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Eleonora d'Aquitania (Inghilterra)

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Federico Barbarossa

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Gandhi

Genghis Khan

Gilgamesh

Gitarja

Giulio Cesare

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Guglielmina

Hammurabi

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Harald Hardrada (Variago)

Hojo Tokimune

Jayavarman VII

João III

John Curtin

Kublai Khan (Cina)

Kublai Khan (Mongolia)

Kupe

Lautaro

Ludovico II

Mansa Musa

Mattia Corvino

Menelik II

Montezuma

Mvemba a Nzinga

Nadir Shah

Nzinga Mbande

Pachacuti

Pedro II

Pericle

Pietro

Poundmaker

Qin (Mandato divino)

Qin (Unificatore)

Ramses II

Robert Bruce

Saladino (Sultano)

Saladino (Visir)

Sejong

Seondeok

Shaka

Simón Bolívar

Solimano (Kanuni)

Solimano (Muhteşem)

Sundiata Keita

Tamara

Teddy Roosevelt (l'Alce)

Teddy Roosevelt (Rough Rider)

Teodora

Tokugawa

Tomiri

Traiano

Vittoria (Età dell'impero)

Vittoria (Età del vapore)

Wac-Chanil-Ahau

Wilfrid Laurier

Wu Zetian

Yongle

Didone di Cartagine
Abilità esclusiva

Fondazione di Cartagine

Può spostare la sua capitale originale in qualsiasi città che è stata fondata dalla sua civiltà e possiede un Kothon completando un progetto esclusivo in quella città. +1 alla capacità di Rotte commerciali per il distretto Piazza del Governo e per ogni edificio in esso contenuto. +50% alla Produzione per la costruzione dei distretti nella città che possiede la Piazza del Governo.

Riepilogo
La Fenicia stabilisce rapidamente il suo impero nelle regioni costiere più allettanti e utilizza l'abilità di Didone per spostare la sua capitale nella città che si trova nel luogo migliore.
Approccio dettagliato
La Fenicia deve mettere in gioco Biremi e Coloni imbarcati il più in fretta possibile. La combinazione di queste due unità permette a Didone di colonizzare rapidamente e proteggere un impero fatto di città costiere interconnesse. Man mano che espandi il tuo impero commerciale marittimo, scegli un continente come sede permanente della tua capitale e usa un progetto Kothon per spostarla lì. Assicurare che le tue città su quel continente non possano subire alcuna pressione dagli imperi dell'entroterra garantisce la lealtà dei tuoi insediamenti.
Contesto storico
Didone, chiamata anche Elissa, è stata la mitica regina di Cartagine, che aveva fondato dopo essere scampata a un attentato e fuggita dalla sua città natale, Tiro. Didone compare nei miti di fondazione di Cartagine e anche nell'Eneide di Virgilio. È probabile che sia esistita realmente, ma molti elementi della sua vita sono trasfigurati nel mito e nella leggenda. Il risultato, comunque, è una storia molto interessante.

I racconti di Timeo e Flavio Giuseppe, che risalgono al I secolo d.C., la indicano come sorella del re di Tiro Pigmalione. Secondo una storia di origine romana più dettagliata, in cui viene chiamata Elissa, Didone sarebbe stata sposata ad Acerbas, prete supremo di Ercole (più probabilmente del dio fenicio Melqart) e secondo uomo più potente della città. Volendo accrescere il suo potere, Pigmalione fece uccidere Acerbas, e avrebbe riserbato lo stesso destino a Didone se questa non avesse acconsentito ad andare in esilio.

Il tempio di Acerbas disponeva di un enorme tesoro, che passò a Didone. Quest'ultima era ben consapevole che Pigmalione voleva impossessarsene, perciò in una grande scena pubblica fece inviare un cofano dopo l'altro dal tempio ai moli e, prima di lasciare Tiro, versò il loro contenuto nel porto sotto gli occhi delle spie del re. Pigmalione pensò che avesse sacrificato il tesoro, ma in realtà Didone aveva riempito i cofani di sabbia: così poté lasciare la città con il tesoro del marito ben nascosto sulle sue navi.

Dopo aver vagato nel Mediterraneo per anni, accompagnata dai suoi fedeli seguaci, sbarcò sull'isola di Cipro. Qui incontrò un gruppo di giovani donne disperate, che divennero le mogli dei suoi soldati.

I vagabondi raggiunsero la costa dell'Africa settentrionale, dove incontrarono un monarca locale di nome Iarba. Didone negoziò con lui per ottenere il permesso di insediarsi nella regione, affermando che desiderava "solo tanta terra quanta ne può cingere una pelle di bue". Quando Iarba acconsentì, Didone ordinò che la pelle venisse tagliata in lunghe strisce sottili, con cui riuscì a circondare una collina vicino alla costa. In onore a quest'ingegnoso sotterfugio topologico la collina principale della città di Cartagine divenne nota come Birsa, dalla parola greca che indica una pelle di vacca.

Sulla morte di Didone abbiamo due diversi resoconti. Nell'Eneide, un anacronistico Enea fa tappa in una Cartagine appena fondata: lì Didone si innamora follemente di lui, dimenticando il voto alla memoria del marito morto. Ma Mercurio gli ricorda il suo destino, quello di fondare a sua volta una grande città, così Enea parte improvvisamente senza dirle addio. Con il cuore spezzato, Didone comprende di aver tradito la memoria di Acerba, così si getta sulla punta della sua spada giurando inimicizia eterna tra Cartagine e i discendenti di Enea. L'eroe troiano è in mare, vede la sua pira e si rattrista brevemente per l'evoluzione degli eventi, ma ben presto torna a occuparsi del proprio destino eroico. Questo resoconto, di origine romana, la dice lunga sull'attitudine di Roma nei confronti di Cartagine, ma non è altrettanto esaustivo sulla storia di Didone.

Nel secondo racconto, re Iarba chiede la mano di Didone a una delegazione e minaccia la distruzione di Cartagine in caso di rifiuto. I delegati, conoscendo bene il temperamento della regina, non riescono a riferirle la proposta, nonostante il rischio di una guerra. Uno di loro cerca di descrivere la situazione con una certa delicatezza dicendo: "re Iarba ha chiesto la mano di una nostra cittadina, e dice che nel caso in cui lei non accetti distruggerà la città", al che Didone replica seccamente: "chi dovesse rifiutare questa proposta di matrimonio, e così facendo condannare la città, dovrebbe essere messa a morte".

Quando capisce che la proposta è rivolta a lei, Didone acconsente al matrimonio, ma dichiara che prima di sposare Iarba deve placare lo spirito di Acerbas. A questo fine fa costruire un'immensa pira e offre sacrifici prima di uccidersi (e rispettare la memoria del marito defunto, restando libera dal dominio di Iarba). Con questo gesto Didone resta fedele alla sua parola di regina, al suo voto e alla sua indipendenza.

La cronologia del regno di Pigmalione e della fondazione di Cartagine sembra supportare la storia delle peregrinazioni di Didone. Anche alcune fonti archeologiche sembrano corroborare il fatto che sia esistita, sebbene alcuni esperti sostengano che tali iscrizioni facciano riferimento alla dea fenicia Tanit. Se è esistita, e se come nel mito ha fondato e governato la città di Cartagine con le sue forze e restando indipendente, Didone ha compiuto un'impresa notevole, se consideriamo l'epoca antica di cui stiamo parlando. Fondare una grande potenza su una costa ostile, partendo dall'umile condizione di rifugiata, la dice lunga sulla sua astuzia e capacità di governo.
icon_leader_dido
Io condanno chiunque non sia pronto a dare la vita per Cartagine.

Tratti caratteristici

Civiltà
icon_civilization_phoenicia
Fenicia

Preferenze

Agende
Guerre siciliane
Vuole costruire città sulla costa. Apprezza le civiltà che si insediano nell'entroterra, non ama chi costruisce città sulla costa.
Religione
icon_religion_judaism
Ebraismo
icon_leader_dido
Io condanno chiunque non sia pronto a dare la vita per Cartagine.

Tratti caratteristici

Civiltà
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Fenicia

Preferenze

Agende
Guerre siciliane
Vuole costruire città sulla costa. Apprezza le civiltà che si insediano nell'entroterra, non ama chi costruisce città sulla costa.
Religione
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Ebraismo
Abilità esclusiva

Fondazione di Cartagine

Può spostare la sua capitale originale in qualsiasi città che è stata fondata dalla sua civiltà e possiede un Kothon completando un progetto esclusivo in quella città. +1 alla capacità di Rotte commerciali per il distretto Piazza del Governo e per ogni edificio in esso contenuto. +50% alla Produzione per la costruzione dei distretti nella città che possiede la Piazza del Governo.

Riepilogo
La Fenicia stabilisce rapidamente il suo impero nelle regioni costiere più allettanti e utilizza l'abilità di Didone per spostare la sua capitale nella città che si trova nel luogo migliore.
Approccio dettagliato
La Fenicia deve mettere in gioco Biremi e Coloni imbarcati il più in fretta possibile. La combinazione di queste due unità permette a Didone di colonizzare rapidamente e proteggere un impero fatto di città costiere interconnesse. Man mano che espandi il tuo impero commerciale marittimo, scegli un continente come sede permanente della tua capitale e usa un progetto Kothon per spostarla lì. Assicurare che le tue città su quel continente non possano subire alcuna pressione dagli imperi dell'entroterra garantisce la lealtà dei tuoi insediamenti.
Contesto storico
Didone, chiamata anche Elissa, è stata la mitica regina di Cartagine, che aveva fondato dopo essere scampata a un attentato e fuggita dalla sua città natale, Tiro. Didone compare nei miti di fondazione di Cartagine e anche nell'Eneide di Virgilio. È probabile che sia esistita realmente, ma molti elementi della sua vita sono trasfigurati nel mito e nella leggenda. Il risultato, comunque, è una storia molto interessante.

I racconti di Timeo e Flavio Giuseppe, che risalgono al I secolo d.C., la indicano come sorella del re di Tiro Pigmalione. Secondo una storia di origine romana più dettagliata, in cui viene chiamata Elissa, Didone sarebbe stata sposata ad Acerbas, prete supremo di Ercole (più probabilmente del dio fenicio Melqart) e secondo uomo più potente della città. Volendo accrescere il suo potere, Pigmalione fece uccidere Acerbas, e avrebbe riserbato lo stesso destino a Didone se questa non avesse acconsentito ad andare in esilio.

Il tempio di Acerbas disponeva di un enorme tesoro, che passò a Didone. Quest'ultima era ben consapevole che Pigmalione voleva impossessarsene, perciò in una grande scena pubblica fece inviare un cofano dopo l'altro dal tempio ai moli e, prima di lasciare Tiro, versò il loro contenuto nel porto sotto gli occhi delle spie del re. Pigmalione pensò che avesse sacrificato il tesoro, ma in realtà Didone aveva riempito i cofani di sabbia: così poté lasciare la città con il tesoro del marito ben nascosto sulle sue navi.

Dopo aver vagato nel Mediterraneo per anni, accompagnata dai suoi fedeli seguaci, sbarcò sull'isola di Cipro. Qui incontrò un gruppo di giovani donne disperate, che divennero le mogli dei suoi soldati.

I vagabondi raggiunsero la costa dell'Africa settentrionale, dove incontrarono un monarca locale di nome Iarba. Didone negoziò con lui per ottenere il permesso di insediarsi nella regione, affermando che desiderava "solo tanta terra quanta ne può cingere una pelle di bue". Quando Iarba acconsentì, Didone ordinò che la pelle venisse tagliata in lunghe strisce sottili, con cui riuscì a circondare una collina vicino alla costa. In onore a quest'ingegnoso sotterfugio topologico la collina principale della città di Cartagine divenne nota come Birsa, dalla parola greca che indica una pelle di vacca.

Sulla morte di Didone abbiamo due diversi resoconti. Nell'Eneide, un anacronistico Enea fa tappa in una Cartagine appena fondata: lì Didone si innamora follemente di lui, dimenticando il voto alla memoria del marito morto. Ma Mercurio gli ricorda il suo destino, quello di fondare a sua volta una grande città, così Enea parte improvvisamente senza dirle addio. Con il cuore spezzato, Didone comprende di aver tradito la memoria di Acerba, così si getta sulla punta della sua spada giurando inimicizia eterna tra Cartagine e i discendenti di Enea. L'eroe troiano è in mare, vede la sua pira e si rattrista brevemente per l'evoluzione degli eventi, ma ben presto torna a occuparsi del proprio destino eroico. Questo resoconto, di origine romana, la dice lunga sull'attitudine di Roma nei confronti di Cartagine, ma non è altrettanto esaustivo sulla storia di Didone.

Nel secondo racconto, re Iarba chiede la mano di Didone a una delegazione e minaccia la distruzione di Cartagine in caso di rifiuto. I delegati, conoscendo bene il temperamento della regina, non riescono a riferirle la proposta, nonostante il rischio di una guerra. Uno di loro cerca di descrivere la situazione con una certa delicatezza dicendo: "re Iarba ha chiesto la mano di una nostra cittadina, e dice che nel caso in cui lei non accetti distruggerà la città", al che Didone replica seccamente: "chi dovesse rifiutare questa proposta di matrimonio, e così facendo condannare la città, dovrebbe essere messa a morte".

Quando capisce che la proposta è rivolta a lei, Didone acconsente al matrimonio, ma dichiara che prima di sposare Iarba deve placare lo spirito di Acerbas. A questo fine fa costruire un'immensa pira e offre sacrifici prima di uccidersi (e rispettare la memoria del marito defunto, restando libera dal dominio di Iarba). Con questo gesto Didone resta fedele alla sua parola di regina, al suo voto e alla sua indipendenza.

La cronologia del regno di Pigmalione e della fondazione di Cartagine sembra supportare la storia delle peregrinazioni di Didone. Anche alcune fonti archeologiche sembrano corroborare il fatto che sia esistita, sebbene alcuni esperti sostengano che tali iscrizioni facciano riferimento alla dea fenicia Tanit. Se è esistita, e se come nel mito ha fondato e governato la città di Cartagine con le sue forze e restando indipendente, Didone ha compiuto un'impresa notevole, se consideriamo l'epoca antica di cui stiamo parlando. Fondare una grande potenza su una costa ostile, partendo dall'umile condizione di rifugiata, la dice lunga sulla sua astuzia e capacità di governo.
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