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Momenti storici
Maori
Abilità esclusiva

Mana

Inizia la partita con le tecnologie Vela e Costruzione Navale sbloccate e con la capacità di entrare nelle caselle di oceano. Le unità imbarcate hanno +2 al movimento. +1 alla Produzione da foreste pluviali e boschi non migliorati. +1 Produzione aggiuntiva dal Mercantilismo e +2 Produzione dal progresso civico Conservazione. I Pescherecci forniscono +1 Cibo e una Bomba culturale nelle caselle adiacenti. Non è possibile raccogliere le risorse rimuovendole dalla mappa. Non è possibile ottenere Grandi Scrittori.

Contesto storico
Durante il XIII secolo gli abitanti delle isole Marchesi, nel Pacifico meridionale, partirono in esplorazione verso sud-ovest con le loro canoe finché non raggiunsero le isole che oggi formano la Nuova Zelanda e che loro chiamarono Aotearoa, "la terra della lunga nuvola bianca". Si presume che per scoprire quelle terre i navigatori abbiano usato le sofisticate tecniche tradizionali di navigazione polinesiane, deducendo la loro esistenza da sottili indizi forniti dal mondo naturale. Quando sbarcarono scoprirono un territorio che non era mai stato colonizzato dagli esseri umani, essendosi staccato dal continente principale milioni di anni prima. Dopo intere epoche di separazione geologica, il bioma era unico e prezioso: le isole ospitavano innumerevoli specie di uccelli, tra cui giganti incapaci di volare, rapaci dalle dimensioni terrificanti e timidi abitanti della boscaglia. Erano presenti anche pochi mammiferi terrestri e qualche antica specie di rettili. Anche i mari circostanti brulicavano di vita.

I più antichi siti Maori conosciuti si trovano vicino a Te Pokohiwi (oggi Wairau Bar), sull'Isola del Sud, dove il fiume Wairau sfocia nello stretto che divide le due isole principali della Nuova Zelanda. Secondo i loro stessi resoconti, i Maori sarebbero giunti dalla leggendaria terra d'origine di Hawaiki: il loro eroe Maui avrebbe sollevato le isole neozelandesi dalle profondità marine con il suo amo da pesca e i primi insediamenti sarebbero stati fondati dagli esploratori Kupe e Toitehuatahi. In verità, uno degli aspetti più importanti della cultura Maori è proprio la declamazione della genealogia, il whakapapa, che permette a ogni persona di avere un proprio posto nella storia del suo popolo fino al passato mitologico. Il whakapapa ha sempre avuto un ruolo centrale nel sistema sociale Maori, molto complesso e carico di significati culturali.

Per circa tre secoli, il retaggio polinesiano dei Maori fu plasmato dalla terra che avevano colonizzato. La maggior parte dei gruppi (hapu) erano guidati da capitani che comandavano in virtù del loro mana, un concetto in cui si fondono prestigio e potere. Tali capi potevano ripagare gli amici con munificenza e punire i nemici con una vendetta altrettanto feroce. I Maori crearono manufatti di grande bellezza con la pietra verde dell'isola (pounamu) e le piume degli uccelli locali. Ogni hapu si occupava di tramandare e mantenere viva la propria tradizione orale, che si faceva risalire ai coloni giunti sull'isola in canoa. I Maori perfezionarono l'haka, l'energico canto accompagnato da espressioni facciali e vigorosi gesti ritualizzati che esprime forza, coraggio, ardimento e rispetto. Le tipiche decorazioni facciali dei Maori si chiamano "tā moko" e sono personalizzate per ogni individuo: negli uomini coprono l'intera faccia, mentre nelle donne sono limitate a labbra e mento.

I primi europei avvistarono la Nuova Zelanda nel 1642, ma i contatti regolari con i Maori non cominciarono prima del XVIII secolo. I Maori chiamavano gli europei Pakeha, un termine che oggi indica più generalmente qualsiasi non-Maori. L'introduzione delle armi da fuoco e delle malattie occidentali ebbero un effetto profondamente negativo sul popolo Maori. Gli europei cominciarono a costruire insediamenti permanenti; nel 1840 il governo inglese propose il Trattato di Waitangi, che fu firmato da diversi capi Maori.

Il Trattato di Waitangi segue una lunga tradizione di trattati ingiusti tra popoli indigeni e potenze coloniali, in particolare per quanto riguarda il riconoscimento della proprietà dei territori. Il concetto occidentale di "possesso" della terra era estraneo alla cultura Maori, tanto che per i Maori l'accordo che stavano stipulando aveva un significato molto diverso rispetto a quanto intendevano gli inglesi. Di fatto i britannici imposero ai Maori la vendita delle terre a un prezzo inadeguato, attraverso mezzi legalmente discutibili, certamente violando quelli che i Maori percepivano come i propri diritti.

Il movimento Kingitanga sorse come risposta a tutto questo per dare ai Maori la possibilità di unirsi dietro la guida di una singola figura politica anziché permettere agli avversari di sfruttare le loro divisioni mettendo gli hapu gli uni contro gli altri. Tuttavia l'ascesa del movimento provocò una reazione violenta del governo, con la confisca delle terre dei Maori: questo provocò lo scoppio delle Guerre neozelandesi tra Maori e Pakeha. Durante tutto questo periodo i Maori furono costantemente sospinti fuori dai territori migliori e obbligati a sopravvivere nelle regioni più povere, specialmente sull'Isola del Nord. Il governo continuò con le confische, colpendo non solo i gruppi che avevano resistito, ma talvolta anche i suoi stessi alleati Maori. Oltre alla confisca diretta vennero sfruttati altri cavilli legali per impadronirsi delle terre Maori. Queste pratiche continuarono per quasi un secolo.

Oltre a questo le isole stavano subendo profondi cambiamenti ecologici. L'arrivo dei Maori aveva introdotto ratti e cani nel fragile ecosistema neozelandese. Nel giro di un secolo i giganteschi uccelli moa si erano estinti e con essi le grandi aquile che davano loro la caccia. L'introduzione di altre specie (come opossum, donnole e maiali) aveva danneggiato l'habitat nativo di piante e animali, provocando la perdita del 40% delle specie di uccelli nativi. Gli agricoltori continuavano ad abbattere le foreste naturali per far spazio ai campi e ai pascoli.

A partire dal XX secolo l'opinione pubblica ha cominciato a riconoscere le ingiustizie perpetrate contro la popolazione Maori: a questo si è accompagnato un movimento degli stessi Maori in favore della conservazione e della celebrazione della loro antica cultura. Sir Apriana Ngata, ministro degli affari Maori, si batté in favore dell'estensione del riconoscimento dei diritti Maori, promuovendo la loro musica e poesia tradizionali, mentre al contempo premeva affinché prestassero servizio durante le due guerre mondiali. I Maori effettivamente servirono nelle forze armate britanniche in numero proporzionalmente alto, combattendo in teatri difficili come Gallipoli e Africa settentrionale e guadagnandosi il rispetto di alleati e nemici in pari misura.

I movimenti di protesta della seconda metà del XX secolo misero ulteriormente sotto i riflettori le ingiustizie storiche perpetrate nei confronti dei Maori. In risposta la Nuova Zelanda ha introdotto diverse misure il cui scopo è conservare e promuovere la lingua e la cultura Maori, la cui unicità è ormai universalmente riconosciuta. Sebbene le condizioni di vita dei Maori siano ancora inferiori a quelle dei Pakeha dal punto di vista economico, della salute e dell'istruzione, la nazione si sta impegnando con convinzione affinché si arrivi all'uguaglianza.

Infine, l'atteggiamento Maori nei confronti della terra e della natura sta guadagnando un apprezzamento sempre maggiore. L'intera Nuova Zelanda sta abbracciando come nazione l'idea di ridurre l'impatto ecologico della popolazione umana, proteggendo gli ecosistemi nativi e limitando le specie invasive. Di recente ha proibito la ricerca di nuovi giacimenti di petrolio vicino alle sue coste. L'appello Maori alla responsabilità collettiva in favore del pianeta sta trovando un seguito, anche oltre i confini di Aotearoa.
PortraitSquare
icon_civilization_maori

Tratti caratteristici

Leader
Unità speciali
Infrastruttura speciale

Geografia & Dati sociali

Posizione
Maori
Dimensioni
268.021 kmq
Popolazione
Circa 100.000 persone all'inizio del Settecento
Capitale
I Maori non avevano una capitale in senso stretto, ma alla fine del XIX secolo il marae di Papawai servì come sede per l'unificazione del loro popolo.
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Tratti caratteristici

Leader
Unità speciali
Infrastruttura speciale

Geografia & Dati sociali

Posizione
Maori
Dimensioni
268.021 kmq
Popolazione
Circa 100.000 persone all'inizio del Settecento
Capitale
I Maori non avevano una capitale in senso stretto, ma alla fine del XIX secolo il marae di Papawai servì come sede per l'unificazione del loro popolo.
Abilità esclusiva

Mana

Inizia la partita con le tecnologie Vela e Costruzione Navale sbloccate e con la capacità di entrare nelle caselle di oceano. Le unità imbarcate hanno +2 al movimento. +1 alla Produzione da foreste pluviali e boschi non migliorati. +1 Produzione aggiuntiva dal Mercantilismo e +2 Produzione dal progresso civico Conservazione. I Pescherecci forniscono +1 Cibo e una Bomba culturale nelle caselle adiacenti. Non è possibile raccogliere le risorse rimuovendole dalla mappa. Non è possibile ottenere Grandi Scrittori.

Contesto storico
Durante il XIII secolo gli abitanti delle isole Marchesi, nel Pacifico meridionale, partirono in esplorazione verso sud-ovest con le loro canoe finché non raggiunsero le isole che oggi formano la Nuova Zelanda e che loro chiamarono Aotearoa, "la terra della lunga nuvola bianca". Si presume che per scoprire quelle terre i navigatori abbiano usato le sofisticate tecniche tradizionali di navigazione polinesiane, deducendo la loro esistenza da sottili indizi forniti dal mondo naturale. Quando sbarcarono scoprirono un territorio che non era mai stato colonizzato dagli esseri umani, essendosi staccato dal continente principale milioni di anni prima. Dopo intere epoche di separazione geologica, il bioma era unico e prezioso: le isole ospitavano innumerevoli specie di uccelli, tra cui giganti incapaci di volare, rapaci dalle dimensioni terrificanti e timidi abitanti della boscaglia. Erano presenti anche pochi mammiferi terrestri e qualche antica specie di rettili. Anche i mari circostanti brulicavano di vita.

I più antichi siti Maori conosciuti si trovano vicino a Te Pokohiwi (oggi Wairau Bar), sull'Isola del Sud, dove il fiume Wairau sfocia nello stretto che divide le due isole principali della Nuova Zelanda. Secondo i loro stessi resoconti, i Maori sarebbero giunti dalla leggendaria terra d'origine di Hawaiki: il loro eroe Maui avrebbe sollevato le isole neozelandesi dalle profondità marine con il suo amo da pesca e i primi insediamenti sarebbero stati fondati dagli esploratori Kupe e Toitehuatahi. In verità, uno degli aspetti più importanti della cultura Maori è proprio la declamazione della genealogia, il whakapapa, che permette a ogni persona di avere un proprio posto nella storia del suo popolo fino al passato mitologico. Il whakapapa ha sempre avuto un ruolo centrale nel sistema sociale Maori, molto complesso e carico di significati culturali.

Per circa tre secoli, il retaggio polinesiano dei Maori fu plasmato dalla terra che avevano colonizzato. La maggior parte dei gruppi (hapu) erano guidati da capitani che comandavano in virtù del loro mana, un concetto in cui si fondono prestigio e potere. Tali capi potevano ripagare gli amici con munificenza e punire i nemici con una vendetta altrettanto feroce. I Maori crearono manufatti di grande bellezza con la pietra verde dell'isola (pounamu) e le piume degli uccelli locali. Ogni hapu si occupava di tramandare e mantenere viva la propria tradizione orale, che si faceva risalire ai coloni giunti sull'isola in canoa. I Maori perfezionarono l'haka, l'energico canto accompagnato da espressioni facciali e vigorosi gesti ritualizzati che esprime forza, coraggio, ardimento e rispetto. Le tipiche decorazioni facciali dei Maori si chiamano "tā moko" e sono personalizzate per ogni individuo: negli uomini coprono l'intera faccia, mentre nelle donne sono limitate a labbra e mento.

I primi europei avvistarono la Nuova Zelanda nel 1642, ma i contatti regolari con i Maori non cominciarono prima del XVIII secolo. I Maori chiamavano gli europei Pakeha, un termine che oggi indica più generalmente qualsiasi non-Maori. L'introduzione delle armi da fuoco e delle malattie occidentali ebbero un effetto profondamente negativo sul popolo Maori. Gli europei cominciarono a costruire insediamenti permanenti; nel 1840 il governo inglese propose il Trattato di Waitangi, che fu firmato da diversi capi Maori.

Il Trattato di Waitangi segue una lunga tradizione di trattati ingiusti tra popoli indigeni e potenze coloniali, in particolare per quanto riguarda il riconoscimento della proprietà dei territori. Il concetto occidentale di "possesso" della terra era estraneo alla cultura Maori, tanto che per i Maori l'accordo che stavano stipulando aveva un significato molto diverso rispetto a quanto intendevano gli inglesi. Di fatto i britannici imposero ai Maori la vendita delle terre a un prezzo inadeguato, attraverso mezzi legalmente discutibili, certamente violando quelli che i Maori percepivano come i propri diritti.

Il movimento Kingitanga sorse come risposta a tutto questo per dare ai Maori la possibilità di unirsi dietro la guida di una singola figura politica anziché permettere agli avversari di sfruttare le loro divisioni mettendo gli hapu gli uni contro gli altri. Tuttavia l'ascesa del movimento provocò una reazione violenta del governo, con la confisca delle terre dei Maori: questo provocò lo scoppio delle Guerre neozelandesi tra Maori e Pakeha. Durante tutto questo periodo i Maori furono costantemente sospinti fuori dai territori migliori e obbligati a sopravvivere nelle regioni più povere, specialmente sull'Isola del Nord. Il governo continuò con le confische, colpendo non solo i gruppi che avevano resistito, ma talvolta anche i suoi stessi alleati Maori. Oltre alla confisca diretta vennero sfruttati altri cavilli legali per impadronirsi delle terre Maori. Queste pratiche continuarono per quasi un secolo.

Oltre a questo le isole stavano subendo profondi cambiamenti ecologici. L'arrivo dei Maori aveva introdotto ratti e cani nel fragile ecosistema neozelandese. Nel giro di un secolo i giganteschi uccelli moa si erano estinti e con essi le grandi aquile che davano loro la caccia. L'introduzione di altre specie (come opossum, donnole e maiali) aveva danneggiato l'habitat nativo di piante e animali, provocando la perdita del 40% delle specie di uccelli nativi. Gli agricoltori continuavano ad abbattere le foreste naturali per far spazio ai campi e ai pascoli.

A partire dal XX secolo l'opinione pubblica ha cominciato a riconoscere le ingiustizie perpetrate contro la popolazione Maori: a questo si è accompagnato un movimento degli stessi Maori in favore della conservazione e della celebrazione della loro antica cultura. Sir Apriana Ngata, ministro degli affari Maori, si batté in favore dell'estensione del riconoscimento dei diritti Maori, promuovendo la loro musica e poesia tradizionali, mentre al contempo premeva affinché prestassero servizio durante le due guerre mondiali. I Maori effettivamente servirono nelle forze armate britanniche in numero proporzionalmente alto, combattendo in teatri difficili come Gallipoli e Africa settentrionale e guadagnandosi il rispetto di alleati e nemici in pari misura.

I movimenti di protesta della seconda metà del XX secolo misero ulteriormente sotto i riflettori le ingiustizie storiche perpetrate nei confronti dei Maori. In risposta la Nuova Zelanda ha introdotto diverse misure il cui scopo è conservare e promuovere la lingua e la cultura Maori, la cui unicità è ormai universalmente riconosciuta. Sebbene le condizioni di vita dei Maori siano ancora inferiori a quelle dei Pakeha dal punto di vista economico, della salute e dell'istruzione, la nazione si sta impegnando con convinzione affinché si arrivi all'uguaglianza.

Infine, l'atteggiamento Maori nei confronti della terra e della natura sta guadagnando un apprezzamento sempre maggiore. L'intera Nuova Zelanda sta abbracciando come nazione l'idea di ridurre l'impatto ecologico della popolazione umana, proteggendo gli ecosistemi nativi e limitando le specie invasive. Di recente ha proibito la ricerca di nuovi giacimenti di petrolio vicino alle sue coste. L'appello Maori alla responsabilità collettiva in favore del pianeta sta trovando un seguito, anche oltre i confini di Aotearoa.