Il tiro con l'arco consiste nel piegare un pezzo di legno, utilizzando la forza accumulata per scagliare proiettili lunghi e sottili a grandi distanze. Fu una scoperta fondamentale con applicazioni nella caccia e nella guerra. Al giorno d'oggi esso è considerato un semplice hobby o sport.

Non si sa di preciso quando furono utilizzati i primi archi, anche se si crede che risalgano al Paleolitico (terminato attorno al 10000 a.C.); scavi archeologici hanno però portato alla luce pietre affilate risalenti a 60.000 anni fa e forse utilizzate come punte di freccia. Praticamente tutte le civiltà più antiche conoscevano l'arco e le frecce. Si sa che venivano utilizzate nell'Egitto predinastico e da numerose civiltà classiche: gli eserciti di assiri, persiani, parti, indiani, coreani, cinesi e giapponesi contavano vasti contingenti di arcieri tra le proprie fila.

La tecnologia del tiro con l'arco avanzò inarrestabile con il diffondersi dell'arco composito, creato con lamine di legno e corno, dall'Asia all'Arabia, fino all'Africa settentrionale e all'Europa. L'arco lungo inglese dimostrò la propria efficacia nelle battaglie di Sluis e Crécy prima di essere utilizzato per massacrare la cavalleria francese ad Azincourt. Poco tempo dopo nacque l'arco ricurvo, caratterizzato dalla curva dei flettenti, che offriva maggiore potenza e portata senza aumentarne il libbraggio. Il complesso design dell'arco composito aggiunge leve e pulegge per amplificare ulteriormente la potenza di rilascio. Infine, durante il Periodo dei regni combattenti i cinesi svilupparono per primi la balestra, un'arma semplice da utilizzare e tremendamente efficace, adottata qualche secolo dopo anche in Europa.

La nascita della balestra e soprattutto l'arrivo delle armi da fuoco portò al declino del tiro con l'arco, sia nella caccia sia in guerra. Perché sprecare anni nell'addestramento di un arciere quando bastano poche settimane per imparare a usare un semplice moschetto?