popolazione delle colonie. Un gruppo di ex-soldati e carcerati scacciò il clan Yuggera e si impadronì del suo territorio, nei pressi dell'odierna Brisbane. Perth fu fondata da cittadini inglesi di estrazione più raffinata nel 1829. A quanto pare, Melbourne fu fondata nel 1835 da un gruppo di abusivi che era sbarcato nella baia di Port Phillip. Nel frattempo la Compagnia dell'Australia meridionale, autorizzata dalla corona britannica, fondò Adelaide.

Secondo i calcoli dello storico Lloyd Robson, in ottant'anni (dal 1788 al 1868) ben 161.700 carcerati furono trasferiti nelle varie colonie australiane. Circa due terzi di questi erano ladri provenienti dalle città industriali sovrappopolate (soprattutto delle Midland e del nord). Oltre a costoro, sempre più frequentemente le navi cominciarono a sbarcare anche persone dotate di una formazione specifica (medici, religiosi, legali, ingegneri), assolutamente necessarie per la crescita di questa "Inghilterra degli antipodi".

A partire dagli anni 20 dell'Ottocento, un numero sempre maggiore di abusivi non autorizzati prese ad avventurarsi nei territori e occupare terre al di fuori dai confini degli insediamenti ufficiali. Lì diedero vita a grandi fattorie in cui allevavano pecore e coltivavano grano e avena. I bassi costi di gestione permettevano loro di raccogliere grandi profitti, così ben presto furono imitati da molti altri. La produzione di lana, per lo più destinata alle fabbriche inglesi, diventò la prima e più fruttuosa esportazione dell'Australia. Nel 1850 circa duecento abusivi avevano occupato più di 300.000 kmq di terreno, formando una classe potente e "rispettabile" nella società del continente.

Nel frattempo la Proclamazione del governatore Burke, dell'Ufficio coloniale britannico, aveva dichiarato l'intero continente australiano "terra nullius" ("terra di nessuno"). Affermando che nessuno stato o popolo, tranne la corona inglese, potesse vantare alcun diritto sul territorio australiano, l'Inghilterra soffocò sul nascere ogni possibilità di arrivare a un trattato con i clan aborigeni. Le malattie importate dagli europei ne fecero una questione di interesse relativo, dal momento che vaiolo, influenza, morbillo, pertosse e tubercolosi avevano fatto strage dei nativi. Per fare un esempio, poco dopo la fondazione della colonia di Sydney, un'epidemia di vaiolo uccise metà degli aborigeni nella regione. Questo non significa che i coloni non contribuissero attivamente alle uccisioni: le guerre di Hawkesbury (1795-1816), Pemulwuy (1795-1802), Tedbury (1808-1809) e Nepean (1814-1816) definirono chiaramente il tono delle relazioni tra europei e aborigeni.

Nel 1851, la scoperta dell'oro nel Nuovo Galles del Sud e nello stato di Victoria portò a un massiccio afflusso di persone, superiore anche all'esplosione demografica provocata dalla "corsa all'oro" californiana del 1848. Una lunga serie di navi scaricò il suo carico di giovani uomini (con qualche rara, avventurosa giovane donna) dalla Cina, dalle zone aurifere della California e ancora da Irlanda, Inghilterra e India. Insieme ai cercatori si riversò nel continente un coacervo caotico di artisti, truffatori, vagabondi, ciarlatani, giocatori professionisti e locandieri. La colonia di Victoria crebbe a un ritmo incredibile, passando dai suoi miseri 76.000 abitanti del 1850 a più di 530.000 nel 1859. Il governo cercò di fare ordine organizzando un sistema di licenze e dando ordine alle truppe di usare la mano pesante, ma questo portò solo a un'escalation di violenza, culminata alla fine del 1854 in uno scontro a Ballarat che lasciò almeno 30 "Scavatori" morti sul terreno, con molti altri feriti. Qualche mese dopo, una commissione reale introdusse importanti riforme nell'amministrazione delle zone aurifere in espansione, che includevano l'abolizione delle licenze, la riorganizzazione della polizia e la concessione del diritto di voto ai minatori.

Nonostante gli spargimenti di sangue nelle zone aurifere e nell'Outback, la ricchezza prodotta dall'oro e dalla lana portarono investimenti e civiltà in città come Melbourne, Victoria e Sydney. Negli anni Ottanta dell'Ottocento queste erano ormai città di frontiera moderne e acculturate, dove capitava di rado che la gente si sparasse addosso in strada. A questo punto la maggioranza dei cittadini australiani era nata sul continente, e cominciava a pensare di conseguenza: i movimenti letterari e artistici nazionali cominciarono ad assumere uno stile spiccatamente australiano. Con tutto questo progresso e questa cultura, era inevitabile che i coloni cominciassero a rivendicare una maggiore autonomia dalla distante Inghilterra.

Nel 1890 i rappresentanti di sei colonie (insieme, inizialmente, a qualche neozelandese) si incontrarono a Melbourne per discutere l'unificazione e l'elezione dei rappresentanti per un congresso costituzionale. L'anno successivo la "National Australian Convention" fu aperta formalmente a Sydney e, dopo molte discussioni, riuscì a definire una bozza di costituzione. Nonostante le molte esitazioni, nel marzo del 1900 i delegati australiani si diressero a Londra con la carta. Il Parlamento la approvò a luglio e la regina Vittoria la ratificò poco dopo. Un lord inglese fu inviato in Australia per creare un governo provvisorio, supervisionare la creazione di una confederazione indipendente e gestire le prime elezioni. Il 1° gennaio del 1901 nacque così il Commonwealth dell'Australia.

Nonostante le terribili siccità e la piaga dei conigli, che arrivarono a devastare permanentemente una buona parte dei terreni agricoli australiani, la nuova nazione condusse un'esistenza tranquilla e prosperò. Il parlamento promulgò diverse leggi (alcune di dubbia utilità, come l'Immigration Restriction Act del 1901), i resti delle forze coloniali furono organizzati in un esercito e una marina nazionali e l'Australia stessa sperimentò il colonialismo quando, nel 1906, il territorio di Papua (oggi parte della Nuova Guinea) passò sotto la sua amministrazione. Tutto sembrava relativamente tranquillo quando la nuova nazione venne trascinata in una guerra mondiale.

Quasi un decimo della popolazione di 4,9 milioni di australiani si arruolò volontario per prestare servizio durante la Prima Guerra Mondiale: di questi più di 60.000 morirono a Gallipoli, sul fronte occidentale e in Medio Oriente. In cambio di tutto il sangue versato dai cittadini, i rappresentanti dell'Australia sedettero alla conferenza di pace a Versailles e poterono firmare il conseguente trattato internazionale, il primo per il giovane paese. L'Australia entrò anche a far parte della Società delle Nazioni e ricevette alcune colonie tedesche: la Nuova Guinea tedesca, l'arcipelago di Bismarck e la piccola Nauru.

Gli anni Venti portarono agitazioni sindacali, una modernizzazione rampante, la Grande Depressione e varie crisi politiche. A queste si aggiunsero tensioni internazionali negli anni Trenta, dovute soprattutto all'espansionismo giapponese nel Pacifico meridionale: la situazione arrivò a un punto tale che nelle elezioni del 1937 sia il partito liberale sia quello laburista fecero dell'incremento delle spese per la difesa uno dei primi punti del loro programma. Nel settembre del 1939, la cooperazione del governo con la Gran Bretagna all'interno di una "politica di difesa imperiale" trascinò inevitabilmente l'Australia in un'altra guerra mondiale. Le unità australiane si distinsero combattendo nel Mediterraneo e negli altri mari, ma nel giro di due anni si trovarono a fronteggiare una minaccia più diretta quando il Giappone lanciò una grande offensiva nel Pacifico, nel Sudest asiatico, in Indonesia e nelle Filippine. Nel febbraio del 1942 il porto di Darwin subì una devastante incursione aerea, la prima di oltre 100 nel continente.

Ispirata dal primo ministro Curtin, l'Australia si trovò impegnata su più fronti, in particolare a nord, nelle giungle della Nuova Guinea, un passaggio obbligato per l'invasione giapponese. Sul fronte interno, il governo Curtin spinse la nazione ad adottare un'economia di guerra, istituendo un razionamento, accogliendo rifugiati, costruendo cantieri e fabbriche ed esortando tutti a "mantenere la rotta". Alla fine del conflitto l'Australia aveva perso 27.000 tra soldati, aviatori e marinai.

Dopo la guerra l'Australia poté godersi un periodo di boom economico, segnato da una grande crescita delle esportazioni, un colossale programma di immigrazione dall'Europa promulgato dal governo, l'esplosione dei centri urbani, un "nuovo nazionalismo" nelle arti e il riconoscimento dei diritti civili agli aborigeni. Inoltre il paese riuscì a evitare quasi completamente la spirale paranoica della guerra fredda. Il XXI secolo promette di andare sempre meglio per gli australiani.
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