Dopo la Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica reclutarono, ricattarono o semplicemente rapirono centinaia di scienziati tedeschi... soprattutto quelli che avevano lavorato allo sviluppo dei razzi. Con l'inasprirsi della guerra fredda, lo spazio diventò un altro terreno di scontro per le due superpotenze, ognuna tesa a dimostrare la superiorità della sua tecnologia (e, per estensione, del suo sistema politico-militare-economico). All'inizio l'obiettivo era lanciare versioni più grandi dei razzi V-2 tedeschi, in grado di portare testate in città lontane. Ma presto qualche visionario un po' mattacchione trovò un uso migliore per quei missili balistici: nel 1955, a soli quattro giorni di distanza, entrambe le nazioni annunciarono pubblicamente l'intenzione di mettere in orbita un satellite entro il 1957 o '58.
I sovietici vinsero la prima tappa della corsa allo spazio mettendo in orbita lo Sputnik I nell'ottobre del 1957. Quattro mesi dopo, il tedesco von Braun (che guidava il progetto americano) e la sua squadra piazzarono Explorer I sulla punta di un razzo a quattro stadi Juno I, a Cape Canaveral, e lo fecero partire. Negli anni immediatamente successivi una serie di poveri cani e scimmie fu sparata nello spazio per viaggi di sola andata, finché nell'aprile del 1961 i sovietici non ci mandarono Yuri Gagarin... che poté tornare sulla terra. Ancora una volta gli americani persero la gara per pochi mesi, visto che John Glenn andò in orbita intorno alla Terra all'interno di Friendship 7 nel febbraio del 1962. Quando il presidente Kennedy proclamò coraggiosamente che l'America avrebbe fatto sbarcare un uomo sulla Luna prima della fine del decennio, il gioco si fece davvero duro.
Gli anni successivi furono segnati da fallimenti spettacolari (non capita tutti i giorni di assistere all'esplosione di un razzo) sia sovietici sia americani, ma culminarono nel 1968 con il lancio di Apollo 8, la prima missione a raggiungere l'orbita della Luna. Il 20 luglio 1969 l'astronauta americano Neil Armstrong proclamò: "un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l'umanità". Nel luglio 1975, con le relazioni tra Russia e America ormai distese, la prima missione comune (l'aggancio tra Apollo e Soyuz) segnò la fine della corsa allo spazio.
"Abbiamo scelto di andare sulla luna questo decennio e di fare altre cose, non perché siano facili, ma perché sono ardue." – John F. Kennedy
"La NASA ha speso milioni di dollari per inventare la penna a sfera in modo da poter scrivere nello spazio. I russi hanno portato una matita." – Will Chabot
Dopo la Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica reclutarono, ricattarono o semplicemente rapirono centinaia di scienziati tedeschi... soprattutto quelli che avevano lavorato allo sviluppo dei razzi. Con l'inasprirsi della guerra fredda, lo spazio diventò un altro terreno di scontro per le due superpotenze, ognuna tesa a dimostrare la superiorità della sua tecnologia (e, per estensione, del suo sistema politico-militare-economico). All'inizio l'obiettivo era lanciare versioni più grandi dei razzi V-2 tedeschi, in grado di portare testate in città lontane. Ma presto qualche visionario un po' mattacchione trovò un uso migliore per quei missili balistici: nel 1955, a soli quattro giorni di distanza, entrambe le nazioni annunciarono pubblicamente l'intenzione di mettere in orbita un satellite entro il 1957 o '58.
I sovietici vinsero la prima tappa della corsa allo spazio mettendo in orbita lo Sputnik I nell'ottobre del 1957. Quattro mesi dopo, il tedesco von Braun (che guidava il progetto americano) e la sua squadra piazzarono Explorer I sulla punta di un razzo a quattro stadi Juno I, a Cape Canaveral, e lo fecero partire. Negli anni immediatamente successivi una serie di poveri cani e scimmie fu sparata nello spazio per viaggi di sola andata, finché nell'aprile del 1961 i sovietici non ci mandarono Yuri Gagarin... che poté tornare sulla terra. Ancora una volta gli americani persero la gara per pochi mesi, visto che John Glenn andò in orbita intorno alla Terra all'interno di Friendship 7 nel febbraio del 1962. Quando il presidente Kennedy proclamò coraggiosamente che l'America avrebbe fatto sbarcare un uomo sulla Luna prima della fine del decennio, il gioco si fece davvero duro.
Gli anni successivi furono segnati da fallimenti spettacolari (non capita tutti i giorni di assistere all'esplosione di un razzo) sia sovietici sia americani, ma culminarono nel 1968 con il lancio di Apollo 8, la prima missione a raggiungere l'orbita della Luna. Il 20 luglio 1969 l'astronauta americano Neil Armstrong proclamò: "un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l'umanità". Nel luglio 1975, con le relazioni tra Russia e America ormai distese, la prima missione comune (l'aggancio tra Apollo e Soyuz) segnò la fine della corsa allo spazio.
"Abbiamo scelto di andare sulla luna questo decennio e di fare altre cose, non perché siano facili, ma perché sono ardue." – John F. Kennedy
"La NASA ha speso milioni di dollari per inventare la penna a sfera in modo da poter scrivere nello spazio. I russi hanno portato una matita." – Will Chabot